Secondo me sinologia 汉学与疯狂:体现当代中国 Sinology's Not Dead
Blog senza presunzioni di uno studioso di cultura e società cinese. Troverete qui reportage dalla Cina, racconti di viaggio, pagine di diario, serate goliardiche, sviolinate politico-ideologiche, dibattiti intellettuali e non so cos'altro ancora. 大家好! 我是中国文化与当代社会的一位意大利博士研究生。我爱旅游,写作,看书。其次,我爱这两句话:"世界人民大团结万岁!" 与 "革命不是请客吃饭!"。Welcome everybody in this small free space regarding Chinese culture and society, international politics, academic world, travels and much much more.
Saturday, May 26, 2007
Thursday, May 24, 2007
"Gli tolgo le armi. Tutte e due". Sin City o Le Iene? A me è piaciuto più il primo, ma solo i primi trenta minuti. A Pavia un 15enne albanese ha messo incinta una 12enne albanese come lui, ora al sesto mese di gravidanza, nessuna violenza carnale, ma è stato comunque denunciato "a piede libero per violenza sessuale, così come prevede la legge". Non capisco. Il Parlamento giapponese si prepara invece ad accogliere la prima candidata lesbica. Ho di fianco una lunga lista di libri che vorrei leggere, 3 fazzoletti di carta e un foglietto con indirizzo in caratteri cinesi. Non capisco. In testa ho solo l'estate. La Transiberiana transimpossibile. Il Viaggio. La Cina non mi è mai sembrata così lontana, "m'arimbarza", specie ora che ho conosciuto tre ragazze cinesi a Macerata e dopo i racconti poco attraenti di amici che vivono nel gigante asiatico. Tre ghaiccioli al limone, una chitarra e una canzone. Rigorosamente punk.
Filosofia cinese
"Amo spogliarmi e amo sia i ragazzi che le ragazze, specialmente quando sono ubriaca. Il sesso è la più bella cosa del mondo e spero di morire un giorno... mentre faccio l'amore"
Bai Ling, nuova stella orientale di Hollywood
Tuesday, May 22, 2007
2 minuti di goduria
Il caso del video BBC sui preti pedofili si fa sempre più strada attraverso televisione e giornali, Santoro vorrebbe mandarlo in onda nel suo programma, su un sito spuntano fuori i nomi e i capi d'accusa di 4.392 preti americani col presunto vizietto dei pisellini e delle piselline. Vi linko il sito, ma a me non si apre, evidentemente la CEI ha fatto prima di noi...
http://app.bishop-accountability.org/member/index.jsp
Oggi mentre leggevo un libro sbivaccato sul letto di casa ho avuto l'idea, l'illuminazione, più esattamente il ricordo di un'idea... Signori! Andiamo in Cina, ma non su comodi voli di poche ore, andiamoci via terra, andiamoci con la TRANSIBERIANA!! Ovviamente non ho visto se è tecnicamente possibile farlo, non mi interessa, l'idea era nata già anni fa con altri amici, ora la ripropongo, magari bastano 20 secondi di navigazione internet per distruggerla, ma sto godendo troppo alla semplice illusione! Alcuni amici sovietici a Pechino mi avevano parlato della Transiberiana, un treno lento sporco grigio frequentato da delinquenti contadini e oche. Mosca-Pechino una decina di giorni credo, cambio a Ulaan Bator (capitale della Mongolia) o a Novisibirsk. 10 giorni d'Asia via terra, ma ci pensate, steppe e paesaggi assurdi in compagnia di anziani sovietici dagli occhi a mandorla e giovani consumatori di vodka che non perderanno di vista il vostro bagaglio per un secondo (interrail in est Europa docet!). A me mi viene duro solo a pensarci... Ipotizzerei un volo Roma-Mosca a metà luglio, poi autostop fino alla stazione dei treni e da lì un viaggio di solo andata per l'oriente. Signori!
Per quanto emozionanti e orgasmantici possano essere i viaggi in India, Giappone o Tibet, chi ama viaggiare lo sa che il bello del trip non è la destinazione ma il viaggiare in sé (una frase del genere l'ho letta sul sito del fanclub di Terzani). Viaggiamo cazzo! Terra terra!! Mi sembrava di aver fatto un'impresa a raggiungere via terra Pechino da Bangkok in 7 giorni di treni, pullman, camionette e dorsi di mulo tra fango, giungle, guerriglie, oppio, dogane e ufficiali cinesi, ci pensate alla Transiberiana!? Solo a dirlo "transiberiana" brividi mi corrono lungo la schiena, ripasso in mente le poche parole di russo che conosco...
