Intervista ad un lavoratore migrante, periferia di Pechino
Mi sembra rispecchi la realtà, mi sembra rappresentativo, mi sembra ci sia tutto.
"Non ha senso protestare o far casino. L'unica cosa che conta è fare quanti più soldi è possibile per continuare a vivere. Quanto al resto 'chi se ne frega'. Ci sono persone che guadagnano un sacco di soldi; che in una serata spendono il suo salario in un mese. Cosa ne pensa? Sono stati bravi, hanno trovato un buon lavoro. Io che posso fare, se non invidiarli? Di sicuro non ho i mezzi per cambiare la situazione. Non sono stato nemmeno a scuola. Ero troppo stupido. Inutile parlare di difesa di diritti, di sindacati. Noi non li abbiamo, i sindacati, dice. Xiao (nome dell'intervistato, ndr) ignora che c'è anche di peggio, e cioè che i capi sindacali (in Cina c'è una sola confederazione ammessa, quella ufficiale) talvolta sono anche i responsabili delle ditte per cui lavorano i mingong ("lavoratori migranti", ndr). Ma almeno un desiderio ce l'hai? Fare più soldi e un altro figlio maschio. Anzi, tanti figli."
Dal libro Talkin' China, di Angela Pascucci, edito da ManifestoLibri, 2008.
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