Sunday, December 31, 2006

祝你们新年快乐!!


Balordi e balorde del mondo unitevi! Stasera è sì una sera come tante, ma momento in cui si coglie l'occasione per stare più allegri e sbronzi del solito. L'anno scorso ero nel corridoio del dormitorio dell'Univesità di Lingue Straniere di Pechino con una cinquantina di studenti da tutte le parti del mondo, due anni fa ero in un pub a Varsavia con roveretani e polacchi, tre anni fa con buste di vino e sacco a pelo in una piazza in Sardegna, quattro anni fa impegnato in azioni di guerriglia urbana nella freddissima Berlino, i capodanni precenti li ho passati coi fratelli maceratesi quando, secondo tradizione, raccontavamo ai nostri genitori di andare a festeggiare in un bar dietro l'angolo e invece scappavamo per due giorni verso Bologna, Lugano, Monaco.
Quest'anno 2006 è per me stato un piacere, grazie 2006, anno di novità, esperienze, soddisfazioni. Spero il 2007 continui a sorridermi e spero tanto faccia lo stesso anche con voi. Altro da aggiungere non ho, stappo la prima bottiglia e vi auguro di cuore un nuovo anno di salute e felicità... OI OI!!

Saturday, December 30, 2006

意大利火腿好吃死了

Zdzislaw Beksinski

Friday, December 29, 2006

Battaglie legali per il proletariato cinese


Fonte: Asianews

CINA
“Il sistema dei permessi di residenza temporanei per i migranti è illegale”
Lo denuncia un gruppo di legali dell’Henan che difende i diritti dei migranti. Le grandi città usano la normativa per tenerli sotto controllo e cacciare gli indesiderati. Dopo che per anni i migranti sono stati sfruttati per avere lavoro a basso costo, ora sempre più città li vogliono mandare via.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo di legali dell’Henan ha inviato una lettera al Congresso del popolo e al Consiglio di Stato affermando che il sistema dei permessi temporanei di residenza viola la legge e deve essere eliminato.

La lettera chiede anche l’abolizione del sistema di registrazione dei residenti introdotto 20 anni fa per impedire eccessive migrazioni verso le città. Di fatto, le città cinesi sono ugualmente diventate megalopoli di milioni di persone, ma gran parte degli abitanti sono così “illegali”.

Fan Honglie, uno degli autori della lettera, osserva che il migrante, come cittadino cinese, non ha necessità di un certificato di residenza temporaneo per spostarsi e vivere ovunque nel Paese. Ritiene che questo permesso sia un tipico strumento che l’amministrazione può usare per controllare i migranti e impedire loro di restare in modo permanente in una città.

Secondo i dati ufficiali, oltre 100 milioni di migranti dalla campagna sono andati a lavorare nelle grandi città. Molti non prendono la residenza per non perdere il diritto alla terra e alla casa che hanno in campagna, dove spesso lasciano la famiglia. Ora le grandi città, dopo essersi arricchite anche grazie al lavoro a basso costo dei migranti, vogliono mandarli via per ragioni di “sicurezza”.

Sette mesi fa Pechino, per ragioni di sicurezza pubblica, ha annunciato che i migranti privi di permesso di residenza temporaneo devono lasciare la città. Molti analisti lo hanno ritenuto un tentativo di rendere più “ordinata” la città in vista delle Olimpiadi del 2008.

Questo mese il governo di Guangzhou, nel meridionale Guangdong, ha detto che potrebbe limitare il numero dei lavoratori migranti presenti, per alleviare i problemi sociali che causano. Tra le ipotesi c’è il divieto ad alcune industrie di impiegare migranti. Su Baoling, funzionario pubblico della città, ha osservato che “Guangzhou da tempo soffre per la scarsa sicurezza pubblica causata dal numero di furti, borseggi, rapine e molti altri reati, in gran parte commessi dai migranti”.

Le statistiche ufficiali mostrano che su 100mila crimini di questo tipo denunciati negli ultimi 5 anni, l’85% hanno portato all’arresto di migranti. Ma esperti osservano che i migranti sono più controllati dalla polizia e che il lavoro a basso costo dei migranti fonda la prosperità e il boom economico della Cina.

te:

Per lo stato laico


http://www.uaar.it/

Fonte: Wikipedia

L'agnosticismo (dal greco a-gnothein let. non sapere) è una posizione concettuale in cui si sospende il giudizio rispetto ad un problema poiché non se ne ha (o non se ne può avere) sufficiente conoscenza.
L'agnostico afferma cioè di non sapere la risposta, oppure afferma che non è umanamente conoscibile una risposta, e che per questo non può esprimersi in modo certo sul problema esposto. Questa posizione è solitamente assunta rispetto al problema della conoscenza di Dio: dove il fedele è decisamente convinto dell'
esistenza di Dio e l'ateo altrettanto decisamente nega questa esistenza, poiché i loro rispettivi ragionamenti paiono loro sufficienti per trarre una conclusione, l'agnostico sospende il proprio giudizio poiché non ritiene di avere (o che possano esistere) mezzi sufficienti di elaborazione concettuale né prove per potersi esprimere in un senso piuttosto che nell'altro. Una posizione agnostica comunque, non è limitata solo al campo della religione, ma può anche riguardare l'etica, la politica o la società.
In pratica questa posizione deriva dallo
scetticismo che praticava una simile, ma più radicale, sospensione del giudizio nell'epistemologia, ritenendo tutta la conoscenza umana sempre dubitabile e perfettibile.
Spesso gli agnostici vengono accusati di essere indifferenti al problema della
fede e di non avere alcun interesse spirituale o religioso. In pratica però molti di coloro che stanno attivamente cercando una fede o sono in dubbio, hanno effettivamente una posizione agnostica, paragonabile al dubbio metodologico nella filosofia.
Il termine fu usato la prima volta nel
1869 dal naturalista britannico Thomas Henry Huxley, per descrivere la sua posizione rispetto alla credenza in Dio; il termine deriva come contrapposizione alle antiche dottrine cristiane gnostiche, che affermano che la conoscenza della realtà ultima (gnosi) è interiore ad ogni uomo.
La posizione agnostica diviene permanente in vari filosofi post-kantiani, che come dimostrò
Kant ritengono che la ragione che pretende di parlare dell'incondizionato cade in contraddizione, tanto per dimostrarne l'esistenza quanto per negarla.

