Sunday, November 30, 2014

Le Marche Spacca


Fino a quando? Fino a sempre!




"e, come sempre, alla tifoseria ospite è permesso sparare botti e accendere fumogeni, mentre qui ti diffidano se ti accendi una sigaretta"

Diario di un prof: perché amo questo mestiere...





我们学习量词   Studiare i classificatori cinesi...
"Prof, ma possiamo vedere dei video che non siano per bambini ritardati?" (una mia alunna)

https://www.youtube.com/watch?v=s7r3beBXdO4



口试之前   Prima dell'interrogazione...
(tra alunne)
- In bocca al lupo!
- Clepi

Avrei voluto dare subito 10 alla seconda alunna, ma il regolamento scolastico non me lo consente...

Esame di stato - Lingua cinese



Buongiorno. Se aprite Google e digitate "PLOA - Esame di stato liceo linguistico maturità cinese" potrete visualizzare e scaricare le tracce di lingua cinese per gli esami di maturità nei licei linguistici dal 2009 al 2014, come quello nell'immagine.

Non che siano irresistibili, ma neanche così semplici. La mia unica considerazione è soprattutto questa: se un ragazzo italiano a 18 anni è capace di leggere, comprendere e tradurre questi testi, che tipo di programma di lingua cinese possiamo proporre per lui all'università!?

C'era una volta la domenica...



Da piccolo non amavo particolarmente la domenica: se da una parte è vero che di domenica non si andava a scuola, dall'altra di mattina ero anche costretto ad andare alla odiatissima messa. Io volevo solo starmene al caldo delle coperte o a vedere i cartoni animati in TV, ma i miei mi trascinavano di forza in chiesa, dove spesso arrivavo in lacrime. Stessa sorte toccava alla mia sorellina. Per un periodo della mia vita sono stato cristiano e cattolico, ma anche allora odiavo la messa domenicale.
Ricordo in particolare due cartoni animati a cui ero sottratto in nome di Dio: i Ducktales e Carmen Sandiego...

https://www.youtube.com/watch?v=lrz0bssVd7w

https://www.youtube.com/watch?v=5aYuJTTPCx0

Meglio andava quando la domenica mattina avevo messa con gli Scout alla chiesa dei Salesiani. Mi divertivo di più, perché parlavo tutto il tempo con i compagni e ogni canzone era un coro tipo quelli allo stadio. Poi dopo la messa e prima del pranzo si giocava nel campetto dell'oratorio. Fantastico.

Ho cominciato ad andare allo stadio attorno ai 13 o 14 anni. Allora il tifo era molto sentito e i ragazzi più grandi ti spingevano ad andare in curva già alle medie. Non ricordo bene cosa facessi la domenica pomeriggio prima di quell'età. I miei genitori di solito prendevano l'auto e andavano o a trovare amici e parenti nella provincia di Macerata, oppure a visitare qualche paesino o fare passeggiate lungo la costa. Di solito anche io andavo con loro. Al tramonto o comunque nel tardo pomeriggio saliva automatica la malinconia, la stessa malinconia descritta divinamente dal poeta di casa nostra nella sua "Il sabato del villaggio":


diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

La domenica sera speravo solo che il tempo si fermasse, speravo di poter stare ancora in casa a cenare coi nonni e vedere la TV, detestavo il solo pensiero del "giorno dopo", dell'andare a scuola e dover trovare giustificazioni per i compiti non fatti o fatti male.

Poi uno cresce, e da studente universitario la domenica è solo un giorno come un altro, un giorno che puoi tenere tutto per te a fare quello che più ti piace. In Cina poi la domenica neanche esiste come la intendiamo noi: non è il giorno di un Dio, non è un giorno di riposo, chi vuole lavorare lo fa e allora trovi negozi aperti e mille attività. Per gli ebrei il giorno santo è il sabato, per i mussulmani è il venerdì. Insomma, cultura che vai, non-domenica che trovi.

