Sul bianco pelo del gatto rossa grida la scritta: “Viva il Primo Maggio!”: Pechino, primavera 2005.
Era la primavera del 2005, la mia seconda primavera in Cina. Ed io ero studentello di cinese, cresta, birra e utopia rivoluzionaria. Il mio cinese parlato una vergogna, ma provavo a difendermi e studiare con impegno. Avevo un’amica cinese con la quale studiavo questo cavolo di mandarino: io la aiutavo con l’italiano, lei ricambiava col cinese. Eravamo seduti su una panchina nel campus dell’Università di Lingue Straniere di Pechino. La stavo aiutando con una traduzione di un articolo dall’italiano al cinese. Inizio a tradurle la prima riga. Poi la seconda. Poi la terza. Poi pian piano non traduco più e smetto di badare alla mia amica cinese. Scorro veloce con gli occhi il testo dell’articolo, rapito dal racconto. Narrava una vicenda successa ad un marxista italiano, IL marxista italiano, Antonio Gramsci, celebre autore studiato più in Cina e in America che in Italia. In un primo maggio di molti decenni fa, il giovane Antonio chiuso in carcere per le sue idee non congeniali al regime fascista pensa al modo di festeggiare la Festa dei Lavoratori. Solo e in cella riesce a trovare il modo di procurarsi della vernice rossa dal secondino della prigione. Nella notte un gatto bianco che era solito poltronare tra le stanze del carcere, entra nella cella di Gramsci. Due pennellate e il gatto che corre per tutta la prigione tra le grida e i pugni chiusi degli altri detenuti, inseguito dalle guardie che faticano non poco ad acciuffare lo spaventato animale. Sul bianco pelo del gatto rossa grida la scritta: “Viva il Primo Maggio!”.
Guardo la mia amica cinese con un sorriso a settantadue denti. “Come si dice Viva il Primo Maggio in cinese?”, le chiedo. “Wuyi wansui”, mi risponde. Mollo i libri e i quaderni, volo nel mio dormitorio, prendo pennarello e carta e lascio scritte appese per tutto il corridoio: Wuyi wansui!! Viva il Primo Maggio! Viva la Festa dei Lavoratori!
E buon Primo Maggio a tutti/e!!