AriViva il corpo dei Marines!!
Fonte: Unità Online
Mai senza le bombe a grappolo. Gli Stati Uniti hanno respinto la proposta di metterle al bando dal 2008 come chiesto a Oslo da 46 Paesi di tutto il mondo. «Queste munizioni continueranno a far parte dell'arsenale statunitense e saranno usate rispettando appropriate regole di ingaggio» ha spiegato freddamente il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Sean McCormack. Nonostante il diniego Usa, a cui non piacciono eccessivamente i trattati internazionali, dalla Norvegia un primo, storico, passo verso l’abolizione delle cluster bombs, le micidiali «bombe a grappolo» responsabili della morte e della mutilazione di migliaia di civili in tutto il mondo. Dal summit che si è svolto a Oslo dal 20 al 23 febbraio è infatti scaturita una dichiarazione di intenti, firmata da 46 dei 48 Paesi partecipanti, che impegna entro il 2008 gli Stati a concludere un nuovo trattato che proibisca «la produzione, la vendita e lo stoccaggio» degli ordigni cluster, artefici di «danni inaccettabili» ai civili. «È un grande passo in avanti e siamo molto soddisfatti», ha dichiarato Raymond Johansen, segretario di Stato norvegese agli Affari Esteri. Tra gli Stati partecipanti, solo Giappone, Polonia e Romania hanno rifiutato di sottoscrivere l’accordo, poiché preso al di fuori del contesto delle grandi organizzazioni internazionali, e in assenza di Paesi-chiave come Israele e Stati Uniti. Johansen ha espresso tuttavia la propria soddisfazione per il fatto che, contrariamente a ogni aspettativa, anche Gran Bretagna e Francia abbiano hanno deciso di unirsi alla mozione. La Francia, in particolare, aveva annunciato all’apertura dei lavori la sua disponibilità a impegnarsi, ma unicamente nell’ambito della Conferenza sulla Convenzione sulle armi convenzionali (CCAC) delle Nazioni Unite. Si dice «incoraggiato» dalla risoluzione di Oslo anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, che, secondo quanto riportato da un comunicato diffuso sabato dal suo portavoce, «accoglie con favore ogni progresso per ridurre e, infine, far scomparire gli orrendi effetti umanitari di queste armi». Ban ha poi ricordato il forum multilaterale dei Paesi membri attualmente in corso per arrivare a una Convenzione sulle armi disumane. «Entrambi i processi hanno lo stesso obiettivo umanitario, in queste circostanze non dovrebbero essere visti come concorrenti tra loro, ma complementari nel rafforzarsi a vicenda», conclude il comunicato. Soddisfazione anche da parte della presidente della commissione Difesa della Camera italiana, Roberta Pinotti (Ds), che ha ricordato l’impegno in questo senso già assunto dall’organo da lei presieduto, con una risoluzione, approvata lo scorso 16 gennaio, che chiede al governo italiano di impegnarsi nella messa al bando delle munizioni a grappolo, inserendole nella normativa (la 375/97) che proibisce l’uso, la produzione e lo stoccaggio delle mine antipersona. Le «bombe a grappolo» sono così chiamate per la presenza, al loro interno, di migliaia di micro-ordigni che, al momento dell’esplosione, si disperdono su un ampio perimetro e non possono essere controllate, rischiando di esplodere anche anni più tardi trasformandosi, in pratica, in mine antiuomo. Impiegate in quasi tutti i conflitti della storia recente, dal Vietnam all’Afghanistan, dall’Iraq alla Bosnia-Erzegovina, fino all’ultimo, recente, utilizzo da parte degli israeliani in Libano, si calcola che abbiano ucciso negli ultimi trent’anni almeno 11mila civili, che rappresentano, secondo l’ultimo rapporto di Handicap International, il 98% delle loro vittime.
4 Comments:
Perche non:)
leggere l'intero blog, pretty good
La ringrazio per Blog intiresny
quello che stavo cercando, grazie
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