Tuesday, September 30, 2008

谢谢大家!!Thanks everybody!!


Han detto che è stata una gran bella festa. Una sessantina di amici/che da una quindicina di paesi differenti. Venti casse di birra, tre bottiglie di vodka, una di whisky, due di grappa cinese, quattro di motai, una di rhum, una di vino del Xinjiang, una di Porto, una tanica di vino cinese. Un disastro di regali (troppi cazzo, troppi... e non me li merito): una camicia da intellettuale, una camicia punk, una maglietta rossa, un'agenda da professionista, un barattolo di Nutella, un pupazzo portafortuna di coccio, una cioccolata russa, una confezione di caffé del Vietnam, una confezione di thé cinese, un servizio di tazzine da thé, una cravatta, una bottiglia di Ballantine's (che ahimé ho avuto tra le mani solo per pochi secondi), una bottiglia di grappa cinese (idem), una bottiglia di Porto (questa l'ho tenuta stretta!), un portachiavi in cuoio, un porta coltello dalla Mongolia, un pacchetto di fiammiferi con l'immagine di Che Guevara, un anello, una copia del Renmin Ribao (il "Quotidiano del Popolo", principale giornale cinese) datato 19 settembre 1982, una prostituta cinese (mi bacia, le faccio "Tutto qua?!", "No, il resto in macchina. Andiamo?" "Va bene!" e mi sono perso per strada...). Ho visto molti e molte cadere sul campo di battaglia nel corso della serata, io sono andato K.O. al quindicesimo round, dicono che la festa sia andata ancora avanti per molto, sul finale un paio di risse tra amici per una donna, anzi, per un uomo. L'ultima cosa che ricordo sono io che mi rotolo di fronte al bar con tre punkettoni cinesi al grido di "Viva il rock'n'roll, viva il rock'n'roll!!". Mi sono svegliato 14 ore dopo in un letto matrimoniale con due amiche. "Meno male le amiche!", oramai il motto è solo questo. A 36 ore di distanza non sono ancora sicuro di aver ripreso pienamente possesso delle mie facoltà fisiche e mentali, spero in domani mattina. Domani è la 国庆节 Festa Nazionale cinese (si ricorda la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, 1 ottobre 1949), una settimana di vacanza per tutti (o quasi), io me ne sto buono buono in camera mia, in solitudine e silenzio, immerso in studi matti e disperatissimi. O almeno ci provo. Non voglio sentir parlare di feste e/o concerti per i prossimi sette mesi. Facciamo sette giorni.
Me ne sono visto bene dal far foto, ne ho rimediata soltanto una, accontentatevi di questa.
A tutti quelli che c'erano, a tutti noi che c'eravamo, per noi, per la festa e per 100 di questi giorni... HIP HIP, HURRA'!!!

Monday, September 29, 2008

Meno male le amiche...


Saturday, September 27, 2008

"拒绝皮草"音乐会 "No Fur!" concert











Sulla morte di Alitalia

"L`Italia, nonostante tutto, è un paese ancora borbonico"
Da un articolo di G. Turani (leggi tutto).

Thursday, September 25, 2008

Welcome to my b-day party!! 欢迎来参加我的生日晚会!

Welcome to my b-day party, on Sunday, September the 28th, 10 p.m., at Cheese Castle, Yuanming Park, south gate. 30 rmb for person (Sorry!! That’s for beer, pizza and snacks)
Bring friends, music and whatever you want!!
My mobile phone number: 13601128274 Daniele

欢迎你来参加我的生日晚会!
时间:9月28日晚上10点。
地址:圆明园南门东侧停车场对面 Cheese Castle(芝士城堡)酒吧。每个人要花30元(不好意思。。。)。酒吧会提供啤酒,饮料,PIZZA和一些薯条。随便带来朋友,音乐,乐器,等等。。。来来玩吧!
联系方式:13601128274 戴艺伟

Quando ti chiedono che cosa vorresti fare da grande...


Wednesday, September 24, 2008

Risparmiatevelo...

Niente... avrei da leggere abissi interi, da passare una decina di notti sui libri per sentirsi con la coscienza a posto. Invece ho questo fastidio in testa da comunicare, scrivere, condividere. Prima che se ne vada e lasci il posto ad altri fastidi.

