Sunday, July 31, 2016

Balkans on the road, 15 anni dopo (I): da Brindisi a Saranda, Ksamil e Butrinto.

Tanti gli anni passati dal quel viaggio "on the road", iniziato a Macerata e terminato a Trieste attraverso Grecia, Turchia, Bulgaria, Romania, Serbia, Macedonia, Croazia e Slovenia. Partimmo in sei (tutti giovanissimi maceratesi), arrivammo in due a Trieste in condizioni inenarrabili, da li' in autostop fino a Rimini. Ai tempi c'era il biglietto "Interrail" che ti permetteva di viaggiare su treni di tre o sei paesi europei ad un prezzo contenuto per 20 o 30 giorni. Quei paesi non facevano parte della UE, quindi dovevi avere il passaporto, fare il visto e le file in dogana, la moneta cambiava di paese in paese. Non conoscevamo nulla dell'Est Europa, fu forse per noi il vero primo incontro con il "diverso". A quell'eta' l'entusiasmo e l'ingenuita' la vincono su tutto il resto, vivemmo un gran numero di avventure e qualche disavvenura (anche il tempo per far visita alle carceri romene), tornai diverso da come ero partito.
Questa estate ho deciso allora di tornare nei Balcani e visitare i paesi che erano restati fuori da quel primo viaggio: Albania, Kosovo, Montenegro e Bosnia. Stavolta da solo e per nulla organizzato.

Il treno che in 10 ore e mezza mi porta a Brindisi da Civitanova Marche mi mostra una Puglia che non ricordavo: le grandi pale eoliche e le prostitute sotto gli ombrelloni nei campi di viti e pomodori nel Gargano, citta' carine, abbastanza pulite e piuttosto rilassate. Avevo un altro ricordo di questo "profondo sud", ricordo una specie di Bronx e tensione per le strade, Bari peggio del peggior quartiere di Napoli. Ma ero un bambino e i ricordi di un bambino spesso tradiscono.
Porto di Brindisi, grande spazio privo pero' di mezzi o persone, sembra una grande piazza per un mercato che non e' mai arrivato. Poche le navi, pochi i camion, pochi i passeggeri. Forse e' cosi' solo il lunedi' o forse e' perche' e' notte. Non so. E' da qui che molti emigranti albanesi partono per passare le vacanze nella loro terra d'origine: arrivano da tutta Europa, targhe italiane, svizzere, olandesi, norvegesi. Pero' se vai a contarci siamo pochini, pochini per riempire una nave. I controlli ridicoli, nave scandinava del 1965 che batte bandiera albanese, semivuota, dormo sul ponte di prua e mi sveglio all'alba, infreddolito: le terre albanesi all'orizzonte.
Mi preparo allo scalo, guardo lo zaino e faccio il conto delle cose che ho dimenticato di portare: il sacco del sacco a pelo; i contatti per l'ospitalita' nel nord dell'Albania; la cintura tattica dove nascondere i contanti; aggiustare la chiusura dello zaino. Pazienza.

Arriviamo a Saranda, non lontano dalla Grecia settentrionale, praticamente di fronte all'isola di Corfu'. Sono appena le 7 di mattina eppure c'e' tantissima gente in giro, negozi aperti, ambulanti sul lungomare, villeggianti in spiaggia. Spiaggia di sassi, mare cristallino; da noi nelle Marche il mare fa schifo quasi ovunque, razza di idoti!
Non ho un posto dove andare, gironzolo per il porto e poi inizo ad andare fuori citta', in direzione sud, verso la cittadina di Ksamil, nota per le spiagge che somigliano a quelle dei Caraibi. 17 km dopo arrivo a destinazione, sfinito dal caldo del sole leone: il bagno ha un sapore diverso, l'acqua e' davvero fantastica. Prime impressioni da questa parte di Albania: sembra la Turchia con caratteristiche soviet, ma anche la Puglia, la Grecia, la Tunisia. La terra rossa, la pietra e gli ulivi mi ricordano quei campi in Palestina dove i soldati israeliani ci sparavano contro quei deliziosi lacrimogeni banditi dalla UE. Grilli e cicale perennemente in concerto, molti i turisti, soprattutto albanesi ma anche qualche italiano. Con mia sorpresa nessuno parla italiano, ma a gesti ci si capisce, per ora son stati tutti carini con me, nessun "assalto al turista straniero" che ricordo invece in alcune zone del Marocco, della Turchia, della Cina.

