Thursday, September 29, 2011

狗日的:Chinese punk

Download for free Chinese punk from Kunming!

狗日的 GOURIDE, here there are:

http://gouride.bandcamp.com/

Lettera da un amico

"Me alegro de tu hermosa nueva y maravillosa vida, que al igual que un cuadro chino antiguo, de a pequenas pinceladas vas dibujando paisajes de incalculable valor estetico"

Sapevo Esteban fosse in gamba...

"Universidad mexicana abre centro de estudios en China
by Andrés Bermúdez Liévano

Este viernes se inaugurará en la ciudad de Chongqing, en el suroccidente de China, el primer centro de estudios sobre México en el gigante asiático. La innovadora institución, fruto de la estrecha colaboración que han forjado la Universidad Veracruzana y la de Chongqing, aspira a convertirse en un punto de contacto entre China y México que impulse el aprendizaje de lenguas, el intercambio cultural y los flujos comerciales entre los dos países."

http://www.china-files.com/es/link/11535/universidad-mexicana-abre-centro-de-estudios-en-china

Se proprio dovete votare...

Wednesday, September 28, 2011

I capelli lunghi e la barba

"I capelli li tengo lunghi perché li sto perdendo, la barba mi serve per avere un aspetto più cattivo"
E perché da grande voglio fare il barbone, avrei aggiunto.

http://www.corriere.it/sport/speciali/2011/rugby-coppa-del-mondo/notizie/castro-intervista-calcagno_6c153700-e994-11e0-ac11-802520ded4a5.shtml

Da un'intervista a Martin Castrogiovanni, pilone della nazionale italiana di rugby. Domenica mattina, in Nuova Zelanda se la vedono con l'Irlanda. Il rugby qui in Irlanda è come il calcio in Italia. I nuovi amici e i colleghi mi hanno già fatto capire che per me butta male. Se l'Italia vince ne prendo tante. Se l'Italia perde ne prendo tante lo stesso.
Meglio comunque essere presenti ed in forma per domenica mattina. Il pub, lo schermo, Guinness per colazione e vada come vada: finirà a brindisi lo stesso. Tanto lunedì non ho lezione ;)

Viva Cork, viva l'Irlanda!

Caccia la caccia

"Spara a una lepre Centra un ragazzo in scooter
E' successo stamattina a Tolentino in contrada Rosciano. Il giovane, operato a Macerata, non è in gravi condizioni"

Leggi l'articolo:
http://www.cronachemaceratesi.it/2011/09/28/spara-a-una-lepre-centra-un-ragazzo-in-scooter/

Tuesday, September 27, 2011

Kobo Abe grew up in Mukden. Mukden is another name for Shenyang.

"I think we had simply abandoned hope from the beginning. Passion is the urge to burn oneself out. . . . We were afraid of stopping loving before burning out, but we were not sure we wanted to go on the way people usually do. We could not imagine things so far as a half year in the future, as when the room would be full of garbage. . . . Words themselves had already begun to lose their meaning. Time had stopped. Three days, three weeks were all the same. No matter how long our love goes on burning, when it is burnt out it is over in an instant"

Kobo Abe (1924-1993)

De Facebook...

Un hombre estaba poniendo flores en la tumba de su esposa, cuando vio a un hombre chino poniendo un plato con arroz en la tumba vecina. El vecino se dirigió al chino y le preguntó: -"Disculpe señor, ¿de verdad cree usted que el difunto vendrá a comer el arroz...?" Y el chino respondio -"Sí, cuando el suyo venga a oler sus flores..." ... ... ... ...

Moraleja: Respetar las opiniones del otro, es una de las mayores virtudes que un ser humano puede tener. Las personas son diferentes, por lo tanto actúan diferente y piensan diferente. No juzgues... solamente comprende..., y si no puedes comprenderlo..., RESPETALO.

Anche a Macerata: apre l'Istituto Confucio

"Il 4 ottobre verrà inaugurato a Macerata l’Istituto Confucio, nato dalla collaborazione tra l’Hanban, la Normal University di Pechino e l’Università di Macerata.
Nasce dunque un Istituto di cultura che diventerà un luogo di incontro tra la cultura cinese e quella italiana, fondamentale anche per le relazioni economiche tra le Marche e i partner cinesi.