Tema:
Sul leggere e lo scrivere in una lingua che non sia la tua. E fronzoli e digressioni connesse.

Svolgimento:
Ho scritto la mia tesi di laurea e quella magistrale basandomi al 90% su materiali scritti in inglese o cinese. Non necessariamente scritti da autori madrelingua inglese o cinese, magari traduzioni. Ma in inglese e cinese. Per questo non mi piacciono particolarmente le mie tesi. E non ho molte speranze di rifarmi con la tesi di dottorato, se mai ne scriverò una. Il punto è che lavorando su materiali scritti in una lingua non tua, spesso il prodotto che ne esce è una rimescolatura di pezzi tradotti da te in italiano. E per quanto magari le conclusioni ci possano anche stare e il risultato piacere a docenti e colleghi, la trama è scialba, tirata, inesorabilmente noiosa.
Per tutto il tempo che ho studiato a Pechino ho letto e scritto in cinese. La forma non sarà mai perfetta, né corretta, né piacevole. Ma mi piace quello che scrivo, anche se gli insegnanti continuano a scuotere la testa. Chiaro. Loro ti insegnano a scrivere. Ma le idee ce le metto io. E a modo mio. Lo scrittore BaJin avrebbe detto "io ho le mie idee e voi le vostre, questa è una cosa che non potrete cambiare mai, neanche se mi ammazzate". Il problema è come riportare ciò che il tuo cervello di lingua italiana e cultura mediterranea produce, in una forma (e contenuto: non sono scindibili, proprio qui sta l'inculata!) che sia lingua altra dalla tua.
Magari voi che studiate all'estero mi capite. Prendiamo l'inglese: non che sia un linguista, ma credo (e credo sia palese) sia diverso leggere un testo scritto da un brittanico, un indiano e un italiano che studia a Londra. Nel primo caso forma e contenuto sono un tutt'uno, il suo inglese tende all'essere perfetto e si associa al contenuto in un qualcosa di inscindibile, come una calamita. Anche se magari il suo testo è una cagata in tutto e per tutto. L'inglese dell'indiano o dell'italiano saranno invece, per quanto buoni e privi di errori di sintassi e lessico ricercato, evidentemente la lingua di uno che usa un idioma non suo per "tradurre" cose che il suo cervello produce. Prendiamo ora il cinese; dal basso della mia esperienza credo di poter dire che il linguaggio usato per scrivere dei testi di materia scientifica, accademica, saggistica etc.. è piuttosto ridondante, semplice, si usano le stesse parole (per quanto il vocabolario cinese sia un pozzo senza fondo alcuno, dove ogni termine è unico sebbene abbia miliardi di sinonimi) per dire gli stessi concetti. Più divertente è il linguaggio giornalistico o quelle delle chat. In nessuno di questi "tipi" di linguaggio io mi muovo bene, sostanzialmente per un problema banale e basilare: io (per quanto ami la Cina, i cinesi, i ravioli cinesi e la grappa cinese) NON sono un cinese.
Tanti anni fa un fratello (non uno dei tanti) mi disse: "Vorrei sapere il francese per leggere Baudelaire e Rimbaud in lingua originale". Io oggi direi piuttosto "Vorrei sapere il francese per andare a letto con le parigine e dopo vent'anni di letture e scritture in francese leggere Baudelaire e Rimbaud in lingua originale".
Un'amica cinese che sta facendo un dottorato in giornalismo a Wuhan, persona che stimo moltissimo, mi ha mandato un suo articolo che ha scritto sulla storia del punk in Cina, facendo un confronto tra il punk di Pechino e quello di Wuhan. L'ho letto e l'ho fatto leggere ad amici cinesi, sentendo i loro commenti. Credo che l'articolo sia molto ben scritto e dia una montagna di informazioni, soprattutto ai cinesi che di queste cose non è che ne sappiano (o che se ne preoccupino) molto. Ma lo trovo sciatto, non stimolante, sembra un compito scritto, non comunica nulla al di fuori delle parole di cui è composto.
