Né Dio né Marx, né Bush né Kim
Fonte: Asia News Online
COREA DEL NORD
Grande festa per il compleanno di Kim Jong-il
Aumentate per l’occasione le razioni di cibo e i giorni di vacanza. Kim viene dipinto come “il generale vittorioso” che ha sconfitto gli Usa ai colloqui a 6. Ma vi sono dubbi sulla tenuta della sua dinastia.
La Corea del Nord è in preda a un’atmosfera di festa per il 65mo compleanno del “Caro Leader”. La festa è ancora più grande perché si assomma a quelle del Capodanno lunare e alla vittoria di fatto ottenuta da Pyongyang ai negoziati a 6, che hanno sdoganato nuovi aiuti alimentari ed energetici.
Le feste quest’anno dureranno 5 giorni a partire da oggi. Nel Paese segnato da carestie e miserie, ogni famiglia ha ricevuto un mese extra di razioni ce comprendono 500 grammi di olio da cucina, un kilo di zucchero, 5 uova e una bottiglia di grappa. Nel centro della capitale vi sono danze e manifestazioni con oltre 20 mila persone. Un gigantesco mosaico è stato approntato nelle vie principali e sul monte Myohyang campeggia la scritta “Il supremo generale Kim Jong-il”.
Auguri sono giunti da diverse parti del mondo, primi fra tutti quelli del russo Putin e del Partito comunista cinese.
Quest’anno vi è una ragione in più per festeggiare: lo scorso 13 febbraio è stato finalmente raggiunto un accordo nei “colloqui a 6”, in cui Pyongyang ha accettato di congelare parte dei suoi programmi nucleari in cambio di petrolio e altri aiuti. Gli Stati Uniti hanno anche promesso di cancellare la Nordcorea dalla lista dei “Paesi canaglia”.
Ma il compleanno del “Caro Leader” ha fatto emergere dubbi sulla volontà di Pyongyang di ubbidire all’accordo. Una lettera delle maggiori personalità dell’esercito e della società, pubblicata dall’agenzia ufficiale Kcna, promette a Kim Jong-il di mantenere “la preparazione alla guerra”. “Se i nemici oseranno innescare il fuoco della guerra, noi mobiliteremo tutto il nostro potenziale di lotta… e li schiacceremo senza pietà, realizzando il compito storico dell’unificazione nazionale”.
Un ex responsabile nordcoreano afferma che Kim Jong-il viene dipinto i questi giorni come “il generale che è emerso vittorioso nella lotta finale con gli Stati Uniti”. Yoo Ho-yeol, professore alla Korea University di Seoul aggiunge: “La Nordcorea sembra ormai giocare sul fatto che essa ha ormai ordigni nucleari e che può usarli a suo vantaggio”.
Molti analisti cominciano però a dubitare sulla tenuta dell’impero di Kim. Con ogni probabilità egli dovrebbe passare lo scettro dell’unica dinastia comunista ai suoi figli. Ma essi sono tropo giovani e incapaci. Il figlio primogenito, Kim Jong-nam, 35 anni, sembra preferire più una vita spensierata e consumista. Gli altri, Jong-chol, 23 anni, e Jong-woon, 20 anni, sono troppo giovani. Nessuno di loro ha rapporti forti con l’esercito, unica struttura stabile nel Paese disastrato.
La Corea del Nord è in preda a un’atmosfera di festa per il 65mo compleanno del “Caro Leader”. La festa è ancora più grande perché si assomma a quelle del Capodanno lunare e alla vittoria di fatto ottenuta da Pyongyang ai negoziati a 6, che hanno sdoganato nuovi aiuti alimentari ed energetici.
Le feste quest’anno dureranno 5 giorni a partire da oggi. Nel Paese segnato da carestie e miserie, ogni famiglia ha ricevuto un mese extra di razioni ce comprendono 500 grammi di olio da cucina, un kilo di zucchero, 5 uova e una bottiglia di grappa. Nel centro della capitale vi sono danze e manifestazioni con oltre 20 mila persone. Un gigantesco mosaico è stato approntato nelle vie principali e sul monte Myohyang campeggia la scritta “Il supremo generale Kim Jong-il”.
Auguri sono giunti da diverse parti del mondo, primi fra tutti quelli del russo Putin e del Partito comunista cinese.
Quest’anno vi è una ragione in più per festeggiare: lo scorso 13 febbraio è stato finalmente raggiunto un accordo nei “colloqui a 6”, in cui Pyongyang ha accettato di congelare parte dei suoi programmi nucleari in cambio di petrolio e altri aiuti. Gli Stati Uniti hanno anche promesso di cancellare la Nordcorea dalla lista dei “Paesi canaglia”.
Ma il compleanno del “Caro Leader” ha fatto emergere dubbi sulla volontà di Pyongyang di ubbidire all’accordo. Una lettera delle maggiori personalità dell’esercito e della società, pubblicata dall’agenzia ufficiale Kcna, promette a Kim Jong-il di mantenere “la preparazione alla guerra”. “Se i nemici oseranno innescare il fuoco della guerra, noi mobiliteremo tutto il nostro potenziale di lotta… e li schiacceremo senza pietà, realizzando il compito storico dell’unificazione nazionale”.
Un ex responsabile nordcoreano afferma che Kim Jong-il viene dipinto i questi giorni come “il generale che è emerso vittorioso nella lotta finale con gli Stati Uniti”. Yoo Ho-yeol, professore alla Korea University di Seoul aggiunge: “La Nordcorea sembra ormai giocare sul fatto che essa ha ormai ordigni nucleari e che può usarli a suo vantaggio”.
Molti analisti cominciano però a dubitare sulla tenuta dell’impero di Kim. Con ogni probabilità egli dovrebbe passare lo scettro dell’unica dinastia comunista ai suoi figli. Ma essi sono tropo giovani e incapaci. Il figlio primogenito, Kim Jong-nam, 35 anni, sembra preferire più una vita spensierata e consumista. Gli altri, Jong-chol, 23 anni, e Jong-woon, 20 anni, sono troppo giovani. Nessuno di loro ha rapporti forti con l’esercito, unica struttura stabile nel Paese disastrato.
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