"Speriamo non si sia rotto una costola diceva Simone affacciato dallo schienale del divano dove si contorceva Daniele"... Beh, inizia così (e finisce peggio) il resoconto di venerdì notte, un resoconto che avevo deciso di non scrivere, un po' per mancanza di stimolo, un po' perché forse sotto sotto me ne vergogno. Visto che qualcunaltro l'ha fatto per me, buona lettura:
"Costole e concerti"
http://cinside.splinder.com/
La riproduzione mi sembra fedele, considerando soprattutto i mille vuoti che ho di quella serata. Non ho neanche l'attenuante di un esame andato a male o di una tipa che mi ha mollato...
Due parole invece sull'epilogo: sabato mattina, risveglio tra dolori atroci, un risveglio peggiore del solito... fisso il soffitto immobile, ancora con scarpe e giubbotto dalla sera prima... che cazzo ho combinato ieri!? Perché tanto dolore al costato?! Ah sì, il concerto... il volo e la sbarra di ferro. No, no, all'ospedale non ci vado... e se poi mi ricoverano? E se mi devo operare? Prima devo finire la tesi... cazzo, che coglione! Punk una sega, coglione sei!
Il dolore è lancinante... riesco a malapena a respirare. Mi do una sistemata, prendo soldi e passaporto e vado in ospedale. All'ultimo concerto punk ho accompagnato il bassista all'ospedale (sei punti al labbro), stavolta all'ospedale mi ci accompagno da solo. Dio che orrore gli ospedali! Specie in Cina! Il pronto soccorso, via vai di persone, la fila per il numero, le ambulanze che si susseguono portando anziani in barella, operai maciullati, donne che piangono, bambini che urlano, l'inferno non dev'essere molto diverso. E io in piedi, fitte dal costato, un numero in mano, una testa pesante classica del doposbronza e una fila di attesa. Tocca a me: prima cosa, pagare. Poi, documenti, registrazione, pagare di nuovo. Riempire altra carta, cambiare stanza, attendere, arriva il dottore. "Guardi, sono inciampato ieri sera e ho battuto contro il termosifone, probabilmente ho delle costole rotte, mi fa una lastra?". Mi misura la pressione. Pressione 1800/3159. Mi fa compilare altra carta, pagare altri soldi, cambiare reparto, altra fila, poi finalmente la sala per i raggi X. "Alza entrambe le braccia... di più... d più". Non riesco proprio. "Respira a fondo". Ma fammi il piacere!
La cosa peggiore è stata attendere le lastre... ventotto minuti pensando al peggio, cercando di ignorare il dolore e ripetermi che cretino che sono, mentre davanti ai miei occhi scorrono scene da panico, scene da ospedale con camici bianchi, sangue, urla, gente che si sente male e via dicendo. Fortuna non avevo mangiato niente. Chiamano il mio nome, altre carte e finalmente le lastre. Leggo la diagnosi: capisco solo di aver le ultime tre costole a sinistra rotte. Porca puttana.
Ritorno dal dottore di prima. Non mi credeva, la scusa del termosifone avrebbe fatto ridere un sordomuto. Legge la diagnosi, poi prende le lastre, riprende la diagnosi e poi le lastre. Mi chiama in disparte. Quando ti chiamano in disparte stai pronto alla tragedia... invece a me è andata bene anche stavolta: tre costole fratturate ma non scomposte, dunque niente operazione né ricovero, tre mesi a casa di assoluto riposo, medicine se il dolore è troppo forte. Il dolore non è troppo forte, quindi me la squaglio subito, primo taxi e diretti al dormitorio dell'università. In castigo per tre mesi, me lo merito!
Sarebbe da appendere le Converse al chiodo e scrivere sul desktop "Punk is finally dead!": Ma tanto non ci crederebbe nessuno. A partire da me.
Informazioni utili per chi si frattura le costole: fa un male boia. Costantemente. Perché come muovi i muscoli del petto (e li muovi per forza, anche solo per respirare o parlare!) senti delle fitte fastidiose non poco. Fa male ridere, tossire, starnutire, andare al cesso, sdraiarsi a letto, dormire, alzarsi la mattina. Ma con le ore che passano il corpo si abitua e il dolore diminuisce. Poi hanno inventato una cosa che si chiama "analgesico" e fa effetto tipo film di giovane drogato in sala operatoria che scongiura l'infermiera di sparargli della morfina. Insomma, addormentano il corpo e il dolore si sente di meno. Siam salvi.
Non ci vedremo in giro per un po'. Magari è la volta buona che metto la testa a posto. O anche no :)