La frustrazione ad ogni esame di scrittura cinese con le compagne coreane, ogni volta la stessa scena: la professoressa che legge i compiti dei più meritevoli, io che li ascolto e penso "cosa c'è di bello in queste righe da proporle come esempio alla classe?! La coreana di turno ha scritto in una forma linguistica che la professoressa si aspettava, quello che la professoressa si aspettava che scrivesse. A cosa è servito l'esame?!". La coreana è peggio dei cinesi, impara e copia alla perfezione. Ma quel foglio era meglio se restava bianco secondo me: che cosa ci comunichi?! Cosa dici di nuovo?! Maneggi la penna come un compasso, come dietro le sbarre. La storia del pensiero umano muore fra quelle righe. Cosa hai imparato oggi?! Niente di nuovo. Un altro giorno di vita buttato nel cesso di un karaoke. Con modestia e superbia alcuna parlando. Guarda il mio compito: correzioni in rosso ovunque, gronda di sangue, del mio testo la professoressa parla come spunto per il dibattito orale: se tu coreana buddhista vegana ti innamori di un afgano musulmano con altre tre mogli e decidi di sposarlo, come la metti con la tua coscienza religiosa, nonché etica e civile?! E come la metterai quando il bastone di tuo padre ti spaccherà la testa in due e non avrai più la possibilità di rifletterci sopra!? Certo, scritto in cinese non mi aspetto di prendere un bel voto per questo. Il voto datelo ai politici, a me interessa la risposta della coreana.
Per me un testo deve far bollire il sangue nelle vene. Sempre. Non deve solo "dire", deve "parlare". Che narri o descriva o blateri. Deve "parlare". Comunicare con la violenza delle parole, che altro non sono se non stimoli che dal cervello giungono alle dita e da essere in produzione scritte. Un testo deve essere tuo se lo scrivi tu, non può essere copiato, certo si deve citare e riportare, ma solo col fine di far (ri)vedere in una maniera che risulti in qualche modo originale, nuova, elettrizzante. Si vede da questo che sono nato e cresciuto in Italia e non in Cina?! Che ogni singola ora di lezione, dai piccoli banchi dell'asilo alle grandi aule dell'università il nostro è un sistema che punta a stimolare, conoscere, maneggiare, capire e rielaborare, non assorbire e riproporre così come ci è stato dato, anti-dogmatico (paradossalmente, visto che abbiamo il Vaticano in casa); che ognuno metta del suo nel riproporre quello di cui ci han parlato altri prima di noi. E questo, a mio avviso, lo noti nella produzione scritta più che orale.
Per scrivere in un'altra lingua dovrei passare anni, anzi, decenni a imparare, ascoltare, leggere e scrivere in quella lingua. Non si tratta solo di saperla parlare. Per quanto schifosi siano il mio inglese, spagnolo o cinese sono più che sufficienti per comunicare con persone che non parlano italiano. Ma la produzione scritta è ben altra cosa. Posso dire di trovarmi a mio agio con ogni cosa che sia scritta "in" italiano da "un" italiano: scrivere (in) italiano.
Senza andare a scomodare Wittgenstein o andare a impazzire appresso a sofisticazioni quali "Io sono la lingua che parlo!?" o "Quante lingue posso imparare alla perfezione in una vita, ovvero, quante identità posso essere?", penso che (sebbene abbia studiato il cinese mai come un fine, ma sempre come un mezzo per poter comunicare e provar a "capire" i cinesi e la Cina) la lingua non sia solo uno strumento o una forma. Essa è contenuto. E fare l'interprete è il mestiere più duro del mondo. Nonché il più inutile.