Godo troppo, corro ad informarmi...
p.s. nel caso scontato che andasse a puttane l'ipotesi Transiberiana, non vi preoccupate, ho il piano B: andiamo via mare! Sulle orme dei grandi esploratori del sedicesimo secolo, mercanti di spezie e di anime, anche noi cinquecento anni dopo spariamoci un Genova - Lisbona - Dakar - Luanda - Goa - Hong Kong. Un paio di mesi a pulire la stiva e fissare le stelle di notte. Lontano da qualsiasi cosa che abbia la forma di una città. Andiamo?!
Foto: Valerio ed io, Stoccolma
Monday, May 21, 2007
C'è una cosa che mi ha consigliato Irene, a tratti musical a tratti porno, fondamentalmente film, un film cinese (hongkongino credo) lento e bizzarro. L'ho visto e lo consiglio. Si intitola "Il gusto dell'anguria", ma il titolo inglese è "The wayward cloud". Ci mancava solo il granchio.
Consiglio anche un film parodia dove è racchiusa in 86 minuti gran parte della tradizione e cultura mandarina. Si chiama "Chinese odissey". Poi c'è un erotico-romantico sulle Hong Kong e Singapore della fine anni sessanta: "2046". In ultimo un capolavoro di Zhang Yimou "Non uno di meno": storia di una maestrina di campagna e documentario sul socialismo alla cinese.
Ci mancava solo il granchio. E mi mancano anche tre quattro 25enni sfigati e sviliti, ancora idealisti ma cinici di fondo, svogliati, incazzati non troppo ma sognatori, una scena stile Ecce Bombo e un vibratore viola.
Grazie Irene
Foto: Pesce e Qingdao. A Qingdao.
I cinesi? Immortali!
Questa dovete leggerla...
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/19/vecchietta_cinese.shtml
Sunday, May 20, 2007
Il Papa dagli Indios
«L’annuncio di Gesù e del suo Vangelo non ha prodotto, in alcun momento, un’alienazione delle culture precolombiane, né fu un’imposizione di una cultura estranea» Papa Ratzinger
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200705articoli/21785girata.asp
Saturday, May 19, 2007
Il sabato del villaggio maceratese. E l'India.
Sabato maceratese, stasera "Festa della Spada" a Camerino (Mc), concerto ska-punk organizzato da diversi comuni a Petriolo (Mc), serate concertose anche a Porto Poteza (Mc) e Montegranaro (Ap). Intanto a casa svogliato sfoglio appunti di capitalismo e di informatica: malinconia asiatica. Ci sono fondamentalmente due momenti a cui corrispondono due diversi umori: quando leggo di scritti sulla Cina degli anni cinquanta o delle attuali lotte antisfratto e antispeculazione dei contadini nelle campagne cinesi, botta ormonale, voglia di partire subito, venti libri un sacco a pelo il passaporto e la prima nave per Hong Kong; il secondo momento invece è quando leggo i blog dei ragazzi della mia età che stanno a Pechino o Shanghai, non scrivono altro di costi bassi, taxi, ristoranti, discoteche, cibo di merda, vestiti di marca a due lire, fica gratis... qui mi calano subito le palle e guardando fuori dalla finestra capisco che anche nella solitudine leopardiana che si perde tra le colline sempreverdi del maceratese col mare all'orizzonte anche qui signori si può stare bene... e vorrei non partire più, non per la Cina almeno.
