Thursday, February 08, 2007

Quesito:

Sinologi, orientalisti, aspiranti tali, studenti, appasionati, curiosi, una domanda per voi... anzi, la domanda me la sono posta da solo, la risposta forse la possiamo cercare di tirare fuori insieme. Prendiamo la società (le diverse società) vista come relazione fra le persone. Prendiamo quella cinese nello specifico. Mi chiedevo se i rapporti siano più stretti in Cina o in Italia/mondo occidentale. Se cioè (tolti i vincoli familiari e di amicizia con la "a" maiuscola, dove basta pensare a Confucio e Mencio per trovare la risposta e le giustificazioni) i legami che si instaurano tra cinesi siano più o meno forti di quelli tra noi in Italia/mondo occidentale. Più praticamente parlando, potrei metterla come: "I cinesi si aiutano molto tra di loro? Si cagano tra sconosciuti o appena conosciuti? Quando gliene frega della società? Della collettività? Del bene di tutti? Cosa fanno per gli altri? Pensano agli altri?". Nel passato e nel presente, nella teoria e nella pratica penso che a livello familiare, parentale e di amicizia stretta i cinesi ci battano 10 a 0. Sono molto premurosi e attenti a cose che a molti di noi oggi come oggi fanno ridere. E il perchè lo troviamo appunto facilmente se andiamo a leggere Confucio e i classici, se pensiamo alla società contadina cinese tradizionale, alle gerarchie, all'impero, all'individuo come funzione e pedina nella società più che come individuo libero e sciolto, dotato di diritti e pensiero. Ma se usciamo da questa sfera e guardiamo più in generale ai rapporti tra i cinesi, li trovo molto freddi, egoisti, disinteressati, menefreghisti. In questo li trovo molto diversi da noi abitanti dei paesi attorno al Mediterraneo. Al massimo sono nazionalisti, cioè si sentono Han, vanno fieri della loro cultura millenaria, della scrittura e della Grande Muraglia, in questo senso ascoltano e aiutano più volentieri un altro cinese (al di là del problema di comunicazione dato dalla ligua) che un indiano o un romeno o un kenyota. Secondo me hanno poco (o meglio, meno che qua) il senso dell'altro, dell'aiuto reciproco, della solidarietà, della società come insieme di individui che pensano e scelgono da soli, vanno e fanno, possono aver bisogno di aiuto e consiglio, etc... Non penso alla Cina Popolare, non penso alla Cina del Partito Comunista, non penso alla Cina del dopo '49. Penso a quella classica, tradizionale, immobile, chiusa, sinocentrica, quella fino a prima dell'arrivo massiccio degli occidentali, quella prima del 1842, ma volendo diciamo fino a prima della caduta dell'Impero, 1911. Quella la vedo come detto sopra. Forse mi sbaglio ma a pensarci (cioè sulla base di quanto studiato in 5 anni di università e di quanto visto e vissuto 19 mesi in Cina) la vedo proprio così.
Per questo quando sentono parlare di sciopero, diritti, proteste, etnie minori, occupazioni, sciopero della fame, rispetto dell'ambiente, non è che non vogliono capire, non capiscono proprio. E come se si parlasse una lingua diversa. E non mi fa strano.
Mi rendo conto che la risposta a quanto chiedevo sopra richiede delle conoscenze e competenze storiche, sociologiche, economiche, psicologiche, filosofiche, sinologhe e generali che non ho assolutamente, e quindi resta pressochè impossibile tirarne fuori una conclusione. Però il dubbio mi rimane. E la curiosità pure. Joder!

1 Comments:

At 2:27 AM, Blogger Unknown said...

secondo me nn vogliono capire, o meglio capiscono ma nn condividono le nostre scelte, la nostra "democrazia", il nostro wayoflife,.....magari per loro siamo solo un ricco mercato da sfruttare,...nn so,......ma un giorno quando si formerà un gran ceto-medio cinese, quando ci saranno un po meno poveri e un po meno ricchi, avremo una risposta....e se tutto rimarrà uguale, voleva dire quanto sopra,...makemmadonna sto a di, meglio che vo a durmi cià

 

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