Ecco. Non facevo meglio ad andare a dormire e risparmiare questo lungo e insensato monologo?! Ai posteri, l'ardua sentenza.

拒绝皮草!来参加音乐会!"NO FUR!" concert

Durante il mio primo anno di università a Roma stetti alcuni mesi con una bellissima ragazza di Ostia, mora, vegetariana, dolcissima, generosissima, tranquillissima. Unica cosa, appena vedeva una signora con una pelliccia addosso le sputava direttamente in testa. Ricordo scenate fantastiche in metropolitana e alla Stazione Termini. Poi mi mollò perchè mi trovò al concerto dei Punkreas a limonare con una 14enne punk del tutto pazza. Non l'ho mai biasimata.
Non odio nessuno, ma sputerei anche io in faccia a chi indossa pellicce. Compresa mia nonna, ma lei sostiene che quelle che ha nell'armadio sono finte. Lo spero.
Sabato 27 settembre, ore 21.00, al Club13 di Pechino (Chengfu Lu, tra la BeiDa e la stazione metro di Wudaokou) concerto contro l'uso di pellicce. Accorriamo numerosi. So che il giorno dopo è lavorativo e c'è lezione normalmente. Accorriamo ugualmente!
Per maggiori info clicca qui.

欢迎你们来参加“拒绝皮草”音乐会!
地点:北京市,成府路,13CLUB。时间:9月28日,晚上9点钟。
看看网站
"这个网站的存在是为了增加素食者的社会活动空间并且给非素食者更多的机会与素食者认识和交流。我们的宗旨很简单:要证明人类的“吃喝玩乐”没有必要建立在无辜动物的痛苦上。一种素食的生活方式更绿色、更节能、更环保、更和平,而且吃素的人一样健康、聪明、成功、有趣。。。还不赶快尝试?"

Orto Botanico di Pechino 北京植物园(II)














































La temperatura si abbassa, il grado alcoolico resiste!!

Grandissimo Ghetanz, guarda un po' qua chi ti ho sbeccato: te li ricordavi più i mitici Duap?! Io e te matricole ubriacone a Roma ai concerti di questi pazzi redskins, rossi stalinisti violenti più dei nazi... "ma di una cosa sono fiero, non ho mai votato un Partito!"

Sunday, September 21, 2008

西班牙语朋克音乐

Omaggio al gruppo punk argentino Attaque77. Dedicato a quelli che me li han fatti conoscere, a Diego e Daniel, argentini maledetti, darei metà del mio fegato per sapere in che parte del mondo siete finiti... Quieres tu bailar?!

Si tu quieres bailar, toma mi mano.
Nena dime que yo soy tu amado.
Oh, Nena quieres tu bailar?
Bajo la luna? Ya no dejes de abrazarme nunca.
Oh, Nena quieres tu bailar?
Quieres, quieres, quieres,
Quieres tu bailar.

Orto Botanico di Pechino 北京植物园














































Orto botanico. Istituti di cultura. Ramadan.

L'Orto Botanico di Pechino 北京植物园 si trova vicino alle Colline Profumate 香山, prezzo di ingresso 50 centesimi di euro (25 centesimi per studenti). Con i colleghi di dottorato abbiamo organizzato un pic-nic molto easy-going proprio qui, tanto per conoscersi meglio. L'Orto Botanico è un immenso giardino molto ben curato, ospita uno dei templi buddhisti più antichi di Pechino (700 d.C. circa), detto Tempio del Buddha Disteso 卧佛寺 (ingresso al tempio 50 centesimi di euro), nonché diverse tombe di poeti e famosi personaggi storici, tra i quali Liang Qichao 梁啟超 (1873-1929, scrittore, filosofo e riformista cinese) e Cao Xueqin 曹雪芹 (1724-1763, autore del "Sogno della Camera Rossa" 红楼梦, uno dei Grandi Quattro Romanzi Classici 四大奇书 della lettarura cinese, nonché forse il migliore mai scritto). Il parco è davvero interminabile, pieno di ogni tipo di flora, ruscelli, laghetti di pesci rossi, classiche pagode e belle vedute. Pranzo a base di pane, salsicce, formaggio di soia, snacks, carne piccante e thé. I miei compagni di dottorato hanno più o meno la mia età, sono tutti cinesi, vengono da ogni parte della Cina ma principalmente da Anhui (centro), Hunan (sud) e Yunnan (estremo sud), abbiamo tre sposati, due con figli, una mongola, un musulmano, un paio di etnie minori e io che sono lo stronzo straniero, italiano nel passaporto, mediterraneo di estrazione culturale. Hanno tutti laurea e Master nelle principali università cinesi (in sociologia, antropologia, storia, matematica, agraria) e un paio di anni di esperienza di lavoro alle spalle. Per lo più "il lavoro non era un granché anche se il salario non era male, così ho tentato l'esame per entrare a fare il dottorato, ed eccomi qui". La più pechinese viene da un città a un cinque ore di bus da qui. Il più lontano viene da cinquanta ore di treno da qui. Se bastano. Bel gruppetto di cinesi molto affiatati e simpaticoni, gradiscono le lezioni di quasi tutti i professori ma non ne possono più di marxismo: "ce lo insegnano dalla scuola elementare!!". Hanno un oceano di cose da insegnarmi di letteratura e cultura cinese, tengo sempre le orecchie ben tese, ma qualche dialetto (quello dello Hunan per intenderci) proprio non lo tollero per più di cinque minuti. Nel primo pomeriggio è iniziato un piacevole diluvio autunnale che ci ha riportati in università zuppi fino alle mutande. Come dice un antico proverbio cinese "Chi cazzo credi di essere se almeno una volta nella vita non ti sei inzuppato fino alle mutande a seguito di un acquazzone autunnale!?".