In occasione dell’evento Macerata ospiterà una intensa tre giorni - 3, 4 e 5 ottobre - di cultura cinese: arte, musica, cinema, dibattiti."


Fonte e programma delle manifestazioni:
http://www.unimc.it/notizie/inaugurazione-dell2019istituto-confucio-a-macerata

Monday, September 26, 2011

"11'9''01 September 11", Shōhei Imamura's segment



Photo credit by:
http://mondo70.blogspot.com/2011/09/september-11-11901-2002.html

September 11th, 1973




"Sept. 11 has not been just any ol’ date in Chile either. That’s because in 1973 a military coup led by Gen. Augusto Pinochet attacked the government of the democratically elected socialist President Salvador Allende on that date. Allende died during the attack for reasons that are still disputed. Pinochet ruled as dictator for the next 17 years."


Source:
http://blogs.uww.edu/pastpresent/2008/09/13/chile%E2%80%99s-9-11-and-nixon%E2%80%99s-hand-in-it/

ThinkIN China is Back!



Dear all

ThinkIN China is back for the new season!

We start THIS WEEK, first event on Thursday 29

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ThinkIN China is pleased to invite you this Thursday

"China, Europe & the Libyan war"

by Huang Jing, Researcher at China Institute for Contemporary Relations

the 29th of September at 7PM
this time is ==THURSDAY==

at the amazing usual location:
The Bridge Cafe
Rm 8, Bldg 12, Chengfu Lu
010-82867026

Looking forward to seeing you there!

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The ThinkIN China Team
http://www.china-files.com/thinkinchina/

Images from Kinsale, Southern Ireland












First images from Cork...










Sunday, September 25, 2011

Cork - Conference on Asia Studies

University College Cork, Ireland

College of Arts, Celtic Studies and Social Sciences
School of Asian Studies

3rd Annual Conference of the Asian Studies Ireland Association

The annual conference is taking place 29-30th September with the theme of Asia's Rise and Its Impact on Europe and Ireland: Challenges and opportunities.

Details can be found from following downloadable conference programme.

http://www.ucc.ie/en/AsianSchool/News/asiaconf3/Cover.pdf

http://www.ucc.ie/en/AsianSchool/News/asiaconf3/AISA-Annual-Conference2009-2.pdf

Irlanda: antropologia del pub




Continuo a restare stupefatto dalla gentilezza degli irlandesi e del dolce vivere qui a Cork. Oggi scampagnata fuori città con tre studentesse italiane, in direzione mare aperto: Kinsale! Piacevole e verdissima (tanto per cambiare) cittadina di pescatori a trenta chilometri da Cork. Oltre al paesaggio tipico irlandese meridionale, Kinsale offre anche due fortezze del XVII secolo, James Fort e Charles Fort. Il cielo grigio e la pioggia non ci hanno mai abbandonato, ma cioccolata calda e salmone fresco ti danno il coraggio di affrontare anche tempeste peggiori.

E qui vorrei spendere due parole su un tema particolarissimo: il pub.

Un pub non è un bar, non come lo intendiamo noi in Italia. Il pub è anglosassone, irlandese in primis. Gli irlandesi chiamano "bar" i loro pub, ma io mi incazzo e impunto sulla differenza abissale tra le due ludiche realtà.
Il pub irlandese è centro della vita sociale locale. Trovi un pub ogni cinquanta metri. I pub hanno insegne semi nascoste, non troppo pubblicizzati direi. Dentro l'atmosfera è cupa, poco illuminata, ma estremamente viva. Gente di ogni età, anziani coi basettoni, donne sui cinquanta e tanti tanti ragazzi. Nei pub si guardano le partite di calcio, di rugby e di hurling. Si gioca a freccette o alle slot machine. Nessuno ti impedisce di giocare a carte o di leggere il giornale. Nei pub c'è musica sempre, dalla commerciale al rock. Ma nei pub, soprattutto, si beve.