不可知论(或稱不可知主義)是一种认为某些断言,特别是宗教上的断言,例如是否有来世上帝或者天国是否存在等形而上学的断言,是不为人知的或者根本无法知道的想法或理论。英语中agnostic这个词来源于希腊语a(没有)和gnosis(认识),是最早在1869年英国托马斯·亨利·赫胥黎创造的,用于描述他的哲学
不可知论者不相信宗教中的
和其他一些宗教概念的存在。他们认为完全的和确定的知识是不可能得到的,或者可能得到确定的知识,但是他们个人是无能为力的。不可知论中,包含着宗教怀疑主义。因为不可知论者不像无神论者一样否认神的存在,因此与其不同。他们通常被算作非宗教的、世俗的。


Agnosticism (from the Greek a, meaning "without" and gnosis, "knowledge", translating to unknowable) is the philosophical view that the truth value of certain claims — particularly theological claims regarding metaphysics, afterlife or the existence of God, god(s), or deities — is unknown or (possibly) inherently unknowable. Some agnostics take a stronger view that the concept of a deity is incoherent, thus meaningless and irrelevant to life. "Agnostic" was introduced by Thomas Henry Huxley in 1869 to describe his philosophy. The term agnostic is also used to describe those who are unconvinced or noncommittal about the existence of deities as well as about other matters of religion.
Early Christian church leaders used the
Greek word gnosis (knowledge) to describe "spiritual knowledge". Agnosticism is not to be confused with religious views opposing the doctrine of gnosis and Gnosticism— these are religious concepts that are not generally related to agnosticism.
Agnostics claim either that it is not possible to have absolute or certain knowledge or, alternatively, that while certainty may be possible, they personally have no knowledge. Agnosticism in both cases involves some form of
skepticism.
Demographic research services
[1] may use combinations of agnostic, atheist, and secular to describe non-religious people. Agnostics are normally listed alongside categories such as atheist and non-religious, although this may be misleading. Some atheists report themselves as agnostic in a belief that identifying themselves as atheist would not be well received by others.

Thursday, December 28, 2006

Gioia e spensieratezza natalizia... non ritrovo più il dritto!!!


我的目前开心时间不断继续。我过得太开心,太乱,太玩!昨天下午我朋友和我坐汽车去火车站陪两个西班牙女的朋友们来这里玩寒假,然后去他的家吃饭聊天。晚上我们都去农村,在朋友的家过他的生日晚会;人真多了,我们做饭,吃饭,聊天,听音乐,跳舞,喝酒(一共有500升葡萄酒,因为他的爷爷是农民),早上5点谁都才睡觉,随便睡觉.今天早上我回家睡了5个小时,然后跟家人和妹妹男朋友一起去小旅游.我们去一个山上又小又旧的市镇,那边看看教堂,商店,特产.我们喝了vin brulè,那边特产甜热香的红酒,然后在饭店一起吃pizza,聊天,过得真开心.我刚回家了,不过我准备又出去,快我朋友和他西班牙客人来找我,我们一起出去喝酒.
寒假万岁!我老家万岁!世界人民大团结万岁!

Wednesday, December 27, 2006

Tutti a puttane... ma non in Corea!


Fonte: Corriere Online

Il governo: «A Capodanno al cinema, non in un bordello»
Corea: premi anti-prostituzione
Seul promette ricompense alle aziende che convinceranno i dipendenti a non celebrare le feste con sesso a pagamento
SEUL- «L'ultimo dell'anno andate al cinema, non a fare sesso a pagamento». È questo l'invito spedito via internet dal ministro per le Pari Opportunità sudcoreano ai maschi del suo Paese e alle loro aziende.«Se promettete di fare della notte dell'ultimo dell'anno una notte sana e se convincerete qualcun altro a fare altrettanto avrete in premio biglietti per il cinema» ha scritto i ministro.Il Governo si è rivolto anche alle aziende per indurle a non finanziare party serali ai propri dipendenti, durante i quali scorrono di solito fiumi di alcolici, cui fa seguito uan disinibizione che esita spesso in un finale della nottata nei bordelli. Tra gli incentivi previsti dalle autorità ci sono anche premi in denaro, con riconoscimenti fino a un milione di Won (circa mille dollari) per le aziende che riusciranno a presentare le liste con il maggior numero di impiegati che accettano di impegnarsi in questo senso.
I commenti all'iniziativa sui giornali coreani sono stati di segno diverso. C'è chi è pessimista sull'esito della campagna, ritenendo difficile estirpare questa «abitudine» e c'è chi, al contrario, la giudica eccessiva, come un commentatore del Korean Times che scrive: «Pensano davvero che ogni maschio coreano compri sesso dopo un party?».

Tuesday, December 26, 2006

Perchè nessuno si ciuccia gli anziani??


Mi chiedevo come mai quasi nessuno si incula gli anziani. Perchè nessuno sta a sentire quello che hanno da dire, raccontare, inventare? Vero che spesso sono storie senza capo né coda, vicende assurde e poco credibili, altre volte noiose e prive di interesse ma credo che a volte siano botte di vita oltre che perle di saggezza. Dispiace dirlo, ma in Italia gli anziani sono più un peso che altro. Siamo un paese di vecchi, se non ci fosseremo gli extracomunitari a far figli gli italiani finirebbero nel giro di qualche decina d'anni. Le pensioni si fregano una fetta importante del PIL, probabilmente non ci saranno più pensioni pagate dallo stato in futuro ma fondi privati su cui uno versa denaro a partire da quando ha 18 anni. Gli anziani d'inverno li teniamo a casa tra il gatto e il camino e d'estate li abbandoniamo lungo le autostrade. Quando proprio non ne possiamo più li chiudiamo in una casa di riposo (riposo nostro che ci sbarazziamo di loro). Eppure credo che siano una grande ricchezza. Nell'antichità il potere era in mano agli anziani, perchè "anziano" era sinonimo di "saggio". Oggi pare non funzioni più così. Impazzisco perchè non ci riesco neanche io. Vorrei fermarmi mezz'ora a sentire cosa hanno da dire. Solo mezz'ora. Mezz'ora tolta allo studio, al computer, ad un film, ad un bar, al cesso. Mezz'ora cristo! Eppure non ci riesco. Da anni oramai mi riprometto di andare a prendere mia nonna (l'unica che mi è rimasta), portarla in camera mia di fronte al computer e scrivere giù quello che mi racconta, dei suoi ricordi, di me da piccolo, di lei, della guerra, della miseria, dei giovani d'oggi, dell'abbandonza, della salute, della pensione, di Mussolini, di Togliatti, di sua madre e di suo nonno. Lo vorrei davvero ma non lo faccio mai. Anche se negli ultimi tempi ho vissuto più all'estero che in Italia e mi è mancata di più la famiglia, la città, i paesaggi, l'abitudine (e il bar soprattutto), ogni volta che torno, tra mille altre cose, mi dimentico di mia nonna (e anche del resto della famiglia). Dispiace ma è così. Che idiota! Oggi in piazza a Macerata dopo una birra al Giardinetto ho cominciato a pensare che sarebbe bello girarsi l'Italia per paesi non più grandi di Macerata, muoversi con mezzi di fortuna, visitarsi zaino in spalla queste antiche cittadine, vederne chiese e musei, dormire dove capita e passare le giornate a parlare con gli anziani, con i pensionati, con i vecchi ai giardini, nelle piazze, nei bar. Che oggi come oggi solo loro hanno tempo da perdere con te, con un giovane stronzo che ha voglia di starli a sentire. Fare questa vita per 2-3 anni deve arricchire lo spirito incredibilmente. Non avessi altro da fare tenterei pure. Chissà quante storie. Altro che i libri.


Foto: Jack, artista genio viaggiatore amico, in un tempio sulle Ande

照片


我,15岁的时候。。。那么帅!