Approposito di partire (Ale, Sté, Valerio, non ammazzatemi!), da un due tre giorni mi balena un'altra idea per la testa: dato che il visto turistico cinese dura solo un mese e io devo starci un anno in Cina, pensavo di partire a metà luglio (finisco il mini master a Macerata l'11, ufficiale) destinazione bestialmente golosa: 40 giorni , India. Il visto dure tre mesi, costa 50 euro, si fa a Roma, tempo una settimana. L'India è enorme, parlano tutti inglese (io ho anche studiato hindi 2 anni, non ricordo nulla ma non importa, conta la simpatia!), ci sono delle zone dove non si può andare, altre con guerre civili e religiose in corso, per i vaccini basta evitare zone a rischio (e poi dopo Birmania e Laos al massimo prendiamo l'hiv se proprio ci scambiamo la siringa), cibo da paura, cultura millenaria, se puzziamo nessuno ci fa caso, se vogliamo esagerare in soldi e pazzia possiamo anche svalicare in Tibet o Nepal (è li possiamo contare sul mio cinese nel primo caso e sulla mia militanza maoista nel secondo caso). Insomma, il Giappone può aspettare, il Tibet non lo sposta nessuno. Io quasi quasi tifo India....
Sono quasi alla fine del corso in tecniche per l'esportazione d'impresa che ho seguito qui alla facoltà di economia di Macerata. Ne sono molto soddisfatto, penso di aver imparato cose nuove e di aver allargato le mie conoscenze; penso inoltre che quella commerciale sia una scienza che di umano ha ben poco; ma soprattutto se potessi tornare indietro, finito il liceo mi metterei a studiare per diventare ufficiale della Guardia di Finanza. Davvero.
Friday, May 18, 2007
Sulla capacità contributiva e della riserva relativa
Schizzato indietro in un tempo antichissimo. Un posto lontano, nello spazio e nel tempo, un paesaggio troppo verde e troppo naturale per essere reale ad uno stronzo nato nel XXI° secolo. Alberi, piante, flora rigogliosa, foreste divise a strapiombo da gole e roccia degne del miglior Fidia, in fondo una cascata di qualche centinaio di metri. Rumori, odori. Tutto vivo eppure tutto fermo. L'economia è una scienza troppo distante dall'uomo. Non lo serve. Ne è servita. E nella foresta un capo indiano di età trascurabile, occhi chiusi intonare un canto ancestrale di cui non capisco le parole ma capisco il senso. Si muovono solo le penne che ha in testa, poi il vento cessa e smettono di muoversi anche quelle. Muore il tempo, e smette di essere una variabile economica; prezzo e qualità muoiono prima ancora, non c'è nulla da comprare e nulla da offrire. Chiudo gli occhi anche io...
Anticlericali non si nasce: si diventa!
Tema: Chiesa e crimini sessuali, come nasconderli?!
Vedetevi il video nel post titolato "Sex crimes and Vatican" al sito:
http://www.bispensiero.it/
prima però un po' di cultura:
http://it.wikipedia.org/wiki/Crimen_sollicitationis
Thursday, May 17, 2007
Beh, e da stasera mi ricorderò ancor più di Giuseppe Pinelli quando (anzi, se) andrò a votare. Se invece non sapete dove andare a comprare un rene ecco un video che più darvi qualche indizio
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Ho-comprato-un-rene-in-Nepal/1613087&ref=hpstr1
"L'Occidente non ha conquistato il mondo con la superiorità delle sue idee, dei suoi valori o della sua religione ma attraverso la sua superiorità nell'uso della violenza organizzata (il potere militare). Gli occidentali lo dimenticano spesso, i non occidentali mai."
S. P. Huntington
Wednesday, May 16, 2007
Udite udite!!