Ora che sono tornato in Italia e ci vivo da lavoratore (precario, ma pur sempre lavoratore) la domenica è tornata ad essere giornata di riposo, di stadio, di teatro, di cantina, di cenoni e di cento altri modi per ammazzare noia e malinconia.
E vi dirò: un pochino mi mancava.

Saturday, November 29, 2014

Oh my darling clementine...


Che fretta c'era?

Però cazzo il 29 novembre è troppo presto!
Troppo presto per cominciare a far finta che sia Natale.
Ho capito che viviamo nell'era della fretta e dell'ansia cronica,
però cazzo proviamo a dare ancora un po' di tempo al tempo!
Cioè il 29 novembre voglio ancora festeggiare San Martino,
chiamare amici a mangiare castagne e bere vino,
voglio le foglie che cadono, la pioggia, il vento, la nebbia.
Non c'è fretta, aspettate con le canzoncine di Natale,
coi bambini dell'Africa, coi mercatini d'artigianato,
con le illuminazioni per il corso, aspettate!
Siamo ancora in autunno, non è ancora l'8 di dicembre
se il 29 novembre già festeggiate a Natale
gli studenti non apriranno libro fino alla Befana.
E aspettate, cazzo!
Non è che se anticipate i tempi si vive più a lungo,
non si è più felici, non si muore più tardi.
Natale non si festeggia due mesi di fila,
si festeggia attorno al 25, c'è ancora quasi un mese!
Fretta del cazzo, eiaculazione precoce,
aspettate cazzo, aspettate!

"Zeman sFoggia spettacolo"



Dialogo tra Pasquale Casillo e Zdenek Zeman, rispettivamente ex presidente ed ex allenatore del Foggia calcio:

"Noi non siamo mai scesi a compromessi e abbiamo pagato"
"Io non ho pagato molto..."
"Come no!? Adesso non alleni più..."
"Si vede che non hanno bisogno di allenatori"

"Zemanlandia" (2009), di Giuseppe Sansonna

Friday, November 28, 2014

Siena, una delle città più belle d'Italia (e, quindi, del mondo)...
















p.s. Qualcuno/a sa dirmi che animale è quello in foto? Sembra una cosa a metà tra un geco cannone e una lucertola cresciuta a Cernobyl....

Al distributore delle merendine...



Università per gli stranieri di Siena: incredibile la concentrazione di studenti cinesi, giapponesi, arabi...

Bravo Andrea



Saggio letto durante gli anni del dottorato prima in inglese, poi in cinese. Ora, finalmente, in italiano.

Monday, November 24, 2014

Accoglienza 2.0



Il 12 dicembre, a San Ginesio (MC)

Sono i ricordi che portano al bar


Saturday, November 22, 2014

31 ottobre: serata Halloween organizzata da Gru.C.A. onlus a borgo Ficana, Macerata














Foto: Luna Simoncini

Ci sono tanti modi per morire



C'ho pensato tante volte, quasi tutte mentre ero allo stadio. Del miglior (o meno-peggior) modo di finire. Chi la domenica è con gli ultras probabilmente già lo sa, conosce quell'emozione. La squadra che segna, i giocatori sotto la curva, il pubblico in visibilio. Braccia alzate, urla, applausi, chi assalta la rete, chi si abbraccia, chi passa la parola alle bombe carta, il fumo delle torce. Questa è pura forma, è estetica, è quello che si vede, è quello che vi fanno vedere. Ma non si vede cosa si prova dentro: magari non a tutti, magari non per tutti. Ma io (e molti altri, immagino) dentro sento il cuore esplodere, colpire lo sterno, farsi spazio tra le costole, quasi volesse gridare anche lui al cielo, saltare in aria con i petardi. E' una grande, forte emozione. Non si spiega: si prova.

