Non siamo noi a dover diventare cinesi...
Al di là dei recenti fatti riguardanti FIAT-Marchionne (c'è forse bisogno di commentare?!), mi han dato parecchio da riflettere le scritte apparse ieri sera a Torino, quelle "firmate" con una stella a cinque punte. Qui le foto:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/01/09/foto/scritte_e_stella_a_5_punte_contro_marchionne-11026339/7/
Tolte le offese a Marchionne, una recita: "Non siamo noi a dover diventare cinesi ma i lavoratori cinesi a diventare come noi".
Non è sul contenuto politico e sindacale di questa frase che mi voglio soffermare, ma sulla percezione e ricezione che un cinese possa dare alla scritta stessa. Per farla semplice: mi piacerebbe sapere cosa ne pensa un cinese. Come ci si deve sentire di fronte ad un'affermazione del genere?!
Tu italiano che vivi a Pechino, Shanghai o Shenzhen da anni, immagina di passeggiare per strada e leggere su un muro "Non siamo noi a dover diventare italiani...", come reagiresti? Chissà se i cinesi di Torino comprendono la scritta. Chissà come la percepiscono...
Per me non lascia spazio a dubbi: il miracolo economico cinese e il benessere (non generalizzato e mal distribuito) da esso creato è frutto in gran parte dello sfruttamento coatto di masse di lavoratori e lavoratrici provenienti dalle campagne cinesi. I lavoratori italiani non vogliono diventare come loro e si auspicano, piuttosto, che i lavoratori cinesi diventino invece (a livello di diritti sindacali) come quelli europei. Non che in Italia non si sfrutti la manodopera (pensate agli africani che raccolgono le arance a Rosarno o alla prostituzione dall'est Europa), ma il fenomeno non è così generalizzato e "legalizzato" come accade invece nella emergente Cina.
Credo sia questo il messaggio dietro la scritta. Ok. Ma il cinese lo sa?!
Spero che queste immagini non girino molto in Cina o tra la comunità cinese in Italia: creerebbero solo confusione e verrebbero tacciate di razzismo.
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