Tuesday, May 15, 2007
Il mio interesse prima e la mia passione poi per i film orientali sono nati nei primi anni di università a Roma. Gli anni più belli, quelli da studente ribelle e squattrinato, gli anni a pasta e tabacco, quelli in cui può far tutto purché sia gratis. E gratis c'era il Cinema Orientale. Proiettavano gratuitamente in diverse sale della capitale film asiatici per un paio di settimane all'anno. Finivo le lezioni verso le 4 o le 5 del pomeriggio e mi fiondavo, solitamente da solo, nei cinema nei pressi di Via del Corso, del Mercato Esquilino, di Piazza Bologna, a godermi gli spettacoli. C'era sempre poca gente, film coreani, giapponesi, taiwanesi, cinesi, filippini, turchi, soprattutto indiani, indonesiani ed iraniani, in lingua originale con sottotitoli in italiano o inglese, spesso alla presenza del regista. La cosa più bella (a parte il fatto di essere gratuiti) era che, ignorando quasi tutto delle realtà descritte nelle opere, ogni film era per me in primis un documentario, ovvero una storia (d'amore, di guerra, politica, sociale,...) all'interno di un contesto storico-culturale di un paese a me (ma direi "a noi") quasi totalmente estraneo, diverso. Cominciando a parlottare e capire un po' di cinese e di hindi, negli anni successivi mi godevo i film ancora di più. All'università di Pechino poi seguii per due volte un corso chiamato 看电影学汉语 (letteralmente "guardare film studiare cinese"), dove i docenti proiettavano film cinesi con sottotitoli in caratteri. E stando in Cina uno dei passatempi preferiti da noi stranieri durante i rigidi inverni del nord era quello di comprarti 5-6 dvd pirata per strada a 3-4 euro in tutto e spararteli a casa con gli amici in compagnia di thé e cioccolato. Se avevi culo il dvd andava, in cinese con sottotitoli in inglese, se non avevi culo il dvd andava a scatti in lingua birmana con sottotitoli in alfabeto cirillico. E così imparavi un po' di slang e passavi l'inverno.
Ora i film orientali sono per me una droga: restarne a lungo senza mi dà i crampi allo stomaco. Stasera mi sono sparato un film di un (o una) regista indiano, Deepa Metha, dal titolo "Water". Dieci e lode.
Foto: Cambogia, agosto 2005
Cina, agosto 2007, tutto pagato
SEGNALO UN ANNUNCIO/OFFERTA DI LAVORO/PROPOSTA DI VIAGGIO SUL SITO DELLA MIA EX FACOLTà DI STUDI ORIENTALI, DA PARTE DI UN RAGAZZO DELLA NOSTRA ETà, DISABILE, CHE COME PARECCHI DI NOI VORREBBE ANDARE IN CINA PER STUDIO:
Il seguente annuncio è rivolto, in modo particolare, a tutti gli studiosi di cinese della Facoltà di Studi Orientali:
Salve, Sono Valerio Serafini un ragazzo di venticinque anni laureato in Cinese presso questa università. Da molti anni ormai sto tentando di organizzare un viaggio studio in cina ma poichè vivo su una sedia a rotelle finora molte università cinesi non hanno accettato la mia richiesta di soggiornare presso di loro per un periodo di studio. Tuttavia quest'anno grazie all'associazione sinaforum sono riuscito a far accettare la mia domanda di un soggiorno studio presso la Nankai Daxue di Tianjin per il periodo che va dal 30 luglio al 24 agosto ma per poter coronare il mio sogno ho bisogno di una persona che mi accompagni e stia con me per TUTTO IL PERIODO DI STUDIO 24 H SU 24 E ABBIA LE SEGUENTI CARATTERISTICHE:
-Serietà
-Disponibilità ad aiutarmi negli spostamenti e nelle principali azioni quotidiane:(Lavarsi vestirsi igiene intima personale)
-Cordialità
- buona forma fisica(non sono leggerissimo!)
In cambio dell'adempimento dei seguenti requisiti offro l'INTERO PACCHETTO DI VIAGGIO STUDIO PER TUTTO IL PERIODO (30 LUGLIO 24 AGOSTO) Comprensivo di:
-biglietto A/R ROMA-PECHINO(incluso trasferimento con pulman a Tianjin)
-Assicurazione medica fino a 3000 euro contro infortuni
-quota di inscrizione all'università Nankai di Tianjin e alloggio in doppia presso il dormitorio nel campus dell'università
assicurazione bagaglio 500euro
-quota di iscrizione all'associazione sinaforum
-quota svolgimento pratiche burocratiche(visti)
per qualsiasi altro dettaglio contemplato nel pacchetto viaggio non presente in questo annuncio rivolgersi a sinaforum chiedendo di Davide Vona e dicendo che volete accompagnare valerio Serafini.Valore del pacchetto 1800 euro
gli interessati all'offerta possono contattarmi ai seguenti recapiti:
Cell 3339806855
e-mail valerioserafini81@yahoo.it
N.B.L'INCARICO VERRà ASSEGNATO SOLO DOPO UN COLLOQUIO CON GLI INTERESSATI PREVIO ACCORDO TELEFONICO O TELEMATICO
Un'altra storia di coraggio
Ooohhhh... mentre il coraggioso uomo di etnia uighur che ha lanciato una molotov contro la gigantografia di Mao a piazza Tiananmen, ora in prigione, è stato dichiarato "malato di mente" (non fatevi inculare dal nome, è una definizione che danno ai dissidenti, da noi ci definiscono "terrorista" o "anarchico", da loro "malato di mente"... il mondo è bello perchè è vario...), oggi il link ad un altro caso di coraggio, quello di una donna ministro nel Kuwait
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=9267&size=A
Monday, May 14, 2007
Anche gli americani dormono in ufficio...