Riprendo lo zaino e tiro dritto oltre Ksamil, verso Butrinto, dove c'e' un vasta area archeologica. Altri sei chilometri sotto il sole, ma ne valeva la pena. Sbuco tra resti greci e romani, un castello veneziano e uno arabo. Insomma, qui ci sono passati un po' tutti. Mi sento a casa, mi sento nelle terre bagnate dal Mediterraneo. Mi perdo tra misucoli villaggi e campi di ulivi, frutta e granoturco; sbuco sul lato di un fiume dove una turista straniera prende il sole in topless:

- "Scusa, vado bene di qui per Ksamil?"
- "Forse", risponde divertita. 

Macerata Marittima - Brindisi, solo andata...



Pescara.




Termoli (CB).







Brindisi.

Tuesday, July 26, 2016

Dei saluti...

"Diamo i numeri: le attività degli ultimi tre anni nei locali di borgo Ficana.

Il tempo, si sa, passa in fretta. Sono infatti già tre gli anni trascorsi da quell'agosto 2013, momento in cui ricevemmo le chiavi di alcuni locali qui nel borgo di Ficana, locali nei quali GruCA onlus e altre associazioni (ricordiamo in primis OZ, Amanuartes, i Nuovi Amici, Fabulae Noctis, Associazione internazionale della terra cruda e altri) hanno organizzato un gran numero di eventi, attività, mostre, feste, spettacoli teatrali, laboratori, mercatini e chi più ricorda più ne metta.

Siamo ora a un punto di svolta: a giorni riconsegneremo infatti le chiavi dei suddetti locali al Comune di Macerata, che provvederà a sua volta alla restituzione ai legittimi proprietari. Vorremmo però innanzitutto cogliere l’occasione per condividere con voi alcuni numeri, nello specifico quelli relativi alle persone ospitate nei tre anni nella vecchia foresteria di Ficana: oltre al custode e ai ragazzi del Servizio volontario europeo hanno speso almeno una notte nella vecchia foresteria 38 persone di età variabile tra i 20 e 60 anni, provenienti da svariate città italiane e da 8 diversi paesi, a Macerata per motivi tra i più vari (studio, lavoro, tirocinio, turismo, ecc…) e di diversa professione (dallo studente all’archeologo, dal ricercatore al regista teatrale, dall’artigiano al professore, dal musicista al clown, dall’artista al dj, dall’elettricista al pensionato). La maggior parte di queste persone sono state ospitate per pochi giorni, alcuni per uno o due mesi; quasi tutti hanno alloggiato gratuitamente, ad altri è stato chiesto un piccolo contributo per le spese, pari ad 1 o 2 euro per notte.

Nella speranza di aver compiuto un gradito servizio alla comunità, al quartiere e alla città, ci auguriamo di continuare le nostre attività sempre con maggior impegno e partecipazione nei nuovi locali amministrati in collaborazione con altre associazioni, vale a dire quelli dell’Ecomuseo e della nuova foresteria.

Il direttivo di GruCA onlus"

Fonte:
http://grucaonlus.blogspot.it/2016/07/diamo-i-numeri-le-attivita-degli-ultimi.html

...


Ed io che pensavo il karaoke esistesse solo in Asia orientale...


谢谢 !!!


Macerata by night


I Pistacoppi al festival dell'antiquariato a Pollenza (MC)





Cin cin...


La cantina di San Giuliano riaprirà a breve in zona Fosse...


Monday, July 25, 2016

Improbabilmente...


Io sono all'estero, voi non fate scherzi: il China Goes Global a Macerata.

Saturday, July 23, 2016

Logorroico eroico stomp: cosa ho imparato da una squadra di calcio cinese.