Infinite marche di birra, irlandese e non solo. Da sinologo azzardo l'equazione "I marchi di sigarette stanno alla Cina come i marchi di birra in Irlanda". Ovviamente la Guinness va per la maggiore. La Guinness è una specie di droga, dà dipendenza. Fresca, schiumosa, non è una birra qualunque. E' nera, tanto per cominciare. Inoltre è dolce, gustosa e non fottutamente gasata. Va giù che è una meraviglia. Impossibile non volerle bene. Da marchigiano io sono un amante del vino, e disprezzo la birra, dalla bassa gradazione alcolica e di origine anglosassone. Dopo aver conosciuto la Guinness devo rivedere le mie posizioni.

L'Irlanda non ha bar. E neanche discoteche. Tutto si svolge all'interno dei pub. Nei pub si tifa la squadra del cuore e si beve birra a tre euro alla pinta fino alle 9 o alle 10 di sera. Poi il pub si trasforma. Le birre costano il doppio. E il pub si riempie di giovani profumati e di ragazze in tacchi e minigonna, i tavoli fanno spazio alla gente che ha voglia di ballare, si beve, danza, vomita e picchia fino alle due di notte. Alle due di notte i pub chiudono, per legge. Incredibili questi irlandesi. I ragazzi cantano cori da stadio e si picchiano per sport, le ragazze si sbronzano dure e aspettano che qualcuno vada a metter loro la lingua in bocca e non solo quella. A me è successo con una tipa irlandese in un pub per gay. Non sapevo fosse un gay pub, ma ci tornerò di sicuro.

Per quanto il bar sia comunque superiore al pub, viva il pub, viva Cork, viva l'Irlanda!


"Per le irlandesi il concetto di eleganza non prevede la possibilità di coprirsi"
D. Z., studentessa italiana a Cork

Saturday, September 24, 2011

10 Things to do in Ireland before You Die

Dopo dieci pinte di Guinness tornare a casa da solo non e' un'impresa, e' L'IMPRESA!
Fortunatamente un maceratese c'e' riuscito :)

http://mydiscoverireland.com/2008/07/08/10-things-to-do-in-ireland-before-you-die/

Capi di Stato

C'e' chi va all'ONU a chiedere il riconoscimento dello Stato palestinese e chi se ne sta a casa circondato da diciassettenni e mafiosi. Loro hanno Abu Mazen e noi Silvio, mannaggia alla Madonna!!



"Siamo l'ultimo popolo sotto occupazione straniera, questa richiesta non può essere respinta"

Abu Mazen, discorso all'ONU, settembre 2011

Friday, September 23, 2011

Cork tutta la vita




La prima impressione? Un paradiso in terra! E sotto ogni punto di vista. Questa città sorprende per la sua vivibilità e vitalità. Una città che strega. Faccio fatica a trovare aspetti negativi o difetti di Cork. Sembra di vivere un sogno.

Per quel poco che sono stato qui (quattro giorni ormai) resto estasiato da tutto: la città, la gente, l’università.

Più che una città sembra un paese allargato. Non ci sono palazzoni né grattacieli. Le case sembrano gli hutong di Pechino. Ma colorate. Il colore qua vince. Le insegne, i negozi, i pub: tutto colorato. Il grigio pallido del cielo e il verde dominante fanno da cornice. Cork è attraversata dal fiume Lee, che nel centro della città si biforca per poi ricongiungersi poco dopo. Le acque hanno un riflesso nero, col verde scuro della vegetazione, le anatre e il colore rosso scuro dei mattoni dei ponti creano un mistico senso di incantesimo, paese fatato come nelle favole dei fratelli Grimm.

