Tuesday, May 15, 2007


Il mio interesse prima e la mia passione poi per i film orientali sono nati nei primi anni di università a Roma. Gli anni più belli, quelli da studente ribelle e squattrinato, gli anni a pasta e tabacco, quelli in cui può far tutto purché sia gratis. E gratis c'era il Cinema Orientale. Proiettavano gratuitamente in diverse sale della capitale film asiatici per un paio di settimane all'anno. Finivo le lezioni verso le 4 o le 5 del pomeriggio e mi fiondavo, solitamente da solo, nei cinema nei pressi di Via del Corso, del Mercato Esquilino, di Piazza Bologna, a godermi gli spettacoli. C'era sempre poca gente, film coreani, giapponesi, taiwanesi, cinesi, filippini, turchi, soprattutto indiani, indonesiani ed iraniani, in lingua originale con sottotitoli in italiano o inglese, spesso alla presenza del regista. La cosa più bella (a parte il fatto di essere gratuiti) era che, ignorando quasi tutto delle realtà descritte nelle opere, ogni film era per me in primis un documentario, ovvero una storia (d'amore, di guerra, politica, sociale,...) all'interno di un contesto storico-culturale di un paese a me (ma direi "a noi") quasi totalmente estraneo, diverso. Cominciando a parlottare e capire un po' di cinese e di hindi, negli anni successivi mi godevo i film ancora di più. All'università di Pechino poi seguii per due volte un corso chiamato 看电影学汉语 (letteralmente "guardare film studiare cinese"), dove i docenti proiettavano film cinesi con sottotitoli in caratteri. E stando in Cina uno dei passatempi preferiti da noi stranieri durante i rigidi inverni del nord era quello di comprarti 5-6 dvd pirata per strada a 3-4 euro in tutto e spararteli a casa con gli amici in compagnia di thé e cioccolato. Se avevi culo il dvd andava, in cinese con sottotitoli in inglese, se non avevi culo il dvd andava a scatti in lingua birmana con sottotitoli in alfabeto cirillico. E così imparavi un po' di slang e passavi l'inverno.
Ora i film orientali sono per me una droga: restarne a lungo senza mi dà i crampi allo stomaco. Stasera mi sono sparato un film di un (o una) regista indiano, Deepa Metha, dal titolo "Water". Dieci e lode.

Foto: Cambogia, agosto 2005

0 Comments:

Post a Comment

<< Home