Ancora sul natale cinese

Fonte: Internazionale Online

No al Natale
Lunedì in questa parte del mondo abbiamo festeggiato il Natale. Ma in Cina, informa il China Daily, è nato l'ennesimo movimento di resistenza a feste esotiche come questa e in generale, all'invasione della cultura e dei costumi occidentali.Dieci dottorandi di alcune delle migliori università cinesi (Beida e Tsinghua in testa) – scrive il China Daily hanno lanciato in rete una petizione dal titolo programmatico: Basta con la mancanza di coscienza collettiva della nostra tradizione culturale, rafforziamo i costumi cinesi. Quando si dice il dono della sintesi.La data della petizione manco a dirlo è quella del calendario lunare. Il Natale – affermano gli studenti – inquina; i cinesi devono resistere all'aggressione culturale dell'occidente. Anche perché sono in pochi a sapere cosa realmente si festeggi.E pensare che i cinesi adorano lustrini, regali, lucette, cotillon e quant'altro. Ma la petizione di quest'anno non era la prima del genere come spiega questo post di un noto blog anglofono cinese che vi regalo in versione originale:The author of the petition, Wang Dasan, has already received his PhD, so he did not sign it himself. In an explanation released the day after the petition was printed in New Express, Wang described how he toned down his own considerably more extreme views to arrive at a statement that ten doctoral students (originally twenty) were willing to sign. The letter, for example, states outright that "we uphold religious tolerance and freedom of religion, and we have no intent to exclude [Christianity]."Wang, on the other hand, believes that rejecting Christianity is essential for a renaissance of Confucianism.Last year, Wang posted a "Notice to the Chinese people concerning the so-called 'Christmas' problem" in which he recommended overhauling the Chinese terminology for all things related to Christianity. Like any hard-core guoxue supporter, he wrote the notice in literary Chinese. The same ideas appear in this year's petition, where Wang writes in the vernacular to gain a wider audience:1. Those who do not adhere to "Jesusism" should follow the practice of 1920s and 30s China and contemporary Hong Kong and Taiwan; instead of using names like "Christ", "Christianity", "Holy Bible", "Christmas", and "Christmas Tree" for things that are holy only to Christians, they should use words that do not have any emotional tone or reverential implication, such as "Jesus", "Jesusism", "Jesus Scriptures", "Jesus' Birthday" and "Jesus' Birthday Tree". They should in no way, whether intentional or unintentional, observe "Jesus' Birthday" and they should not send "Jesus' Birthday" Sms, letters, cards, or gifts. They should not take part in "Jesus' Birthday" get-togethers or parties. They should not worship or pray at "Jesusist Churches."

中国圣诞节

Fonte: Corriere Asia

In Cina il Natale è la festa dei ricchi

20 Dicembre 2006
SHANGHAI: Perché i cinesi amano il Natale? "Sembra Carnevale", commentava qualche giorno fa una ragazza europea al passaggio di decine di finti Babbo Natale per le strade di Shanghai.A meno di una settimana dalla Vigilia, le principali città cinesi sono adornate di simboli natalizi. La maggior parte delle persone non sa che si celebra la nascita di Cristo, ma considera il Natale l'equivalente straniero del Capodanno Cinese. Il valore del paragone, considerata l'importanza dell'amato Chunjie (Capodanno Cinese), spinge gli ospitali asiatici a voler rendere al meglio l'atmosfera della nostra festa. Così ne hanno già adottato tutti i simboli: l'albero di Natale, Babbo Natale, le renne, la neve, le luci scintillanti, i canti, i regali, fino ai torroncini e ai panettoni importati dall'Italia. A mancare è proprio il Presepio, sia perché non è una tradizione americana -- è dagli Stati Uniti che molti simboli natalizi sono giunti in Cina - sia perché ha un significato esclusivamente religioso. Se sempre più cinesi si interrogano sulla nostra "abitudine di andare in Chiesa", per la stragrande maggioranza il Natale è solo una giornata "gioiosa, romantica, divertente, da trascorrere in buona compagnia". Fra le abitudini più diffuse, quella di adornare la propria casa con lucine e scritte augurali -- come per il Capodanno - e uscire a cena con gli amici e i propri cari. Ma ad apprezzare il Natale sono soprattutto i commercianti, che si sono specializzati in sconti e promozioni per l'occasione. A Pechino i migliori ristoranti hanno predisposto per la cena della Vigilia centinaia di menu da 1000 a 3500 yuan -- da circa 100 a 350 euro. Qualcuno, soprattutto nella più moderna Shanghai, ha iniziato a promuovere cene a minor prezzo per il largo pubblico, perché a differenza degli europei - spiega un manager del Sofitel -- i cinesi, per Natale, amano cenare fuori casa.Ma se si considera che lo stipendio mensile medio nelle città è inferiore a 300 euro, è ancora più evidente che il Natale riguarda solo i "ricchi". Alla maggior parte delle persone non rimane che ammirare dall'esterno i colori di questa nuova "festa del benessere". Per esprimerne al meglio l'opulenza, le città hanno fatto a gara per costruire l'albero natalizio più alto e stravagante. Fra le migliaia di abeti nei negozi, negli hotel, nei ristoranti e negli uffici, spicca quello da 40.000 euro del New World Department Store di Pechino, 28 metri di altezza e 16 di diametro, che si è aggiudicato il primato nella capitale. La municipalità di Chongqing, nella Cina sud-occidentale, ha eretto un abete composto di centinaia di lattine di Coca Cola, mentre l'Ocean Aquarium di Shanghai ha accolto i primi visitatori con un albero, alto otto metri, costruito con cinquecento vecchi ombrelli, per ricordare ai bambini il rispetto dell'ambiente. Xintiandi, il cuore della concessione francese di Shanghai, si è trasformato in una "piazza natalizia" adornata con tappeti, un focolare, danze e spettacoli dal vivo, ricchi doni e un immancabile grande abete al centro. La moda imperversa a tal punto che il governo di Zhengzhou, capoluogo della provincia Henan, ha stabilito con un nuovo regolamento che tutti gli alberi di Natale dovranno essere dotati di estintori per ridurre il numero degli incendi recentemente causati dall'amato simbolo natalizio. La passione per il Natale ha ormai coinvolto tutti i settori industriali. La festa si è trasformata in un'occasione preziosa per inaugurare nuovi hotel, ristoranti, negozi e strutture, tutti destinati alle classi benestanti. La prima clinica post parto a cinque stelle di Shanghai, che offre alle neo mamme stanze al prezzo minimo di 40.000 yuan -- 4000 euro - al mese, aprirà proprio il 25 dicembre, come anche il tunnel più largo dell'Asia, a Chongqing. E ai ricchi sono destinati i costosissimi regali che si possono ordinare anche via Internet attraverso i tanti siti natalizi. Fra le idee regalo preferite, accanto a gioielli e vestiti firmati, riscuote sempre più successo la moda, diffusa dagli zoo, degli accessori natalizi per piccoli animali domestici. Da quest'anno si può affermare con certezza che la festa del "povero bambin Gesù" sia diventata per i cinesi un nuovo status symbol del benessere. Ma non ci dobbiamo scandalizzare, perché i cinesi tradizionalmente "imitano" ciò che vedono. Che idea abbiamo dato loro del Natale? Di fronte alla profanità con cui gli expat residenti in Cina si preparano a festeggiare la sera della Vigilia, e i nostri connazionali affollano i mercati del falso, i sexy shop e i negozi di alimentari alla ricerca del regalo più goliardico per gli amici rimasti in Italia, non ci resta che riflettere mentre assistiamo ai festeggiamenti di questo nuovo Carnevale.

