
Blog senza presunzioni di uno studioso di cultura e società cinese. Troverete qui reportage dalla Cina, racconti di viaggio, pagine di diario, serate goliardiche, sviolinate politico-ideologiche, dibattiti intellettuali e non so cos'altro ancora. 大家好! 我是中国文化与当代社会的一位意大利博士研究生。我爱旅游,写作,看书。其次,我爱这两句话:"世界人民大团结万岁!" 与 "革命不是请客吃饭!"。Welcome everybody in this small free space regarding Chinese culture and society, international politics, academic world, travels and much much more.
Che poi anche annoiarsi seralmente nei bar ha un suo senso, l'importante è d'altronde il bicchiere fra le mani.
Viva la libertà e abbasso il Vaticano!!
A volte (ma solo a volte purtroppo) basta solo un sorriso. Altre volte invece c'è bisogno di una paio di scarpe rosse col tacco.
Sinologi, orientalisti, aspiranti tali, studenti, appasionati, curiosi, una domanda per voi... anzi, la domanda me la sono posta da solo, la risposta forse la possiamo cercare di tirare fuori insieme. Prendiamo la società (le diverse società) vista come relazione fra le persone. Prendiamo quella cinese nello specifico. Mi chiedevo se i rapporti siano più stretti in Cina o in Italia/mondo occidentale. Se cioè (tolti i vincoli familiari e di amicizia con la "a" maiuscola, dove basta pensare a Confucio e Mencio per trovare la risposta e le giustificazioni) i legami che si instaurano tra cinesi siano più o meno forti di quelli tra noi in Italia/mondo occidentale. Più praticamente parlando, potrei metterla come: "I cinesi si aiutano molto tra di loro? Si cagano tra sconosciuti o appena conosciuti? Quando gliene frega della società? Della collettività? Del bene di tutti? Cosa fanno per gli altri? Pensano agli altri?". Nel passato e nel presente, nella teoria e nella pratica penso che a livello familiare, parentale e di amicizia stretta i cinesi ci battano 10 a 0. Sono molto premurosi e attenti a cose che a molti di noi oggi come oggi fanno ridere. E il perchè lo troviamo appunto facilmente se andiamo a leggere Confucio e i classici, se pensiamo alla società contadina cinese tradizionale, alle gerarchie, all'impero, all'individuo come funzione e pedina nella società più che come individuo libero e sciolto, dotato di diritti e pensiero. Ma se usciamo da questa sfera e guardiamo più in generale ai rapporti tra i cinesi, li trovo molto freddi, egoisti, disinteressati, menefreghisti. In questo li trovo molto diversi da noi abitanti dei paesi attorno al Mediterraneo. Al massimo sono nazionalisti, cioè si sentono Han, vanno fieri della loro cultura millenaria, della scrittura e della Grande Muraglia, in questo senso ascoltano e aiutano più volentieri un altro cinese (al di là del problema di comunicazione dato dalla ligua) che un indiano o un romeno o un kenyota. Secondo me hanno poco (o meglio, meno che qua) il senso dell'altro, dell'aiuto reciproco, della solidarietà, della società come insieme di individui che pensano e scelgono da soli, vanno e fanno, possono aver bisogno di aiuto e consiglio, etc... Non penso alla Cina Popolare, non penso alla Cina del Partito Comunista, non penso alla Cina del dopo '49. Penso a quella classica, tradizionale, immobile, chiusa, sinocentrica, quella fino a prima dell'arrivo massiccio degli occidentali, quella prima del 1842, ma volendo diciamo fino a prima della caduta dell'Impero, 1911. Quella la vedo come detto sopra. Forse mi sbaglio ma a pensarci (cioè sulla base di quanto studiato in 5 anni di università e di quanto visto e vissuto 19 mesi in Cina) la vedo proprio così.