Finestra sul mondo: vita, usi, costumi, sessualità a Santiago del Estero (Argentina)
Ho un fratello che fa volontariato nell'Argentina settentrionale, al confine con la Bolivia. Mi ha scritto questa e-mail. Condividiamola.
"le mie impressioni su società e persone, usi e costumi, hobby e alcoholismo qui a Santiago del Estero:
Prima di tutto bisogna fare una premessa storica analizzando i vari flussi migratori che hanno coinvolto la provincia:
Santiago è stato colinizzato da Spagnoli (Criollos), che hanno sottomesso e schiavizzato le tribù Quichua. Poi sono arrivati gli italiani i primi del novecento. Prima che il grande impero Ottomano collassasse definitivamente abbattuto dalla prima guerra mondiale una grande quantità di Siriani e Libanesi hanno tentato la sorte nel nuovo continente e si sono stabiliti qui perchè c'era tanta terra e poche persone. Insomma a quasi cento anni da quest'ultima forte immigrazione la situazione è sorprendente, la gente si è accoppiata tra razze, religioni ed etnie, addirittura la quasi totalità dei sirio-libanesi ha perso la fede nel grande Allah (non ci sono moschee qui, ma un sacco di kebabbari). Molta gente ha tratti scuri e occhi piccoli Quichua, soprattutto nei barrios più poveri, poi ti giri e vedi biondi, altri con occhi chiari con pelle scura.. Insomma è un melting pot razziale molto evidente, e soprattutto non ci sono contrasti tra i differenti gruppi, anzi non ci sono più i gruppi...
Da questa premessa sembrerebbe un posto da paura ma non è così, in realtà le differenze e le discriminazioni si vedono nel portafoglio e nel quartiere dove vivi: quartieri poveri e quartieri ricchi a duecento metri di distanza funzionano con dinamiche sociali completamente diverse. Intendiamoci non stiamo parlando di Nairobi, ma comunque le differenze sono notevoli.
Io vivo in un barrio ("quartiere", ndt) povero, diciamo all'inizio del barrio, dove ancora i camion per la raccolta dell'immondizia qualche volta passano, però la maggiorparte della gente che abbiamo conosciuto (lavoratori nel sociale, quasi tutta laureata) vive in quartieri totalmente differenti. Ci sono molti pregiudizi dei cosiddetti ricchi sui quartieri poveri che vengono dipinti come luoghi infernali dove mostri a tre teste girano con asce infuocate pronti a tagliarti in due. In realtà la gente del mio quartiere è tranquilla a parte i tossiconi che qui si fanno di copo, una sorta di scarto dello scarto della cocaina, praticamente ammoniaca e bicarbonato. Dicono che ti da una grande botta ma solo per pochi minuti e si vende una dose per 1 pesos (20 centesimi di Euro). Per questo sti tipi sfruttando il fatto che la notte le strade del quartiere non sono illuminate a volte tendono agguati alla gente per trovare qualche spicciolo, la cosa che pija male è che rubano ad altri poveri, cazzo vai nel quartiere dei ricchi, rischi di più chiaro ma se rapini qualcuno trovi più soldi ed è anche più decoroso...
Copo a parte la gente beve molto, sia ricchi che poveri, cambia solo il luogo e la qualità della bevuta. Il Fernet Branca è considerato il top mentre i poveri a volte si accontentano delle buste di vino, però sono più fighetti di noi e lo bevono con sprite o cocacola. L'alimentazione è strana, a mio parere inadeguata al tipo di clima. Cibi molto grassi, maionese dappertutto, cioccolata, dulce de leche ("dolce al latte", ndt), insomma un'alimentazione molto occidentale in posto con un clima di quaranta gradi quasi tutto l'anno. Ci sono piatti tipici Quichua a base di Mais (tra l'altro molto buoni) ma non sono consumati assiduamente. Lo stile di vita è molto occidentale con le dovute differenze, qua la gente è molto cordiale, gli gusta sedersi a chiacchierare tomando un mate ("bevendo una sorta di té", ndt), il tempo trascorre in maniera più lenta (questo si riperquote anche purtroppo nel lavoro dove per fare una cosa anche semplice i tempi si allungano un casino).