Dormire in ufficio? Beh, se per "ufficio" intendiamo "posto di lavoro" in generale diciamo che in Cina è cosa alquanto comune. Prendiamo una metropoli cinese qualsiasi, quelle piene di negozi e ristorantini, bettole e bancarelle, non so in percentuale quanti siano i lavoratori che appena staccano il lavoro tirano fuori coperte e cuscini per passare la notte, ma sicuramente sono molti. Una cosa comune insomma. Che fa strano e brutto ad uno straniero, uno ricco intendo. Immaginate i cinesi che emigrano dalle campagne povere ed approdano nelle (ricche?) metropoli; se hanno parenti, qualche soldo e molto culo troveranno 5 metri quadrati dove metter su una piccola attività, magari vendono frutta o tabacchi o prestano servizi (copiano chiavi, aggiustano televisori, etc...). Quei 5 metri quadrati non sono il loro luogo di lavoro soltanto, sono anche il luogo dove mangiano (con la famiglia se ne hanno una) e dormono. Insomma, non fa più tanto strano neanche al ricco occidentale vedere una scena simile. Strano fa a me leggere questo articolo de La Stampa e sapere che succede lo stesso anche a New York tra i giovani manager:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200705articoli/21530girata.asp
Un po' per ergonomia, un po' per problemi di spazio, un po' per paranoia copyright, un po' per omologazione, un po' per tutto questo da oggi anche io passo alla convenzione dei blogger di indicare soltanto il link ad un sito di interesse e non l'intero articolo o testo.
Oggi rimando ad un tema molto rilevante all'interno della cultura cinese: la cucina. Vi segnalo questo sito, che non è un granché, ma dà quelle 5-6 nozioni di base da sapere (credo) sulla culinaria cinese.
http://canali.libero.it/affaritaliani/culturaspettacoli/cibo1405.html
Per gli appassionati di Giappone, invece, un'ottimo blog di ricette preso dal sito di Corriere Asia:
http://www.corriereasia.com/giappone/blog/ricette_cucina_giapponese/
Foto: gnam gnam, pranzo di fine corso offerto dalla mia università a Pechino
Sunday, May 13, 2007
C'è un altro film cinese da applauso e da lacrima sul viso che consiglio, "Non uno di meno" di Zhang Yimou, ottima storia-documentario sulla condizione della scuole nelle zone più povere e remote della Cina, là dove i McDonalds e i turisti occidentali non sono ancora arrivati.
Saturday, May 12, 2007
Sono tutte troie. Siamo, tutte troie. Stamattina qualcuno o qualcosa ha lanciato una molotov contro la mega effige di Mao in piazza Tiananmen, sì, quella all'entrata della Città Imperiale, quella grossa effige, c'hanno lanciato una molotov contro, danneggiandola. Immaginatevi che paranoia le autorità. E che imbarazzo. Mi sarebbe piaciuto esserci e godermi lo spettacolo. Ironia della sorte, Mao ripeteva spesso che la rivoluzione scoppia in un attimo, basta una scintilla e sarà festa festa fino al mattino. O qualcosa del genere. Immaginatevi che scoppi per davvero la rivoluzione, da una molotov lanciata contro l'ingiustizia (l'effige di Mao nella fattispecie, ma poteva anche essere la Papamobile o il reggiseno della Tatcher) il popolo cinese che scende in strada, occupa la Grande Muragli e incendia tutti i KFC di Macao, sciopero ad oltrenza a sostegno della causa del sottoscritto, impegnato disperato per un visto turistico di almeno 2 mesi senza alcun buon motivo agli occhi dell'ambasciata cinese a Roma. A Tolentino invece, quella piccola cittadina preappenninica dove qualche giorno fa han stanato le romene ricercate in tutta Italia per l'omicidio in metro a Roma, in quella stessa ridente cittadina, un bambino di otto anni ha visto due rom (di cui una minorenne, strana coincidenza) entrare in casa sua, ha avvertito il padre, entrata trionfale della polizia, minorenne affidata ai servizi sociali, l'altra rom al gabbio, bambino eroe della giornata nella ridente cittadina preappenninica. Ironia della sorte, io di ironico non ci vede niente.