我的圣诞节




















1。 和亲人在一起吃晚饭
2。 和亲人在一起吃午饭
3。 我家里的圣诞树和妹妹床
4。 我,我妹妹,她男朋友
5。 我,朋克音乐会以后

Monday, December 25, 2006

关于圣诞节


中国朋友们,会中文朋友们
我很谦虚地想给你们介绍一般的意大利圣诞节。
我中文还不太好,因此这篇文章舍不得很短。
首先,圣诞节有宗教和传统的根源。大部分的意大利人是天主教徒,家庭的房子里有不少的天主教的牌子和标志。我的家人也信天主,反而我是不可知论者。不过圣诞节不只是为了天主教徒而是为了全部的人,因为传统的根源也有。总的来说,圣诞节是个气氛。开心的,固体的,漂亮的,团结的气氛。圣诞节期间谁都多宽厚,多乐施,多固体的。谁都喜欢跟亲人在家里一起过开心时间,吃饭,聊天,看电视,玩游戏,打卡,出门走路,等等。大概是你们中国人的春节一样。
我不太喜欢圣诞节,我觉得是假的节日,假的气氛。我去年在中国过圣诞节,没有跟家人在一起,觉得有意思,第一次不跟他们在一起也是有意思的经验。可是看了中国人怎么过圣诞节就不太舒服。圣诞节的最讨厌事情是消费。谁都要浪费钱买笨蛋没用礼物送给亲人和朋友们。因为中国没有宗教和传统的圣诞节所以中国人只喜欢消费的圣诞节。在其他的外国也是这样子。真讨厌。
今年我和亲人在一起过,他们都很开心这次和他们一起过。谁都问我中国如何,旅游如何,未来我安排干什么等等。我们一起吃饭了,看电视,聊聊,换礼物,玩游戏。我什么礼物都没买了。妹妹替我买了送给亲人的礼物,父母替我买了送给妹妹的礼物。我收到了三本书,不同的袜子,很多巧克力,一瓶白葡萄酒,很多钱。我拍了好多照片,记录等等。昨晚我亲人和大部分的意大利人去教堂,我跟朋友们出去喝酒聊天。今天下午我出去访问亲人和朋友们,晚上先在家里吃饭然后和朋友们去看朋克音乐会。又一次圣诞节快过了,过得每年一样,这就是“传统”的意思。
中国朋友们,会中文朋友们,我只希望你们看得理解多一点意大利的圣诞节。

世界人民大团结万岁!

Friday, December 22, 2006

中国独立工会万岁!!


Mentre negli ultimi tre mesi ho fatto il tirocinio a Canton, ho anche lavorato privatamente (e profumatamente) come interprete italiano-cinese per due ditte (una italiana e una spagnola) alla grande fiera di Canton. L'avevo già scritto nel blog mi sembra. Ho accompagnato dei signori tra gli oltre 10.000 stand della fiera e comunicavo per loro in mandarino con i vari imprenditori cinesi. Ho visto miliardi di articoli da regalo (come quello in foto), soprattutto per vino, caffè e simili. Sono tutte cose che i cinesi non usano (ancora); sono tutte cose che gli imprenditori occidentali commissionano a ditte e società cinesi, danno loro delle foto, misure, modelli e si fanno fare tutti questi articoli a un ventesimo di quello che pagherebbero per farseli fare in Italia. Poi li importano e li vendono a noi per le feste natalizie e per l'epifania. Ecco. In questi giorni mi stanno capitando sotto gli occhi moltissimi di questi articoli, piatti di plastica, confezioni per bottiglie di vino, scatole di legno laccato, posaceneri... bello sapere da dove vengono, quanto costa produrli, quanto costano all'ingrosso, quante sono le spese di spedizione, quante le tasse e a quanto le vendono qui. Oltre la fiera ho accompagnato i signori anche in un paio di fabbriche ad osservare la produzione. So dove, chi, come, quando e per quanto ha fatto il piatto di plastica che tua madre regalerà alla vicina di casa domani. Lo avevo in mano 2 mesi fa quando discutevo il prezzo con qualche antipatica signorina cinese. Lo so. Mi sento orgoglione di esserlo.
Imprendiamo? Datemi un capitale e vi solleverò il mondo!

People for Ethical Treatment of Animals (PETA)


peta.org

Natale punk


Imagine there's no countries
it isn't hard to do
nothing to kill or die for
and no religion too

Mi piacciono le donne. Specie le punk e le orientali. Ma non ho nulla contro gli uomini, anche se pelosi e indigesti. L'anno scorso ero in Cina e quasi mi ero dimenticato l'atmosfera natalizia che si vive in Italia, anche in piccole città come Macerata. Tutto sommato anche se caotica e insensata quest'atmosfera non mi dispiace. In Cina il natale lo passano a comprare nei negozi (chi se lo può permettere) o a non far niente di particolare (tutti gli altri molti tanti). Anche in Giappone celebrano il consumismo, ma il 25 dicembre è anche la data in cui gli innamorati stanno insieme todo el dia, una specie di San Valentino mi sa. Da noi invece a casa con le nonne e le zie, un alberello spelacchiato, la tredicesima in regali, pollo arrosto panettone spumante, la tombola e le carte, e la sera un bel concerto punk. Il 25 dicembre ore 22 a Jesi concertone dei Res Nullis e Rota Cupa, entrambe band maceratesi, punk e hardcore rispettivamente. Gradito trafugare una bottiglia di Varnelli e una di Borghetti da casa a testa, tanto le vostre zie non bevono e vostro padre può farne a meno per un giorno.
Lunga vita ai poeti di Babilonia e della Persia tutta!

Thursday, December 21, 2006

Il Tibet è Cina, ma per andarci...


Papers required for foreigners for Tibet travel
Four pieces of information are necessary for foreign tourists traveling to Tibet, a valid passport, a valid visa, a Tibet Entry Permit (TTB Permit) and an Alien Travel Permit (PSB Permit). Those coming from Taiwan, Hong Kong SAR and Macau SAR must also carry these four documents. However, journalists and people that may be involved in political matters are not included in this, for they must travel to Tibet under arrangements made by the Foreign Affairs Office of the Tibet government. Generally speaking visas can be obtained from local China consulates in foreign countries. However, there are two exceptions: travelers from countries having a visa exemption agreement with Hong Kong do not need a visa and travelers coming to Lhasa from Katmandu have to get a visa from the Chinese Embassy in Kathmandu as regulated in an official memo between China and Nepal. Foreign tourists are not allowed to visit Tibet by themselves and they must register with a licensed Chinese tour operator that will help them obtain a Tibet Entry Permit . Application for Tibet Entry Permit has to be delivered at least ten days prior to the entry date. Information submitted should include the traveler's full name, gender, date of birth, passport number, nationality and occupation. All should be listed exactly as on the passport. Passport and visa duplicates are necessary. A Tibet Entry Permit usually costs around RMB 200. One Tibet Entry Permit is issued for each tourist group and is held by the guide. No individual foreign tourist is allowed to carry it. No legitimate travel agency provides "permit-only" service. A service package normally includes transfers and guide. An Alien Travel Permit is required for travel into certain restricted areas of Tibet (most of the Tibet Autonomous Region) and the tourist holds the permit. Normally travel agencies can help foreign tourists apply for the permit once they have arrived in Tibet.