A Pechino c'è lo "Instituto de Cultura Cervantes", che come dice il nome è uno spazioso edificio (che niente ha a che vedere con l'ambasciata) di cultura spagnola; al suo interno vi sono mostre d'arte, lezioni di spagnolo e ogni venerdì e sabato alle ore 19.00 un film in spagnolo con sottotitoli in inglese e cinese. Ingresso gratuito. Sala per lo più piena di studenti di lingua spagnola cinesi. E qualche fancazzista falso intellettuale libertario come me e due amiche cilene. Film di ieri "Habana blues", bella fotografia della giovane Cuba ribelle, storie di amore, politica e musica, con tutte le sue contraddizioni e difficoltà di vita. Scene spinte di sesso e imbarazzo dei cinesi - arrapamento degli occidentali. Va bene così. Appuntamento a sabato prossimo con "!Ay, Carmela!".
Anche l'Italia ha un suo istituto di cultura, con tanto di biblioteca, videoteca, sala esposizioni e cinema gratuito. E' all'interno dell'Ambasciata d'Italia, al terzo anello est, altezza Nongzhanguan. L'anno scorso i film (italiani, in italiano con sottotitoli in inglese o cinese) venivano trasmessi il gioverdì alle 18.00, quest'anno non so, il cinema riprende a ottobre. Accorrete numerosi.

E grazie all'amico turco per avermi spiegato qualcosa in più del Ramadan, il mese di digiuno diurno e astinenza da fumo, sesso e bevande dall'alba al tramonto per fedeltà al loro dio e solidarietà con i poveri della Terra. Non capisco molto però come mai al tramontar del sole si abbuffino di grigliate di manzo e birra. I poveri della Terra restano a stomaco vuoto anche di notte che io sappia. Di capire le religioni proprio non mi riesce...

E complimenti a mio fratello Alessandro che ha ottenuto il lavoro di un anno in Argentina. Dovevamo andarci insieme, poi le cose prendono il loro corso, ci andrà con la sua dolce metà, molto meglio così per tutti... Viva l'amore! E goditi Santiago del Estero anche per me fratello!!

Saturday, September 20, 2008

Conference on Korean Buddhism

Monday, 22nd September 2008, 18.00. Theater of Italian Embassy Cultural Institute (2 Sanlitun Dong Er Jie, Beijing)

Tonino Puggioni, Ph. D. in Korean History, Seoul National University
(The conference will be held in English. Free entrance)

The conference will describe the principal points of the history of Korea; the place of Buddhism in Korean history; its introduction during the period of the Three Kingdoms and development in the Silla and Koryo periods. Particular attention will be given to the development of state, cultural and religious institutions during the Koryo period; the demise of Buddhism during the Choson period; the relations between Koryo and the Yuan; the activities of Koryo Buddhist monks in Yuan China and the influence of Chinese Buddhism on the development of Korean Son (Chan).