“Friendly” è la parola che sento più frequentemente. Significa “amichevole”, ed è effettivamente quello che tutti pensano di Cork e della sua gente. Le strade sono pulite, non c’è traffico o folla in giro. I lati della strada sono pieni di pub, dove la gente (e gli studenti in gran parte) si chiude nel tardo pomeriggio. Se hai bisogno di indicazioni stradali o qualsiasi altra cosa non hai che da chiedere. La vita in generale costa più che in Italia. Ma questo non mi preoccupa. Non ho ancora un contratto e non so quanto verrò pagato, ma mi conosco e so che non avrò grandi spese. Il cibo è saporito, di mio gradimento. Alla mensa universitaria puoi fare pranzo con 6-8 euro: carne lessa, patate, carote, zuppa di legumi, pane e acqua. Bere costa fottutamente tanto. Al supermercato come al pub. Questo mi fa strano. Gli irlandesi sono grandi bevitori, a giudicare dai prezzi della Guinness (2 euro al supermercato per una lattina da mezzo litro, 4,5 euro al pub per un bicchiere da 0,4) pensi che lavorino solo per pagarsi le sbronze. La sera i pub sono pieni di ragazzi e ragazze (in minigonna e tacco alto, nonostante la temperatura non proprio estiva), lunghe code si formano fuori dall’ingresso, i buttafuori in uniforme regolano la fila e allontano gli ubriachi. Fiumi di birra ed urina si consumano dentro e fuori dai locali. Musica dal vivo a partire dalle cinque di pomeriggio. Lo sport nazionale è l’Hurling, una via di mezzo tra hockey, baseball e calcio. L’altro sport molto seguito è il Gaelic Football, una intreccio di calcio, basket e rugby. Le irlandesi non sono le donne più belle del mondo, ma sembrano tutte bamboline da collezionare, con le guance rosse e paffute, capelli color oro o rame, lentiggini alle gote, occhi verdi e naso all’insù.

Mi avevano detto di stare attento alle risse. Odio le risse. Specie quelle per futili motivi, tipo il calcio, le donne o il bicchiere di troppo. Sto quindi attento a non esagerare con l’alcool e stare alla larga da questi bestioni ventenni con due spalle da rugbisti, spesso su di giri. Ieri sera sono entrato in un pub con alcune studentesse in Erasmus, locale molto caratteristico, galloni di birra dietro al bancone. Mentre ero a far la fila per prendere da bere, il tipo di fronte a me si gira, urta il mio braccio e lascia cadere numerosa birra a terra. Sento proprio lo “splash!” del liquido che si sfracella sul pavimento. Fisso le sue scarpe, un brivido parte per la schiena, temendo il peggio alzo lo sguardo sopra la mia testa, fisso smarrito gli occhi verdi del tizio. “Non preoccuparti amico, è colpa mia” mi fa. Avevo già in preventivo una testata sul mio povero naso e un paio di cazzottoni alle mascelle. È andata bene. San Patrizio ha fatto il miracolo!

Dulcis in fundo, la sorpresa dell’università: è la mia prima esperienza come docente in un dipartimento di studi orientali, e di ragioni per cagarmi sotto ne avrei a bizzeffe. Invece sta andando tutto oltremodo bene, ne sono davvero felice. Il primo giorno di lezioni arrivo con due ore di ritardo: ho passato la notte prima in bianco, per colpa del fuso orario (New York-Madrid-Roma-Dublino cazzo!) e per tutto il lavoro che avevo da preparare. In facoltà però nessuno mi dice nulla. Vado diretto in segreteria, affronto Mrs Ching, una cinese del Fujian, trapiantata in Irlanda. “Oh, lei è il Dr. Massaccesi!”, esclama. Neanche il tempo di presentarmi, comincia a parlarmi in cinese e mi dà in mano un paio di chiavi. Ci credete? Ho un ufficio tutto mio! Scrivania, due computer, poltrona girevole, due sedie, stampante, tè, libreria e finestra sul campus. Non ci credo neanche io. Sulla porta c’è scritto il mio nome. Non me lo aspettavo. Avere un ufficio tutto mio, più grande di quello dei miei ex prof alla facoltà di Studi orientali a Roma. Uno ad uno sono venuti a presentarsi gli altri docenti del dipartimento e gli studenti di dottorato. Molti sono cinesi. Mi parlano in cinese e mi chiedono della mia esperienza in Cina. Ho fatto subito amicizia con un giovane docente di filosofia coreana e con due dottorandi irlandesi che fanno ricerca in Cina. La preside (cinese anche lei) è venuta a darmi il benvenuto e farmi gli auguri per l’insegnamento.
Non mi aspettavo un’accoglienza non solo calorosa, ma soprattutto civile e professionale. Noi italiani siamo abituati a prenderlo sempre in culo dal padrone e dallo Stato. Per ora qui non sembra funzionare così.
Ho quattro corsi questo semestri (troppi! La mole di lavoro è eccessiva!), di storia, cultura, società e genere in Cina. Tutto in inglese, spero di essere all’altezza. Per ora l’approccio con gli studenti è stato ottimo: abbiamo parlato molto, li ho introdotti allo studio della Cina e ai corsi che faremo. Sto imparando molto anche da loro. L’idea che hanno della Cina è molto superficiale, ma si rendono conto della loro superficialità. Benissimo: significa che hanno molto da conoscere, e a guidarli in questa impresa sarò io a dover fare del mio meglio.