La foto? Anni fa. Quello è Alessio, semplicemente un grande. Quello sotto è il suo letto, allo squat di via Turati. Arte e squilibrio...
"Quandoquidem, nec caro sis, nec pili, sed voluntas"
Torquato Accetto
"In realtà [...] non ho mai davvero scelto di fare il giornalista. Al contrario, a fare quello che ancora oggi faccio per guadagnarmi da vivere, fui spinto soltanto dall'arroganza del potere costituito"
Marc Cooper
Friday, May 11, 2007
Al Permesso di Soggiorno non credere mai
Uno degli ragazzi qui sotto è stato mio studente al corso di cinese, un altro è studente di mio padre.
Fonte: Il Resto del Carlino Online
Si apre un caso intorno al progetto europeo 'Leonardo': annullata la partenza di tre ragazzi extracomunitari che frequentano le scuole maceratesi. L'assessore provinciale Carla Monachesi ha già pronta una lettera che invierà al ministro D'Alema e al collega inglese Beckett
Macerata. Per Macerata, provincia aperta all’Europa e al mondo, si tratta di un vero e proprio schiaffo. Ma l’assessore provinciale Carla Monachesi non molla: è già pronta la lettera che invierà alla Commissione europea di Bruxelles, al ministro degli esteri inglese Margaret Beckett e, per conoscenza, al ministro degli esteri italiano, Massimo D’Alema. E’ difficile, infatti, digerire il rifiuto opposto dalle autorità britanniche all’ingresso nel Paese di sua Maestà a tre studenti extracomunitari che frequentano scuole superiori della nostra provincia. Violgina Bardho, albanese, studentessa del quarto anno dell’Ipia “Pocognoni” di Matelica, Aubrey De Lemos, filippina, brillante allieva dell’Itc “Corridoni” di Civitanova, Daniel Eguabor, nigeriano, studente all’Ipct “Pannaggi” di Macerata erano stati selezionati, nell’ambito del programma europeo di formazione denominato “Leonardo da Vinci”, per un soggiorno di tre settimane, un’occasione per perfezionare la conoscenza dell’inglese, ma anche fare esperienze lavorative e visite nelle imprese.
Thursday, May 10, 2007
E dell'amico mio di ventidue
La bellezza e l'amore!
E se la nostra stanzetta di allora
Per le ricette degli antichi Magi
Elleno-siri anche risorgesse,
Che altro mancherebbe, al nostro riessere?
C. Kavafis
Essere di Alessandria, o di Atene, o di Gerusalemme non significa più nulla. Sei uguale a chi è nato a Torino o a Glasgow. Bisogna abitare in case senza luce elettrica, accendere candele, digiunare, aspettare che tornino, i fantasmi che abbiamo incoronato.
G. Ceronetti
Maceratesi sbarazzini in una Londra che prende benissimo...
Saturday, May 05, 2007
Cinesi nella ricca Macerata. (magari mi chiamano anche al tribunale per fare da interprete...)
Fonte: Il Resto del Carlino Online
CAPANNONI DELLA VERGOGNA
Vivevano come schiaviscovata la 'Chinatown' nel cuore della provincia
Blitz a Sambucheto: trovata dalla polizia una fabbrica-casa con venticinque cinesi che vivevano in condizioni disumane
Macerata - LA CITTÀ che produce. La città del tessile. La città paciosa e opulenta. Che vive sul lavoro. Di una Chinatown sommersa. Di decine di omini che tagliano, cuciono e ricamano. La città sazia che cammina in tacchi e doppiopetto sopra un tunnel sotterraneo. Di talpe con gli occhi a mandorla, che scavano e tirano dritte. Senza vedere l’orizzonte. Che è sigillato dai vetri opachi di tre capannoni, sui quali è stampigliato un «Vietato l’accesso ai non addetti ai lavori». E’ il 4 maggio. Del 2007. A Macerata. Anzi, Sambucheto, zona industriale, polmone produttivo della provincia che fattura e fa di conto. Mezz’ora dopo le sirene di mezzogiorno, ragazzi e ragazze della squadra mobile e di quello che nel vocabolario poliziesco è l’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, spalancano le porte dell’inferno: tre capannoni, uno a poche centinaia di metri dall’altro. Il primo si cela dietro la Regina. E’ una Caienna, a due gironi danteschi: il piano terra, un opificio di macchine da cucire, e il piano superiore, un letamaio mozzato da intercapedini e buchi puzzolenti.