La gente nel tempo libero va nei parchi a correre o giocare a calcio. La musica tradizionale e folclorica come la "chacarera" è molto diffusa negli strati alti della popolazione, va tipo di moda come da noi essere alternativi. Nei barrios poveri invece si sente solo cumbia e reggheton.
Due paroline su famiglia e sessualità come mi avevi chiesto:
Prima di tutto la differenza tra Santiago capital e tutto il resto della provincia è notevole, nelle campagne funzionano ancora le famiglie patriarcali vecchio stile, pater familia legge suprema, amministra la giustizia da solo nella finca, figliolanza enorme, la unica differenza è che il/la più sveglio/a della casa viene mandato nella capitale a studiare all'università nazionale (che qui in Argentina è gratuita).
Questa struttura è dovuta soprattutto ad un'assenza dello stato nelle campagne, niente polizia, figuriamoci tribunali. Ognuno fa quello che può, la figura più importante è il "patron", cioè il latifondista che sfrutta, ma allo stesso tempo offre i servizi e amministra la giustizia effettiva nel campo.
In città le famiglie sono formate normalmente da padre, madre e figli, naturalmente nei quartieri poveri il loro numero varia dai 5 ai 14 mentre nel centro la media è di 2-3 figli per pareja ("coppia", ndt).
Il tema della sessualità è complesso in alcune comunità rurali le stesse figlie vengono iniziate al sesso dal padre, e nonostante nella maggioranza della gente è visto come una cosa sbagliata, l'incesto è molto diffuso e l'abuso sessuale è all'ordine del giorno, pensa che anche i giudici vecchio stampo hanno una concezione dell'abuso sessuale pesantemente maschilista, applicano il vecchio paradigma giuridico che si chiamava "delitos contra la honestidad", cioè la donna violata doveva lei stessa dimostrare che era onesta, pura, che non aveva provocato lei il violentatore...
I giovani nella città hanno una formazione "cattolica" di approccio alla sessualità, nel senso che tutto quello che riguarda il sesso è tabù, non si parla e non si affronta in pubblico... per farsi capire i giovani scopano ma non lo dicono, o per lo meno non lo dicono a noi. In famiglia non si parla del tema."
Grazie fratello. E buon proseguimento di esperienza.
"le mie impressioni su società e persone, usi e costumi, hobby e alcoholismo qui a Santiago del Estero:
Prima di tutto bisogna fare una premessa storica analizzando i vari flussi migratori che hanno coinvolto la provincia:
Santiago è stato colinizzato da Spagnoli (Criollos), che hanno sottomesso e schiavizzato le tribù Quichua. Poi sono arrivati gli italiani i primi del novecento. Prima che il grande impero Ottomano collassasse definitivamente abbattuto dalla prima guerra mondiale una grande quantità di Siriani e Libanesi hanno tentato la sorte nel nuovo continente e si sono stabiliti qui perchè c'era tanta terra e poche persone. Insomma a quasi cento anni da quest'ultima forte immigrazione la situazione è sorprendente, la gente si è accoppiata tra razze, religioni ed etnie, addirittura la quasi totalità dei sirio-libanesi ha perso la fede nel grande Allah (non ci sono moschee qui, ma un sacco di kebabbari). Molta gente ha tratti scuri e occhi piccoli Quichua, soprattutto nei barrios più poveri, poi ti giri e vedi biondi, altri con occhi chiari con pelle scura.. Insomma è un melting pot razziale molto evidente, e soprattutto non ci sono contrasti tra i differenti gruppi, anzi non ci sono più i gruppi...
Da questa premessa sembrerebbe un posto da paura ma non è così, in realtà le differenze e le discriminazioni si vedono nel portafoglio e nel quartiere dove vivi: quartieri poveri e quartieri ricchi a duecento metri di distanza funzionano con dinamiche sociali completamente diverse. Intendiamoci non stiamo parlando di Nairobi, ma comunque le differenze sono notevoli.