Il campus è un paradiso nel paradiso. Gli edifici sono antichissimi, sembrano dei monasteri, delle abbazie, dei castelli. Alti torrioni in stile gotico circondati da giardini verdi e fiori gialli. Un ramo del fiume Lee scorre di fianco al campus. Gli studenti gironzolano per le varie aule dell’università, si fermano a chiacchierare sulle panchine, sui prati, nei caffè. Qui esistono le “società” e i “club”, ovvero organizzazioni studentesche di sport, cultura, arte, politica. C’è la società degli atei, dei giovani socialisti, di cultura spagnola, di studi celtici, di calcio o di frisbee, per intenderci.

Oggi è venuta a parlare nel nostro dipartimento una signora cinese che vive a Cork da dieci anni, dove ha aperto un negozio di oggettistica cinese. Ti aspetteresti che una tipa del genere stia lì a pubblicizzare la sua attività commerciale e provare a venderti le sue cianfrusaglie. E invece no. Per mezz’ora ha illustrato il suo profondo amore e attaccamento per Cork, “la vera capitale d’Irlanda” e “la città ribelle”, come la chiamano da queste parti. La signora ha detto una cosa che condivido: “l’unico problema è il clima. Piove spesso ed il cielo è sempre grigio. Ma lo accetto. È il prezzo da pagare per il paesaggio costantemente verde che l’Irlanda ti regala”. Un verde così vivo e fresco lo trovi difficilmente in Italia. In Cina settentrionale non esiste proprio. Ed infatti non le manca la sua Pechino. La tipa ha poi fatto una lunghissima lista di luoghi da visitare a Cork e vicino Cork: parchi, castelli, chiese, mercati, spiagge, musei. Tutto immerso nel verde, raggiungibile con mezz’ora di bus e in gran parte gratuito.

Se un dio esiste, che benedica l’Irlanda! Io aspetto di scrollarmi di dosso un po’ di lavoro e andarmene in giro con gli amici che mi sto pian piano facendo qui. Affittare una macchina e gironzolare fuori città, all’avventura.
Stasera c’è la Culture Night 2011, musica e spettacoli per le strade del centro. Check it out:

www.culturenight.ie

Saluti punk da Cork!


p.s. Ho anche trovato un alloggio, con altri lavoratori, irlandesi e non. L’indirizzo di casa è Friar Street 105. È a quindici minuti a piedi dalla University College Cork (UCC) e a tre minuti dal centro. È vicino a O’Sullivan Street, sul ramo sud del fiume Lee. Venite quando volete, tutti ben venuti a Cork! Unica cosa la mia stanza è piccola, c’è posto per una sola persona, ma il soggiorno è ampio e se i coinquilini non mordono il divano è grande abbastanza per passarci qualche notte. Il mio numero di cellulare è 00353-(0)867214727, quello dell’ufficio è 00353-(0)214902640.

Wednesday, September 21, 2011

Pictures from New York: protest in Wall Street




Pictures from New York: Harlem




Pictures from New York: Queens




Pictures from New York: Manhattan




Pictures from New York: University at Buffalo




Pictures from New York: Brooklyn