Wednesday, September 17, 2008

Se i paradossi appartengano o meno alla nostra quotidianeità

有一次,人们问丹麦物理学家玻尔教授:“您创建了一个第一流的物理学派,有什么秘诀?”不料玻尔却回答说:“因为我不怕在学生面前显露我的愚蠢。”听到这个回答,大家都感到十分诧异和不解。玻尔的回答确实出人意料,但仔细想想又在情理之中。生活中,我们经常会遇到类似的情况,请以“出人意料和情理之中”为话题,自定立意,自选文体,自拟标题,写一篇不少于800字的文章。

话题:出人意料和情理之中
标题:悖论是否属于咱们生活?

咱们可以把玻尔的奇闻与“出人意料和情理之中”所谓悖论。“悖论”这个词是自古代希腊语“paradoxon”来的,意思是“反”(parà)“公论、多数人的意见”(doxa)。从一个数学、哲学和经济学角度来讲,悖论是一个解决中的矛盾,一个难为接受的理论。换句再说,悖论是让人吃惊、出人意料的一个事情,但同时这个事情很有道理、有情理。
历史上咱们可以看到很多悖论的例子,最古老的是,如果我是个中国人的话而且我说“所有的中国人都是骗人”这句话一定有个矛盾,因为骗人应该包括我,那么我的句话没意思的。
有人说,一般这些出人意料但有情理的事情发生于明智者、哲学者、天才这种人,并不属于普通人,因此出他们的意料。在中国文化历史也有这种情况的一个故事。好久之前,有一个国王问他的占卜者打卦。占卜者说“您所有的亲人和家人一个一个都比您会早去世”,一听这句话国王发火,愤怒地判他死刑。过了几天,国王又叫另外的占卜者请他打卦。这次占卜者说“陛下,您很幸运的人,您的生命一定会很长寿的,您比您家庭人多晚才会去世”,国王这样听就特别开心,感谢占卜者与送给他金钱和财物。可是这个占卜者让大家感到很惊奇的,实际上这两位占卜者讲话的内容是完全一样的!
大家都知道,玻尔这位著名的丹麦物理学家很喜欢用奇闻或悖论说出来他的研究结果、他的想法或者是他一天的情绪。从这个角度来看可以说他是一种特别有幽默的物理学家。例如说,在西方的一些国家,马蹄是一个好运的符号;有一天,玻尔的一位学生在他教授的家看到一个马蹄,很吃惊地问玻尔“一位物理学家怎么会有迷信的东西?!”但玻尔解答“你说得对,不过这个东西真是很有用的!”。
其实这些悖论、这些又出人意料又情理的情况完全属于咱们的生活。亚瑟·叔本华,德国哲学家,说“真理出生于悖论,真理去世于明显”。对俄国著名作家费奥多尔·陀思妥耶夫斯基来说,宗教信仰也是一种悖论;特土良,古代罗马的神学家,说“我信教,因为这是荒唐的!”。
总而言之,我觉得悖论属于咱们生活的各种各样方面,它属于咱们的日常生活是因为它帮咱们理解多一点、深刻一点咱们的心理、科学、世界、生命。咱们的确可以说“好在悖论属于咱们生活!”。

Ventisei anni. Ventisei compleanni. Un miliardo di feste.