Foto: bandiera storica del Tibet
Fonte: ChinaDaily Online, 26 settembre 2006

Wednesday, December 20, 2006

L'orgoglio di essere italiano


E' l'1 e 51 di notte, sono stanco e volevo andare a dormire, ma ho letto questa notizia e mi è passato il sonno. Notizie da farti calare le palle, lo stomaco, il fegato e tutto il resto, da restare con i denti in mano e le orbite fuori. Dispiace e sa di ipocrita ricordarsene solo ogni tanto di queste cose, ma il boccone è ancora più duro da ingoiare per tutti quelli che come me (come noi... che tanti ne conosco) in quei posti ci sono stati, e la gente che soffre laggiù (specie i bambini) li abbiamo visti davvero e li possiamo testimoniare meglio di tanti altri.
Visto che è natale ricordiamoci di chi sta peggio, molto peggio... e vergognamocene

Fonte: Corriere Online

Rapporto Unicef: la maggiore percentuale tra i frequentatori stranieri Kenia: baby prostitute, italiano il 18% clienti Gli italiani superano tedeschi (14%) e svizzeri (12%). I minori costretti a rapporti con keniani (38%) per arrivare agli stranieri GINEVRA - I maggiori clienti stranieri delle baby prostitute in Kenia sono italiani. Lo afferma un rapporto dell'Unicef. I connazionali sono seguiti dai tedeschi (14%) e dagli svizzeri (12%), anche se la percentuale maggiore (38%) è composta proprio da keniani, ma perché i locali che lavorano nel settore turistico costringono i minori ad avere rapporti con loro per poter accedere agli stranieri. UNA RAGAZZA SU TRE NELLA ZONA COSTIERA - Oltre 15 mila ragazzine tra i 12 e i 18 anni si prostituiscono, anche se non abitualmente, nella zona costiera del Kenya dove è maggiore l'afflusso di turisti, in cambio di soldi o regali. Il fenomeno, si afferma nello studio realizzato dall'Agenzia dell'Onu per la protezione dell'infanzia e dal governo di Nairobi, riguarda il 30% delle adolescenti che vivono nell'area. La prostituzione è la principale attività per 2-3 mila ragazzi e ragazze che vivono nella zona della costa. UNICEF: «TOLLERANZA ZERO» - «È inaccettabile. L'Unicef ritiene che è venuto il momento per imporre la tolleranza zero, in particolare per ciò che riguarda le violenze sessuali nei confronti dei minori», ha dichiarato il portavoce dell'organizzazione Michael Bociurkiw. Secondo l'Unicef è necessario porre fine alla tolleranza culturale nei confronti della prostituzione minorile nelle zone turistiche del Kenia. Lo studio afferma che un'altissima percentuale, pari al 75%, delle persone coinvolte nell'attività turistica accetta l'idea della prostituzione minorile femminile, e il 60% pensa lo stesso di quella maschile. «I minori sono spesso costretti ad avere rapporti sessuali con keniani - addetti alla spiaggia, personale dei bar, camerieri - per avere accesso ai turisti», denuncia il rapporto dell'Unicef che lancia un appello alle autorità del Kenia, alla società civile e all'industria turistica a unire i rispettivi sforzi per lottare contro il fenomeno della prostituzione infantile.

Monday, December 18, 2006

Ancora una: arte contemporanea cinese


Mentre in Corea del Sud hanno clonato un cane, io sottolineo ancora l'arte, quella contemporanea e cinese. Per i fortunati che sabato scorso sono potuti andare a Nanchino per una grande esibizione di arte contemporanea cinese e nonna papera tossicodipendente.
Voglio anche segnalare, per chi già non lo conoscesse, il programma di rainews24 "Continente Cina", condotto dalla bravissima Enrica Toninelli (giornalista che invidio tantissimo, al pari di Longo e Rampini, e che ho avuto la fortuna di incontrare e aiutare -per i bagagli, lo ammetto- quando ho lavorato come collaboratore-interprete durante la visita della delegazione della presidenza del consiglio a Canton lo scorso settembre; sono un fico, lo so). Il programma lo danno in Rai giovedì notte alle 1.47 (...!!!) ma potete vedervi tutte le puntate all'indirizzo internet www.rainews24.it , e poi scegliere "continente cina" sulla barra verticale a sinistra. Alla fine di ogni puntata c'è anche il simpatico professore Yuan Huaqing che spiega in italiano il significato e la storia di un carattere cinese.
Da leccarsi i baffi!!

Saturday, December 16, 2006

"chi non combatte cade non lo sai"

La vita... la vita è farsi la barba a metà, un tatuaggio sulla chiappa sinistra e due cerotti sull'altra, una croce celtica in direzione della Mecca, un biberon appresso, il Manifesto in tasca, una cartina all'orecchio, le notti in pattumiera, una macchina da scrivere tra quattro mura che trasudano ansia di evasione e un bicchiere da whisky vuoto abitato dal cadavere d'un ragno morto di sete... ah, e un triste paesino di 7-8 cento anni di storia e guerre dove dare il peggio di te stesso...
lasciate che i giovani si esprimano. e non insegnate loro il timor di dio.

Friday, December 15, 2006

Evviva lu Varnelli!!!


Identià nazionale. Tradizione. Orgoglio italiano. Patria. Attaccamento alle radici. Crisi d'identità. Campanilismo. Il presepe dell'IKEA. La scuola islamica a Milano e la moschea a Corridonia. Parole che non capisco, non capisco a fondo, mi passano sopra senza colpo ferire. Quando mi dicono "orgoglio e tradizione" al massimo il mio cervello rutta una frase idiomatica che recita "evviva lu varnelli!!!". Per chi non fosse delle mie parti il Varnelli è un noto liquore all'anice della provincia di Macerata.
Per sopravvivere bisogna aprirsi alla Cina. E io non voglio essere da meno, lancio sul mercato un nuovo prodotto: thè rosso cinese con un cucchiaino di Varnelli. L'idea è tutta mia, mio il brevetto e mio il copyright, se non l'ha fatto Tucci prima di me l'idea è di sicuro mia!
Mmmm... che buono... provate gente provate. E se mi trovate uno slogan ad hoc vi metto in affari con me.

I manifesti di propaganda rossa


Mi piacciono troppo i manifesti di propaganda socialista in Cina dagli anni venti alla prima metà degli anni settanta, dai primi articoli sui giornali rivoluzionari a quelli delle rivoluzione culturale. Questo ad esempio è del 1967 , recita contro Deng Xiaoping e Liu Shaoqi qualcosa come "Polverizzare accuratamente la linea riformista Liu - Deng". Mi piacciono questi muscolosi proletari che fieramente e violentemente combattono i controrivoluzionari, lavorano per costruire la società comunista, schiacciano con falci e chiavi inglesi borghesi, latifondisti e superstizioni, come a dire "il duce il papa il re". Credo appartengano ad un periodo troppo lontano ideologicamente per giovani occidentali come me. Quando abitavo nel dormitorio dell'università a Pechino ne avevo comprato e appeso uno in camera con due proletari (un cinese e un occidentale) che schiacciavano col pugno dei riformisti cinesi e russi, con due scritte nere laterali in caratteri cinese e cirillico (tra l'altro il mio compagno di stanza bielorusso mi disse che la traduzione in russo era sbagliata). In Cina ne vendono molti per strada e nei meganegozi di cianfrusaglie per turisti stranieri. Devono averci scritto parecchi libri e tesi su questi manifesti, forse c'è qualcosa anche nella mia facoltà a Roma.
Ai posteri l'ardua sentenza...

