Sulla capacità contributiva e della riserva relativa
Schizzato indietro in un tempo antichissimo. Un posto lontano, nello spazio e nel tempo, un paesaggio troppo verde e troppo naturale per essere reale ad uno stronzo nato nel XXI° secolo. Alberi, piante, flora rigogliosa, foreste divise a strapiombo da gole e roccia degne del miglior Fidia, in fondo una cascata di qualche centinaio di metri. Rumori, odori. Tutto vivo eppure tutto fermo. L'economia è una scienza troppo distante dall'uomo. Non lo serve. Ne è servita. E nella foresta un capo indiano di età trascurabile, occhi chiusi intonare un canto ancestrale di cui non capisco le parole ma capisco il senso. Si muovono solo le penne che ha in testa, poi il vento cessa e smettono di muoversi anche quelle. Muore il tempo, e smette di essere una variabile economica; prezzo e qualità muoiono prima ancora, non c'è nulla da comprare e nulla da offrire. Chiudo gli occhi anche io...
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