Io vivo in un barrio ("quartiere", ndt) povero, diciamo all'inizio del barrio, dove ancora i camion per la raccolta dell'immondizia qualche volta passano, però la maggiorparte della gente che abbiamo conosciuto (lavoratori nel sociale, quasi tutta laureata) vive in quartieri totalmente differenti. Ci sono molti pregiudizi dei cosiddetti ricchi sui quartieri poveri che vengono dipinti come luoghi infernali dove mostri a tre teste girano con asce infuocate pronti a tagliarti in due. In realtà la gente del mio quartiere è tranquilla a parte i tossiconi che qui si fanno di copo, una sorta di scarto dello scarto della cocaina, praticamente ammoniaca e bicarbonato. Dicono che ti da una grande botta ma solo per pochi minuti e si vende una dose per 1 pesos (20 centesimi di Euro). Per questo sti tipi sfruttando il fatto che la notte le strade del quartiere non sono illuminate a volte tendono agguati alla gente per trovare qualche spicciolo, la cosa che pija male è che rubano ad altri poveri, cazzo vai nel quartiere dei ricchi, rischi di più chiaro ma se rapini qualcuno trovi più soldi ed è anche più decoroso...
Copo a parte la gente beve molto, sia ricchi che poveri, cambia solo il luogo e la qualità della bevuta. Il Fernet Branca è considerato il top mentre i poveri a volte si accontentano delle buste di vino, però sono più fighetti di noi e lo bevono con sprite o cocacola. L'alimentazione è strana, a mio parere inadeguata al tipo di clima. Cibi molto grassi, maionese dappertutto, cioccolata, dulce de leche ("dolce al latte", ndt), insomma un'alimentazione molto occidentale in posto con un clima di quaranta gradi quasi tutto l'anno. Ci sono piatti tipici Quichua a base di Mais (tra l'altro molto buoni) ma non sono consumati assiduamente. Lo stile di vita è molto occidentale con le dovute differenze, qua la gente è molto cordiale, gli gusta sedersi a chiacchierare tomando un mate ("bevendo una sorta di té", ndt), il tempo trascorre in maniera più lenta (questo si riperquote anche purtroppo nel lavoro dove per fare una cosa anche semplice i tempi si allungano un casino).
La gente nel tempo libero va nei parchi a correre o giocare a calcio. La musica tradizionale e folclorica come la "chacarera" è molto diffusa negli strati alti della popolazione, va tipo di moda come da noi essere alternativi. Nei barrios poveri invece si sente solo cumbia e reggheton.
Due paroline su famiglia e sessualità come mi avevi chiesto:
Prima di tutto la differenza tra Santiago capital e tutto il resto della provincia è notevole, nelle campagne funzionano ancora le famiglie patriarcali vecchio stile, pater familia legge suprema, amministra la giustizia da solo nella finca, figliolanza enorme, la unica differenza è che il/la più sveglio/a della casa viene mandato nella capitale a studiare all'università nazionale (che qui in Argentina è gratuita).
Questa struttura è dovuta soprattutto ad un'assenza dello stato nelle campagne, niente polizia, figuriamoci tribunali. Ognuno fa quello che può, la figura più importante è il "patron", cioè il latifondista che sfrutta, ma allo stesso tempo offre i servizi e amministra la giustizia effettiva nel campo.
In città le famiglie sono formate normalmente da padre, madre e figli, naturalmente nei quartieri poveri il loro numero varia dai 5 ai 14 mentre nel centro la media è di 2-3 figli per pareja ("coppia", ndt).
Il tema della sessualità è complesso in alcune comunità rurali le stesse figlie vengono iniziate al sesso dal padre, e nonostante nella maggioranza della gente è visto come una cosa sbagliata, l'incesto è molto diffuso e l'abuso sessuale è all'ordine del giorno, pensa che anche i giudici vecchio stampo hanno una concezione dell'abuso sessuale pesantemente maschilista, applicano il vecchio paradigma giuridico che si chiamava "delitos contra la honestidad", cioè la donna violata doveva lei stessa dimostrare che era onesta, pura, che non aveva provocato lei il violentatore...
I giovani nella città hanno una formazione "cattolica" di approccio alla sessualità, nel senso che tutto quello che riguarda il sesso è tabù, non si parla e non si affronta in pubblico... per farsi capire i giovani scopano ma non lo dicono, o per lo meno non lo dicono a noi. In famiglia non si parla del tema."
Grazie fratello. E buon proseguimento di esperienza.
3 Comments:
molto intiresno, grazie
molto intiresno, grazie
quello che stavo cercando, grazie
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