L'ha detto Mao

"Una singola scintilla può creare un incendio nella prateria" 5 gennaio 1930
questa e altre su:

http://www.chairmanmao.org/eng/wen.htm

Thursday, December 14, 2006

"Per loro non sarà mai pace, a loro la guerra piace"



Fonte: Altan, Espresso Online

Foto che si commentano da sole... (5)


Nei tempi migliori, mentre tento il suidicio strappandomi la giugulare con una rasoio da campeggio nel bagno di un aereo per Nessuna Parte.

grazie a Greg per la collaborazione...

Foto che si commentano da sole... (4)


Il mitico (e puntualmente inutile) autostop nell'autogrill dell'autostrada

Foto che si commentano da sole... (3)



Sempre barbon-punk ma in versione playboy in Slovenia

Foto che si commentano da sole... (2)


Morti e sfiniti alla festa per i miei 18 anni

Foto che si commentano da sole... (1)




Barboni sporchi di vita dopo un mese di interrail in Est Europa

Un articolo che si commenta da solo

«È di vitale importanza comunicare il messaggio che la fedeltà nel matrimonio e l'astinenza al di fuori di esso sono la via migliore per evitare l'infezione e per fermare la diffusione dell'Aids». In occasione della visita in Vaticano del nuovo ambasciatore del Lesotho, Makase Nyaphisi, il papa Benedetto XVI non ha perso l´occasione per ribadire quella che la chiesa cattolica ritiene la via migliore per combattere la pandemia che, secondo l´Unaids (programma congiunto delle Nazioni Unite sull'Hiv/Aids) ogni anno uccide quasi tre milioni di persone in tutto il mondo (più della metà in Africa). Astinenza e fedeltà, secondo Ratzinger, sono dunque la sola via per sconfiggere quella che definisce la «piaga dell'Aids, che affligge milioni di persone nel continente africano e ha portato indicibili sofferenze alla popolazione del Leshoto». Papa Ratzinger ha voluto poi «assicurare l'impegno della Chiesa Cattolica per fare quanto possibile nel portare aiuto a coloro che sono afflitti da questa crudele malattia». Nel 2006, sempre secondo Unaids, le persone contagiate dal virus sono state circa 4,3 milioni. In tutto il mondo, in totale, sono circa 40 milioni le persone che vivono con l´hiv. In particolare il Lesotho, secondo i dati di Medici Senza Frontiere, con il 29,8% di adulti contagiati, è il terzo paese al mondo con la più alta prevalenza di Hiv/Aids. Il triste primato viene battuto solo da Botzwana e Swaziland, ma il Lesotho rimane il più povero dei tre. Su una popolazione totale di 2 milioni di persone circa 330mila adulti e 27mila bambini sono malati di Aids. In una recente dichiarazione in occasione della giornata mondiale contro l´Aids, Peter Piot, Direttore generale di Unaids, parlando di prevenzione per quella che, secondo gli esperti, continuerà ad essere una delle maggiori e più diffuse epidemie virali, ha tenuto a sottolineare: «È necessario ribadire che la parola "solo" non funziona con l'Aids, sia che si tratti "solo" di prevenzione, "solo" di astinenza, "solo" di preservativo, "solo" di circoncisione maschile. Il successo può essere garantito dall'armonizzazione di tutte le misure possibili, anche se continuo a chiedermi come si possa fare prevenzione se ogni uomo africano dispone di quattro profilattici l'anno!»

Fonte: l'Unità Online

Wednesday, December 13, 2006

又一条辫子破掉了。
肚子越来越fucking大。。。也不能骂别人而该骂自己而已。
努力找自己的马路也白找。
有人说条条大路通罗马。我要迷路才到罗马。。。

daniele

Tuesday, December 12, 2006

Evviva la Pechino punk!!!




Oooohh... finalmente Topolino Occhi a Mandorla e Minnie Patata Stretta!!


Fonte: Corriere Asia

Gioielli Mickey Mouse per signore cinesi
SHANGHAI: Lo scorso sabato Chow Tai Fook ha presentato a Shanghai la Classic Mickey Collection, una collezione di gioielli con l'immagine di Topolino. L'azienda, che produce articoli di moda dall'abbigliamento agli accessori, collabora con Walt Disney dal 2003.

Alla nostra età...


Non per dire, ma alla mia età mia madre lavorava da sette anni e aveva versato contributi per altrettanti anni; alla mia età mio padre era laureato da 3 anni (laurea seria, quella del vecchio ordinamento) e non aveva un gommone flaccido all'altezza dell'ombelico...

alla nostra età invece noi suoniamo il punk!
alla nostra età invece noi suoniamo il punk!

Monday, December 11, 2006

...ti amo Vinavil !!!

Basta un minuto di urla e accordi di Vinavil per fare un salto indietro di 6-7 anni buoni... ti amo Vinavil!!!

...e intanto giovani artisti cinesi ribelli crescono

Un libro da leggere



Un detto cinese detta "Il cielo non intralcia i viaggiatori". E' una frase che diceva spesso Mao Zedong quando girava (abbestia, considerando i tempi e i posti...) tra Pechino e Changsha (Hunan) negli anni venti, ancora studente. Sto leggendo un libro piuttosto conosciuto tra sinologi e aspiranti tali, "Stella rossa sulla Cina" di Edgar Snow. Mi chiedo come ci si possa laureare in Lingue e Civiltà Orientali senza aver mai letto questo libro. Mi chiedo come non l'abbia letto prima. Ma mi chiedo troppe cose, ed è ora di andare a letto.

"Il cielo non intralcia i sognatori"

Sunday, December 10, 2006

Bar, baristi e barcollanti


Belle le foto in doccia durante i postumi di una sonante sbronza punk.
Tutti i bei discorsi fatti e pensati in Cina se ne stanno pian piano andando a puttane. Sono tornato da due settimane, sono uscito pochissimo ma già mi sento totalmente cambiato, nuove idee e piani per il futuro, ottiche diverse su vita lavoro studio donne società viaggi. Mi scopro un'altra persona, quella che ero fino a due anni e mezzo fa, quando ancora non avevo scoperto il continente cinese e facevo una balorda vita da studente incazzato col sistema. Mi scopro ancora maledettamente legato a quella vita, della Cina e delle prospettive future me ne frega molto poco, sicuramente molto meno rispetto a quando fino a due settimane fa mi trovavo a Canton. Incredibile come influenzi l'ambiente esterno. Sarà forse il fuso. Sarà che sono fuso. Spero di ricambiare presto idee e rompermi le scatole di Macerata, Italia e tempi andati.
"Beato il popolo che non ha bisogno dei bar". Noi abbiamo il bar. Quando in Cina gli asiatici mi chiedono come ci si diverte in Italia e come passiamo le serate rispondo fiero "Beh... caro musetto giallo... noi... in Italia... abbiamo il BAR!!!". Che cos'è un bar? Impossibile spiegarlo ad un asiatico, non è un pub, non è una discoteca, non è un ristorante, non è una bettola nè un ritrovo per sfigati, anche se ci si avvicina molto. Poi da qualche anno c'è anche l'HappyHour e l'aperitivo. E l'aperitivo non è borghese, no no, l'aperitivo lo prende il padrone e l'operaio, il punk e il fascio, lo studente e il muratore, l'anziano e il minorenne. L'aperitivo nel bar. Noi abbiamo il bar. E quella canzone che fa "voglio andare al Festivalbar perchè c'è il bar". Il bar. Noi abbiamo il bar. Me lo scordo quando sto in Cina, ma quando torno in Italia e vedo paesi e genti vivere attorno al bar, nel bar, per il bar, con il bar, beh è una piacevolissima sensazione. Fossi studente di sociologia o psicologia scriverei mille tesi sul bar. Quanto è interessante il bar!? Se volete far impazzire gli abitanti di un paesino togliete tutti i bar. La gente impazzirebbe davvero, non saprebbe più dove andare, dove spendere i soldi, dove sbroccare, dove mangiare, dove bere, dove giocare a carte, dove prendere per il culo, dove prendersi per il culo. Voi ci scherzate ma io dico sul serio: chiudete i bar e il popolo si suicida. Non a caso i bar sono aperti tutto l'anno. Sono finalmente fiero di essere italiano perchè sono estremamente fiero di vivere in un paese di bar.