Ad esempio ho imparato che “marcatura a uomo” si dice 人盯人, “marcatura a zona” invece 区域防守; “fuorigioco” è 越位, “rigore” si dice 点球, “dribbling” (che è inglese prima che italiano) è 运球, “cross” è 传中 oppure 起球.  La squadra a pranzo mangia italiano, quindi “tacchino” si dice 火鸡 (pollo di fuoco), mentre “kiwi” è 猕猴桃 (pesca delle scimmie), “salvia” invece 鼠尾草 (erba della coda di topo). Hanno sofferto la mancanza di 汤, cioè di zuppe. Troppa roba cruda, troppa roba fredda. Troppo pomodoro e cipolla nelle pietanze, dicono. “Troppo aglio e peperoncino”, lamenterebbe probabilmente un italiano in Cina. Il pane? Troppo duro per un cinese. Troppa mollica, direbbe un italiano. Sapevate voi che i coni bassi per gli allenamenti di calcio si chiamano “cinesini”? Ironia della sorte. Certo che nello Stivale il calcio non è UNO sport, ma LO sport. Un bambino italiano la mattina si sveglia e sa che dovrà prendere a calci un pallone. Treia, paesino in provincia di Macerata, è famosa soprattutto per il tradizionale torneo della palla al bracciale. Domanda: come si dice “palla al bracciale” in cinese? Probabilmente non l’ha mai chiesto nessuno e quindi la traduzione l’ho improvvisata creando un neologismo: che ne dite di 手套球? La medicina tradizionale cinese. Che faresti se ad un ragazzino esce sangue dal naso? A me da piccolo facevano mettere la testa in su, pressione sul naso e acqua fredda ai polsi. In Cina invece fanno stendere prono il ragazzino, faccia in giù e acqua sulla nuca. “Vietato mangiare gatti!” ha esternato un ragazzino italiano al coetaneo cinese. Sull’importanza della Pro Loco (ok, come si dice “Pro Loco” in cinese?!). Dello shopping on-line e della frenesia in quanto tale. Molto prima di questi cazzo di Pokemon Go. Il pupazzetto chiamato “Squirtle”. Le colline maceratesi come un quadro di Van Gogh e la loro prima volta al mare. La prima volta al mare. Quali sono le prima parole che un ragazzino italiano insegna ad un coetaneo cinese? Le parolacce ovviamente, tipo “vaffanculo”, “merda”, “figlio di puttana”. Quali sono le prime parole che alcuni ragazzini cinesi insegnano ai coetanei italiani? Le parolacce ovviamente, tipo 傻逼 o 操你妈. Processi di globalizzazione in corso. Il prosciutto bollato come “carne cruda” e “salato”. Il bambino cinese mordere il panino al prosciutto. L’egemonia delle 薯片 e del gelato, ovetti Kinder e Pringles come se non esistesse un domani. Le chiacchiere alla romana sembrano degli 油条 con salsa di pomodoro. Coca-cola a tutto, ma la 带气水 no, grazie. Il senso di squadra, l’aiuto reciproco, la ferrea disciplina, le uniformi, la solidarietà, il comunismo dei minorenni, hai una cosa la condividi, compri una cosa la condividi. Il testosterone. Il calcio femminile. Coverciano. Firenze: “ci sono più negri a Firenze che in Africa”. Autogrill: “c’è più Isis nei cessi dell’Autogrill che in Iraq”. I bambini del Kenya. L’ossessione per il 高级, il mito della 质量, il dubbio “Made in Italy” ringrazia ed incassa. Prolegomeni ad ogni futuro 导游. Turisti fai da te? No Alpitour?! Ahi, ahi, ahi, ahi! Io un modo di fare miliardi vendendo merce ai cinesi ce l’avrei ma non lo vengo a scrivere qui. Il saluto finale e la maglietta bagnata delle loro lacrime hanno ripagato tutto.
Fermo. Nizza. Istanbul. Monaco. Ridi pagliaccio. Sulla globalizzazione della gioventù. Sul bullismo, sul conflitto culturale, sui limiti. La sindrome di Lavandonia. “Si te vas, yo tambien me voy”. Come Henri Chinaski, che si faceva la barba solo quando andava a ritirare il sussidio di disoccupazione. Occasionale come un rapporto. Non abbiamo ancora letto il copione. Aperti come un bar cinese alle cinque di mattina. Determinate come hostess russe in lingua cinese. A ballare come Zaza sul dischetto di rigore. L’esercito da schierare lungo il fiume Chienti. Saprei cosa scrivere. Invece parto. Ciao. 

Prigionieri nessuno.

Wednesday, July 20, 2016

斯波莱托 Il tempo di un amaro a Spoleto









Spero che il soggiorno maceratese sia stato di vostro gradimento. 马切拉塔-太仓两市的友谊关系万岁!



Il video della visita di due settimane nella provincia di Macerata di sedici giovanissimi calciatori cinesi e dei loro tre accompagnatori della Seconda scuola primaria di Taicang, provincia del Jiangsu.

Fonte:
https://www.youtube.com/watch?v=JWDGBP4qk5c

罗马斗兽场里:坐在历史上!


Una giovanissima squadra di calcio di Taicang in visita nella provincia di Macerata (III)


















"Finirà con i saluti, come quando finisce una festa"
Invece è finita in un bagno di lacrime a Fiumicino. Spero che continuiate a giocare a calcio e a crescere umanamente come avete fatto nelle due ultime settimane in Italia. A presto piccoli amici, 太仓见 !