18 settembre 2008. Domani fanno 26. 26 moltiplicato per 365 fanno un sacco di giorni di vita. Troppi? A tua sorella! Come le funzioni matematiche (e senza assurde manie di onnipotenza) tendo all’infinito io. Ho fatto un sogno, morivo in un incidente aereo, in viaggio, come sempre, da molto tempo e per sempre ancora, spero. Era un incubo? Nient’affatto. Morivo contento, barba lunga, nessuna cravatta, Converse sporche di strada, in tasca niente se non l’unica cosa che purtroppo o per fortuna conta per me: la mia libertà. Un anno fa esatto mi chiedevo cosa avrei fatto di lì ad un anno, al termine del mio periodo di studio in Cina. Ora lo posso dire: sono ancora in Cina, a Pechino, appena iniziato un dottorato che chissà dove e se mi porterà. A seguire in lingua mandarina lezioni sulle teoria del campionamento e paradossi di Bohr. Ci pensavo stamattina. La merda nel cervello devi avere tu italiano per trovarti a 26 anni in mezzo ai mandarini seduto in classe a dottorare. E ben venga la merda nel cervello. Voglio solo continuare a guadagnarmi le due lire per il prossimo biglietto del treno, magari d’aereo (raggiungere Cuba in treno dicono sia dura), godermi questi teorici tre anni di ricerca nel modo più interessante e meno noioso possibile, continuare a cercare di capirmi, di conoscere, di capire, di imparare, di restare libero, lavorare per un mondo meno ingiusto e una società più egualitaria, un pianeta di “uomini liberi e solidali tra loro”, voglio continuare ad illudermi ed illudere, cadere e rialzarmi, la morte in fin dei conti è solo un processo chimico (l’ennesimo), sono sempre più convinto che qui nulla si crea, nulla si distrugge, continuiamo a trasformarci, l’ideale sarebbe farlo nel modo più consono ed intelligente possibile, ma come diceva Einstein “Ci sono due cose infinite nell'universo: l'universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono sicuro” e non credo che abbiamo molte speranze. È dura. E noi siamo duri a perdere.
Unico fastidio negli ultimi tempo questo inspiegabile ottimismo, positivismo e amore per la vita e per il prossimo che non penso di aver mai avuto nella vita, questa empatia e filantropia che mi spinge a non andare a letto la sera se prima non ho compiuto almeno dieci buone azioni (peggio dei boy scout!). Oggi è toccato raccogliere una scarpina rosa di un bimbo in braccio ad un anziano e aiutare una studentessa caduta per le scale. Mi vomito addosso da solo. Cambieremo anche questo. Con calma e senza fretta.
Dopo il 26 c’è il 27 e dopo il 27 il 28, oltre non so contare. Spero di imparare a farlo. Da piccolo punk il motto era “Vivi al massimo e crepa giovane” dove per giovane si intendeva un’età che non superi i 21 anni. Beh, tutto sommato non mi sono dispiaciuti gli ultimi cinque anni di irrefrenabile fuga e sfacciato divertimento. Insistimos!

Per la cronaca non vivo più da solo, ho un compagno di stanza che viene da un’isola lontana che non mi dispiacerebbe visitare un giorno: il Madagascar. Tempo di conoscerci ancora zero, magari è supertranquillo e se vi capitasse di posare il fondoschiena a Pechino e passare una notte da queste parti, dico magari, il tipo non ha nulla da obiettare a dividere la stanza anche con voi. Magari parlandoci della sua bella isola. In francese, si intende.

Amici, nemici, conoscenti, colleghi, compagni, brodaglie varie! Ciancio alle bande, domani faccio gli anni, ma la festa la programmo per sabato 27 o domenica 28 (il 29 iniziano le vacanze, non avete scuse per non venire e/o non sfasciarvi!), dipende più che altro da cosa dice il popolo, il 27 c’è un concerto che mi andava di vedere e suonano anche amici che non possono mancare alla mia festa! La faccio in un locale coloratissimo, “Cheese Castle”, gestito da amici cinesi a birra, pizza e scritte sui muri, tra l’Università di Pechino e il parco Yuanming. Portate chi volete, portate musica, portate danze, portate bottiglie, portate quello che vi pare, se non avete niente non fa nulla, condivideremo anche quello. Vi aggiorno appena posso!

兄弟们,朋友们,同学们,老师们,同志们,大家好!我打算9月27或28日举我的生日晚会,请大家来参加参加!可以随便带着朋友,特产食品,酒,音乐,乐器,游戏,等。主要的是不用买礼物并且不要忘记在我的生日晚会不要用客气!

地点:“Cheese Castle” 酒吧,北京市,圆明园南门
时间:9月27或28日(决定时才通知你们),晚上10点左右

Tuesday, September 16, 2008

龙庆峡 Gola di Longqing (II)











Keepin' on partyin'...






















Monday, September 15, 2008

龙庆峡 Gola di Longqing














































Scampagnata per la Festa di Mezzo Autunno. 中秋节快乐!






















Saturday, September 13, 2008

Perché alcune prostitute ne insultano altre?!


«Mi fa orrore chi vende il proprio corpo»

Mara Carfagna, Ministro per le (sue) Pari Opportunità.