Saturday, December 09, 2006

Per 400 dollari...


www.repubblica.it

La lucha todavia sigue...



Foto: Agenzia Reuters

"LASCIACI IN PACS" !!!

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/12_Dicembre/09/caccia.shtml

Friday, December 08, 2006

Buffonate di regime

Leggo oggi sul Corriere una notizia di qualche giorno fa :

Ammanettate e imbavagliate, casacca gialla e pantaloni neri: così un centinaio di prostitute sono state costrette a "sfilare" per le strade di Shenzhen, nel sud della Cina. Con loro, anche alcuni clienti. A fine novembre sono stati sottoposti a un processo pubblico all'aperto, a un incrocio tra due strade di grande traffico, chiuso per l' occasione da un cordone di agenti. Gli imputati sono state condannate a 15 giorni di prigione

Alcune NGOs e giornali cinesi e non hanno denunciato l'accaduto e recriminato per i diritti di queste ragazze. Ci credo. Non capisco il senso di questa buffanata. Non capisco perchè queste ragazze devono pagare per "la prostituzione in Cina". Nelle democrazie succede spesso che i pochi pagano per i più, te lo insegnano sin dalle scuole elementari, quando a causa di uno che dato fuoco ad un banco tutta la classe salta la pausa ricreazione (che sublimi ricordi della mia infanzia...); la Cina è ancora un regime, questo discorso non vale. Tanto più a Shenzhen! Sono stato a Shenzhen due mesi fa circa, la strada che porta dalla stazione dei treni al centro è piena di vecchie che appena vedono un occidentale ti assalgono con biglietti da visita di belle e giovani ragazze che fanno messaggi (questo è il ridicolo ma fondamentale modo con cui nascondono anzi camuffano la prostituzione, lo stesso che a Canton, Pechino, Shanghai). Pieno per dire pieno. Una mia amica giapponese che lavora a Shenzhen mi parlava solo di questo e un altro ragazzo italiano ha scritto nel suo blog di Shenzhen come la "metropoli cinese con la più alta concentrazione di mignotte/m2". La prostituzione è agli occhi di tutti, ci campano in migliaia a Shenzhen con la prostituzione... perchè la polizia un mattino si sveglia, arresta cento ragazze e le umilia in pubblico? Che senso ha?! Odio lo Stato che prende per il culo se stesso. L'autorità che ipocritamente incula l'individuo per salvarsi la faccia. Come quando nel Corriere Adriatico scrivono "negli ultimi mesi é aumentato l'uso di droga fra i giovani del 20%" e qualche giorno dopo scrivono "grazie alla collaborazione dei cittadini con le forze dell'ordine oggi in piazza è stato arrestato un marocchino con cinque grammi di fumo in tasca e ieri è stato fermato un diciassettenne del luogo trovato a fumare marijuana nel boschetto dietro i giardini". E poi le tracce di cocaina nei bagni del parlamento e i senatori che si rifiutano di farsi le analisi del sangue per vedere se hanno fatto uso di stupefacenti.
"Beato il popolo che non ha bisogno di eroi" diceva Tolstoj. "Beato il popolo che non ha bisogno di esser preso per il culo" piuttosto!

Viaggio a Pyong Yang


Mi han fatto sapere che in Cina Wikipedia è di nuovo censurato, mentre hanno riattivato Blogspot (e quindi ora questo blog lo si vede anche in Cina, tette al vento permettendo).
Forse mi sbaglio, ma mi sembra che la televisione parli solo di pettegolezzi e pubblicizzazioni, scoop, gossip, foto hard, scandali, tradimenti, vallette, calciatori, matrimoni di vip, scopate dei vip e troiate simili. Non che sia una grossa scoperta, credo però che hanno toccato il fondo. Forse qualcosa di interessante lo vedi alle 3 di mattina quando torni barcollante a casa dopo le serate etiliche con gli amici. Aprono sempre più negozi che affittano film 24 ore al giorno e sempre più gente guarda film in internet più che in televisione. Non mi sembra tanto strano. Qualche giorno fa ho letto su Il Giornale un articolo, dove un tale condannava il moralismo anticonsumista nel periodo di natale, consigliando a chi non piace lo shopping, il consumo forsennato e il mercato troppo libero di andare in Corea del Nord.
Compagni andiamo in Corea del Nord! Voglio andare in Corea del Nord! Deve essere incredibile la Corea del Nord. Di sicuro se ne sa poco e per di più sbagliato, vincolato, partigiano. Ho avuto un compagno di stanza nordcoreano per un breve periodo quando studiavo a Pechino. E sempre a Pechino aiutavo due ragazzi nordcoreani a studiare la lingua italiana: erano tipi in gamba, semplici, zero grilli per la testa, mi regalavano sempre pacchetti di sigarette nordcoreane nazionali esportazioni infumabili anche per il peggior proletario minatore siberiano di fine ottocento (evviva il sindacato libero in Cina!). Studiavano molto, la sera facevano cena in una stanza con altre due ragazze, stavano sempre tra di loro, ogni tanto andavano a fare due tiri a calcio, non partecipavano alle feste mondane e libertine di noi occidentali, avevano due quadri di Kim Il Song e Kim Jong Il in camera, mi chiedevano cosa sappiamo in Italia della Corea del Nord a parte il problema nucleare (evviva il pensiero libero in Cina!) e se è vero che in occidente amiamo solo una persona ma andiamo a letto con mille altre cento (evviva il pisello libero in Cina!). Ogni tanto si ubriacavano. Mi mancano quei ragazzi. Giravano (e girano) strane voci sui nordcoreani, in generale e nel dormitorio all'università di Pechino, storie di spionaggio, rapimenti, paranoie, di sicuro non sono molti gli occidentali che conoscono un norcoreano. In Corea del Nord entrano poche centinaia di stranieri all'anno e la lista delle cose che non puoi fare è talmente lunga che fanno prima a dirti cosa puoi fare. Non puoi andare da solo in giro, ci sono sempre due "guide" che ti accompagnano. Non puoi parlare con la gente in strada nè fare foto senza autorizzazione. E mille altri divieti. Dev'essere impressionante un viaggio (anche se in catene) in Corea del Nord.
Mentre sto buttando giù un piano per sette anni in Tibet (treno Pechino - Lhasa 39 euro, 48 ore) vi comunico quello ufficiale per la Corea del Nord:
Programma: stazione dei pullman di Roma Tiburtina, pullman per Kiev, treno per Mosca, transiberiana fino a Pechino, treno per Pyong Yang. Costo: molto alto. Andiamo?!
Io continuo a pensare e dispensare pacchetti viaggio per ovunque, continuo imperterrito nel mio delirio di fuga da tutto, non fatevi problemi a pensare che io sia matto: lo sono e basta.
Giù le mani dalla fantasia!