L’ARRIVO dei poliziotti è come una pedata a un formicaio: i cinesi fuggono dappertutto, anche sui tetti. Ma la morsa è a tenaglia. Hanno gli occhietti sbarrati, spauriti. C’è chi sgranocchia una mela. Ignaro. Uno, moretto, allarga le braccia: «Questo è lavoro», dice. Gli hanno insegnato che è tutto normale: trottare come schiavi alla macchina da cucire, i luridi cessi, solo due, al piano terra e al piano «soggiorno», le cucine imbrattate, le nicchie e i buchi da sorci dove appoggiano la testa, la sera, quando smontano. E se smontano.
Vivono insieme, donne e uomini. E c’è anche un minorenne. Gli uomini di Walter Busiello, dirigente delle volanti, e di Alessandro Albini, il capo della squadra mobile, non credono ai loro occhi. Dal capannone infame sollevano scatoloni e scatoloni di pc portatili, telefonini e registri. Perché la tecnologia si mimetizza nel primitivo, nella tana degli schiavi. Poi, a terra, sono sparpagliati cappellini di marca, non ancora cuciti. Firmati, con le macchine della vergogna. Al piano terra, tra mucchi di legna per scaldarsi e panni stesi, umidi e maleodoranti, ci sono le macchine. Due stanzoni, solcati da intercapedini. Ma bisogna infilarsi di sopra. Perché la città ricca e sazia si nutre del grasso che insozza i loculi notturni dei nuovi schiavi: buchi ricoperti da pareti in cartongesso e compensato, con prese d’aria per tirare una boccata d’ossigeno. Il fuggi fuggi è pure sui tetti. Ma un’autoscala dei pompieri s’arrampica fin lassù per strappare allo sfruttamento gli ultimi piccoli schiavi. Poi gli agenti traslocano nel secondo capannone. La scena è simile. Nelle auto della polizia finiscono in 25 (15 ragazzi e 10 ragazze), 8 in regola col permesso.
FUORI dai corridoi della questura, c’è la solita città che ingrassa. E che sapeva, ma teneva la bocca chiusa. Da un pezzo c’era chi stava dietro a quello strano viavai di occhi a mandorla, a Sambucheto. Poi, il blitz. «Ma noi non abbiamo visto nulla», dicono intorno a quei capannoni. Cadono dalle nuvole. Ma vicino a quel letamaio di coscienze, c’è anche chi lavora mattina e sera. E davanti ai taccuini dei cronisti se la cava con un «no comment». Che non vuol dire niente. Come la loro indifferenza. Eppure dentro quei mostri in cemento, senza insegne e senza nome, doveva starci qualcuno. Doveva nascondersi qualcosa. C’era una prigione. E dentro, quasi trenta schiavi. Macerata, 4 maggio 2007.
Friday, May 04, 2007
Cockney Rejects "Oi! oi! oi!"
Hear that cry throughout the streets, we know just what it means
And even to the ignorant, it ‘aignt what it seems
Through every city backstreets, the kids from all around
They all come to join the fun, cause they know the sound
They all try to ignore us, but we wont let 'em win
The wankers try to put us down, but we will smash them in
Cause we all say, that they're full of shit
And we're running down the backstreets
Oi! Oi! Oi!
And we're running unafraid
Oi! Oi! Oi!
Cause we all know that's the sound of the streets
And we're running down the backstreets
Oi! Oi! Oi!
Got our martins on our feet
Oi! Oi! Oi!