Si sa, prima o poi tocca a tutti e a tutte: finire. E' un po' l'unica certezza, l'evento di più probabile attuazione: la morte. Vi sono tanti modi per morire, ne inventano di nuovi ogni giorno. Alcuni scelgono quando morire, altri semplicemente aspettano che accada. Ecco, io penso che tra le tante possibili morti quella di crollare a terra in curva subito dopo un goal sia tra le più dolci e appetibili. Segna la squadra, ti fiondi con gli altri verso la rete gridando a braccia alzate, senti dentro quel vortice indescrivibile e sei lì per godertelo tutto, quando succede qualcosa di imprevisto: dolore? Soffocamento? Sì, c'è qualcosa che non va. C'è decisamente qualcosa che non va. Non fai in tempo a reagire, non c'è il tempo neanche per gli altri. Ti accasci a terra con una strana espressione, una faccia tra il gioioso e l'incredulo: non appartieni più a questo mondo. Passano alcuni istanti, qualcuno ti nota, passano altri secondi e comincia ad esplodere il panico, poi lentamente calare il silenzio. Chissenefrega: problema loro, tu non sei già più di questo mondo.
Il problema della morte non è per chi muore, ma per chi resta in vita.

Mia nonna dice sempre che morirà quando Dio lo vorrà. Ecco, speriamo che per me Dio lo voglia quando segna la Rata.



Foto di Fabiola Monachesi: segna la Rata, esplode la curva...

没错! Indeed!


茶的娱乐 Il piacere del tè


Se una salvezza c'è, questa è in America Latina...


Thursday, November 20, 2014

Non è una donna da mandare al rogo né un premio letterario, sei lettere...





"Il primo sorso affascina, il secondo Strega"
https://www.youtube.com/watch?v=BVB2eBAJ-Iw

Odio i test e amo questa docente...




"Ragazzi e famiglie oggi vogliono il liceo, ma senza latino. Meno che mai il greco. Sono ritenute materie inutili, e per giunta difficili e faticose. Non servono, e tolgono la spensieratezza ai nostri poveri pargoli... Ci viene chiesto invece solo di intrattenere serenamente i ragazzi e, semmai, di prepararli al lavoro [...] I ragazzi chiedono continuamente “A cosa serve?”. Mentre la scuola dovrebbe essere un momento unico e privilegiato in cui nulla è valutato in termini di utilità e di ritorno. È la scuola voluta dall’Europa, lo so. Ma è una scuola che a poco a poco insegnerà solo a passare i test, non a pensare, a studiare lasciando che le parole, le idee, entrino in noi e ci facciano diventare persone migliori. Bisognerebbe reagire, farla noi insegnanti, una bella rivoluzione"


Fonte: "Ridateci il liceo classico"
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/122925/rubriche/scuola-ridateci-il-liceo-classico.htm

Arditi (del popolo): un altro modo di intendere il calcio e il tifo....

Se hai tredici minuti...




Carmelo Bene, "Cosa è il teatro?", 1990
https://www.youtube.com/watch?v=LY7jnzj8Gu4

Wednesday, November 19, 2014

禁书目录 (1558 年 - 1966 年)


Tutti matti del duce

Déformation professionnelle



La deformazione professionale dell'appassionato di sinologia. Davanti ad un dizionario di lingua cinese potrebbe passare ore a masturbarsi il cervello su caratteri ed espressioni idiomatiche.
Non è una lingua, è un sistema di pensiero. Altro, diverso.
La deformazione professionale.
Aiuto.

Roberto Peci (1956-1981): vittima o traditore?




L'omicidio Peci e quegli anni su cui non sappiamo (o non vogliamo) fare luce...

"L'infame e suo fratello" (2008), di Luigi Maria Perotti
https://www.youtube.com/watch?v=XJqK-PNCNV4


"La via di mio padre" (2011), di Luigi Maria Perotti
http://vimeo.com/59224078

L'incontro con l'altro



Il giorno in cui le scimmie impareranno a parlare, leggere e scrivere come noi umani, proverò ad insegnare loro il cinese...

"Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie" (2014), di Matt Reeves

Tuesday, November 18, 2014

白化症: albinismo in Cina