Tuesday, December 05, 2006

2008, Beijing Olympic Games

Sicuramente avrete sentito parlare delle Olimpiadi del 2008 a Pechino. Da qualche anno in Cina non si parla d'altro e per un altro paio d'anni ancora si farà lo stesso.
Tra i molti siti che parlavo di questo evento e delle problematiche connesse, un sito sui diritti umani che dà una visione critica è:

http://www.hrw.org/campaigns/china/beijing08/

Contro l' I hate myself and I want to die un'allegra goliardata...




















Questo blog condanna la pornografia (la condanna a morte, pena eventualmente commutabile in carcere a vita).
Questo blog applaude questo paio di tette con standing ovation finale.

Foto: Copyright2006@gentileconcessionediunacompagnadisbronzeviaggiscazziequantaltro

Oooohhh... finalmente I hate myself and I want to die...!!

Il compagno Mao oggi forse non sarebbe contento di esserlo

Ho avuto una piacevole discussione con un amico cinese, vorrei condividere una curiosità che ignoravo, molto sintomatica secondo me di quanto oggi la Cina sia cambiata e stia cambiando.
Gli studenti stranieri in Cina imparano presto che la parola 小姐 (xiaojie, "signorina") va usata con attenzione, specie nel sud, se non messa come "Signorina Rossi" o "Signorina Bianchi" ma semplicemente "Signorina!" o "è una signorina" crea situazione spiacevoli, perchè i cinesi la intendono come "puttana", "fa la prostituta". E questo lo sanno un po' tutti. Quello che non sapevo è che anche un altro parola è cambiata ed ha un senso non proprio gradevole oggi: 同志 (tongzhi, "compagno" nel senso comunista del termine, "comrade" in inglese, "tavarish" in russo). Fino alla fine degli anni ottanta i cinesi si chiamavano tra loro tongzhi. Oggi tongzhi non si usa più; lo usano a volte gli anziani, ma sempre accompagnato dal cognome, tipo "Wen Tongzhi" o "Li Tongzhi", ed è usato anche come titolo d'onore (pensate un po'... negli anni trenta tongzhi era l'appellativo che usavano i contadini scalzi e denutriti nella Cina rossa). La cosa ancora più simpatica è che se usato in pubblico e non affiancato da cognome tongzhi tra giovani si usa per indicare gli omosessuali. Se andate su Google Images e scrivete "tongzhi" vi usciranno fuori anche foto di omosessuali.
Alla prossima compagni!

Sunday, December 03, 2006

A tutti quelli di Mae Sot


Migliaia di civili birmani marciano da giorni nella boscaglia verso il confine della Thailandia, in fuga dai villaggi dello Stato Karen, sotto attacco delle forze governative. A lanciare l’allarme è Human Rights Watch, secondo cui circa 200 persone di etnia karen avrebbero trovato assistenza in alcuni campi profughi oltre il confine, mentre altre 3mila starebbero ancora tentando di raggiungere la frontiera.

Fonte: www.warnews.it

Lettera dal carcere

C'è un tipo, un siciliano, si chiama Carmelo, condannato all'ergastolo, si è già fatto 15 anni in diversi penitenziari, in carcere ha preso il diploma di scuola superiore e una laurea in giurisprudenza, ha una moglie, due figli e un nipote in Toscana, vorrebbe esser trasferito dal carcere di Nuoro a quello di Firenze per continuare gli studi e stare vicino alla famiglia come previsto dalla legge, per far sentire le sue ragioni ha iniziato lo sciopero della fame. A parte la sua storia, mi piace molto una cosa che ha scritto:

Il destino non è immutabile, può essere modificato ed io ho deciso di farlo: desidero continuare e finire gli studi con l'Università di Firenze e desidero essere trasferito in un carcere vicino casa. La vittoria dipende da me, il buon senso, la legge per una volta è dalla mia parte, non posso perdere, tutto quello che devo fare è non mangiare, non è difficile e se perdo e muoio di fame ho vinto perché ho lottato

Fonte: www.odioilcarcere.org

Tempo di calendari: Il libero sindacato in Cina






Saturday, December 02, 2006

Il Vaticano prenda esempio

Residents struggle for free condoms during an anti-AIDS prevention & control event on the occasion of World AIDS Day in Lanzhou, capital of Northwest China's Gansu Province December 1, 2006. The topic of sex, which had been considered a taboo across the country, has gradually turned out to be a new buzz.

Fonte: QQ.com

Via!!


Non mi dispiacciono questi giorni a Macerata. Vero che passo la maggior parte del tempo in pigiama davanti al computer a buttar giù pagine di tesi, vero che la tesi mi dà pensiero e ansia, vero che spero di tirarne fuori le gambe e arrivare illeso fino a marzo e fare una figura decente il giorno della discussione, vero che oltre a scrivere non faccio altro che cercare scappatoie in rete e contattare enti o università all'estero, comunque vero che non mi dispiacciono questi giorni a Macerata.
In realtà penso anche a qualche fuga da qui a marzo, qualche viaggetto, qualche sana ed onesta sbroccata in solitaria o in compagnia... beh, di sbroccate ne progetto soprattutto per dopo marzo. E neanche a farlo apposta oggi chi mi chiama? La Strada. Mi chiama La Strada. Non so da dove chiamasse, probabilmente era un'interurbana, la lina era disturbata. Mi ha chiamato per un giro. Guarda caso proprio per il dopo tesi, per dopo marzo. Mi ha proposto un dieci giorni di strada. Tutta a piedi. Destinazione (ah ah ah...!) , verso e tragitto da decidere con calma e potenzialmente non da solo. Un giro senza noie nè pretese, zaino semivuoto in spalla, 25-50 km al giorno per dieci giorni, un paio di libri, una mappa per simpatia, una bottiglia vuota da riempire d'acqua, un panino al giorno comprato dove capita, la sera buttarsi col sacco a pelo dove più ispira. L'immancabile busta di Leccio di tanto in tanto per aggradare le giornate e rendere il tutto più artificialmente spirituale. Scarpe scomode ovviamente e la filosofia "se non soffro non mi diverto" nota anche come "no pain no fun" e nella versione "no pain no gain" sempre in tasca. La proposta allettava, ho accettato subito, salutato La Strada, auguratole buona strada e una promessa di arrividerci a dopo marzo (promessa da marinaio, si intende).

L'idea non mi dispiacerebbe affatto. Per chi interessasse le iscrizioni sono aperte, la quota d'iscrizione è nessuna come nessuno è il limite massimo di partecipanti. Non è necessario portare nulla. Gradito un alto livello di sopportazione e adattamento. Per una volta senza fretta. La notte russo. Rubo la merenda ai bambini cattivi. E succhio il sangue alle fanciulle vergini...