And you're all running down the backstreets with me
The kids they come from everywhere, the east end’s all around
Cause they all know what it means, when they hear the sound
You know what to do, when you hear the call
Put your boots and earrings on, and kick down that fucking wall
You can listen to politicians, they'll lead you astray
You're gonna see the light and your gonna see the way
And we all know that there's nothing like us
And we're running down the backstreets
Oi! Oi! Oi!
And we're never giving in
Oi! Oi! Oi!
Cause we all know that we're gonna fucking win
And we're running down the backstreets
Oi! Oi! Oi!
And we're here to stay
Oi! Oi! Oi!
And we all know that the firm are on they're way
They all try to ignore us, but we wont let 'em win
The wankers try to put us down, but we will smash them in
Cause we all say, that they're full of shit
And we're running down the backstreets
Oi! Oi! Oi!
And we're running unafraid
Oi! Oi! Oi!
Cause we all know that that's the sound of the streets
And we're running down the backstreets
Oi! Oi! Oi!
Got our martins on our feet
Oi! Oi! Oi!
And you're all running down the backstreet with me,
With me.
Insulti da carcerato. Ti ho anche regalato 11 secondi del mio tempo nudo, cos'altro cercheresti troia!? Incorniciato a pareti di giada, tappeti di vimini, ghiande dorate, rigurgito a non finire, smettila di fissarmi, "indisposto" è il termine giusto, "forse" l'avverbio che più mi piace, meglio realizza la mia concezione imprevedibilmente casualistica insensata fatua fatalista sconosciuta meretrice della vita. E ciò che è mio non lo divido né condivido con nessuno. Rassegnati! Oi oi oi!
Thursday, May 03, 2007
Cina e carità
Fonte: Internazionale Online
Foto: in viaggio nel Sichuan (Cina sudoccidentale), maggio 2005
Il vero volto di Hu Manli, nota come la "Mamma cinese", è stato svelato. Nel 1999 la donna ha fondato una scuola per orfani a Lijiang, nella provincia dello Yunnan, con il contributo dell'americana United moms charity association. Ma la presidente dell'associazione americana, Zhang Chunhua, ha intuito rapidamente che i conti della socia cinese non tornavano, e ha cominciato una battaglia durata sette anni.
Alla fine Hu, a lungo considerata un'eroina nazionale in Cina, si è rivelata una truffatrice. Le autorità locali hanno riferito che "l'esito delle indagini è grave" e che pertanto rileveranno la gestione della scuola di Lijiang. Il settimanale Nanfang Zhoumo illustra i particolari della vicenda: la signora Hu, che ha rifiutato di farsi intervistare, avrebbe fatto "sparire" donazioni per circa 120mila euro. Nel 2006 aveva perfino chiesto aiuti economici alle autorità, perché "le offerte erano diminuite".
In realtà 571 persone in tutto il mondo versavano regolarmente un contributo. I soldi finivano nelle tasche della presunta benefattrice, che esibiva false ricevute e si presentava ai suoi cento orfani vestita di stracci. "La Cina", conclude il settimanale, " è entrata da pochi anni nel mondo delle associazioni caritatevoli, e ha ancora molto da imparare".
Wednesday, May 02, 2007
Il primo maggio di Macao. Macao's May Day
Yesterday’s protest in the former Portuguese colony Macao “show how the local government has given no attention whatsoever to its citizen’s protests, concentrating wholly on economic development instead of social well being: a scourge which also exist on continental China”. This is the main thrust of Chinese dissident’s comments following the violent anti – government protests which rocked the island yesterday. About 10 thousand workers, marching to mark May 1st in fact accused the governing executive of “favouring economic development over their jobs”.
The police who were patrolling the demonstration, found themselves forced to disperse the crowd, shooting in the air and wildly hitting out at protesters with electric batons. One woman was hit by a bullet, while 21 policemen and a hundred demonstrators were lightly injured.
According to the editor of Hong Kong daily the South China Morning Post, “the profits made by the casinos [principal source of earnings in Macao, known as the Asian Las Vegas ndr] have been centralized by a corrupt administration, which has failed to share the fruits of the financial development with the population. In this way, they have forced the workers to violence”.
The phenomenon “is being carefully watched by the central government. While it appreciates Macao’s loyalty to the Mother Land it has warned the Chief executive Ho Hau-wah: if the deep social problems are not resolved, there will be series consequences for the entire executive.