Secondo me sinologia 汉学与疯狂:体现当代中国 Sinology's Not Dead
Blog senza presunzioni di uno studioso di cultura e società cinese. Troverete qui reportage dalla Cina, racconti di viaggio, pagine di diario, serate goliardiche, sviolinate politico-ideologiche, dibattiti intellettuali e non so cos'altro ancora. 大家好! 我是中国文化与当代社会的一位意大利博士研究生。我爱旅游,写作,看书。其次,我爱这两句话:"世界人民大团结万岁!" 与 "革命不是请客吃饭!"。Welcome everybody in this small free space regarding Chinese culture and society, international politics, academic world, travels and much much more.
Thursday, October 30, 2008
Vergogna Italia!
Chiudono le frontiere e le aprono solo a quelli che mesti serviranno la nobile causa del capitalismo nelle acciaierie della Thyssen Krupp, al posto dei calabresi bruciati vivi. Chiudono i fondi all'istruzione e li apriranno solo per andare a gonfiare la ricerca serva di fabbriche di morte. Chiudono le porte ad ogni opposizione, aprendole solo a quella che rinforza, rinvigorisce e porta consenso al pensiero dominante. Chiudono. Con arroganza. Antipatia. Innalzano muri. Muri su muri. E come diceva Assata Shakur "a wall is just a wall and nothing more at all. It can be broken down", "un muro e' solo un muro e nient'altro. E puo' essere abbattuto".
A me in questi casi dispiace esser tanto lontanto dall'Italia, da Roma, dal Circo Massimo, da Piazza Navona, da Montecitorio. Un muro e' solo un muro, una manganellata e' solo una manganellata, non puoi morire senza averne presa una (o una ventina. Come e' successo a qualcuno che conosco io...). Studenti e studentesse, ogni sorpurso, ogni arroganza, tutto ha un limite: andate a riprendervi le vostre scuole, il vostro diritto all'istruzione, riprendetevi la dignita' e tenevetela stretta, non fatevela inculare dalla prima velina di turno che posa il culo sulle poltrone del potere! E che i cittadini con ancora un po' di cervello scendano in strada e nelle piazze a reclamare un po' di dignita'! O ancora una volta saremo costretti a pensare che un popolo puo' solo eleggere il governo che si merita: di merda!
Fascisti vestiti da poliziotti e poliziotti vestiti da fascisti... che genio di statista Cossiga!
Wednesday, October 29, 2008
I "tipi" di prostituzione nella Repubblica Popolare Cinese (fonte: Wikipedia)
Women who act as the "second wives" of men with money and influential positions, including government officials and entrepreneurs from the mainland, as well as overseas businessmen. This practice is defined as prostitution on the grounds that women in question actively solicit men who can provide them with fixed-term accommodation and a regular allowance. Women who engage in these acts will sometimes co-habit with their "clients" and may even have ambitions to become a real wife.
Women who accompany high class clients for a fixed duration of time, for example, during the course of a business trip, and receive a set payment for doing so.
Women who perform sexual acts with men in karaoke/dance venues, bars, restaurants, teahouses and other venues and who receive financial recompense in the form of tips from the individual men they accompany, as well as from a share of the profits generated by informal service charges on the use of facilities and the consumption of food and beverages. A common euphemism for such hostesses is sanpei xiaojie (三陪小姐: "ladies of the three accompaniments"). In theory, the "three accompaniments" are chatting, drinking and dancing with their clients. In practice, the "three accompaniments" more often refers to dancing with, drinking with, and being publicly groped by their clients. These women often begin by allowing their clients to fondle or intimately caress their bodies, then if the client is eager, will engage in sexual intercourse.
Women who solicit potential buyers of sex by phoning rooms in a given hotel. The common practice is to offer either one-time sexual intercourse or all-night sex, the latter usually being at double or triple the regular price.
Women who work in places that offer commercial sexual services under the guise of massage or health and beauty treatments; for instance, in health and fitness centres, beauty parlours, barber shops, bathhouses and saunas. Common activities in these premises are masturbation or oral sex.
Sixth tier - jienü (街女 "street girls")
Women who solicit male buyers of sex on the streets.
Women who sell sex to the transient labour force of male workers from the rural countryside.
Monday, October 27, 2008
Saturday, October 25, 2008
Lettera aperta al Ministro della Pubblica Istruzione
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. Evviva Socrate e Confucio, evviva Durkheim e don Milani. Lei che è avvocato di Costituzione e Principi Fondamentali se ne intende, si vada a rivedere cosa dicono, si vada a rileggere Gramsci e Calamandrei in materia di scuola e d’istruzione.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. La scuola che unisce e non divide, che accomuna e non discrimina. La scuola del 2008, i banchi delle aule dove siedano insieme bambini di colore, religione, cultura, tradizione, usi e costumi, provenienza e lingua diversa. Evviva la scuola della ricchezza multi culturale, la scuola che aggrega e non divide, la scuola libera, pagata dallo Stato. Evviva la scuola che sia primo interesse dello Stato. Gli investimenti in borsa, gli investimenti in banche petrolio e guerre vengono dopo, il primo investimento è la scuola. C’era chi diceva che la scuola è maestra di vita e io penso che sia vero perché è lì che l’individuo inizia la sua vita sociale, comincia a rapportarsi e condividere con quello che sarà suo compagno per tutta la vita: l’altro.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. Capita che ogni tanto anche il premier Berlusconi dica qualcosa di sensato: la polizia nelle scuole. Sono d’accordo. Mandiamoceli! Mao mandava gli studenti e gli intellettuali nelle campagne, a imparare dai contadini. Noi mandiamo polizia ed esercito a imparare nelle scuole, a leggere, studiare, confrontarsi, conoscere. Che i manganelli li lascino a casa, vadano in mezzo agli studenti, a difendere il diritto inalienabile all’istruzione, a difendere il futuro di quelli che verranno dopo di noi.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. E mentre le scrivo questa lettera sorseggio del tè verde cinese. Un tè particolare, un’amica cinese del Fujian (la provincia meridionale da dove provengono una gran parte dei migranti cinesi che vivono in Italia) me ne ha portate diverse foglie ieri sera. La Cina ha una grande e antichissima cultura del tè. Sarei felice di fargliene provare un po’, alla prima sorsata capirebbe la storia che si nasconde dietro ad una foglia di tè. Non c’è modo migliore di capire il profondo significato della parola “cultura”, che va oltre le definizioni etimologiche e sociologiche che trova nei libri accademici. Ha veramente lei il coraggio di negare tutto ciò? Tagliare all’istruzione significa tagliare al futuro e al passato. Se proprio dovete tagliare cominciate dalle spese per le guerra, tagliate sull’esercito che averne uno nel 2008 è una vergogna per ogni paese che voglia definirsi civile e moderno. Tagliate sugli sprechi delle caste, tagliate sulle vergogne della classe politica e amministrativa, tagliate sui privilegi, sul sistema del tutto italiano, quello da far invidia al Regno delle Due Sicilie.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. Abolisca la scuola privata, non è libertà, è privilegio, è scuola dei pochi, scuola dei ricchi. Le confesso che non ne ho mai capito il senso: negli anni del liceo anche in una piccola città come la mia, Macerata, si organizzavano scioperi e cortei contro i finanziamenti pubblici alle scuole private e io ovviamente vi partecipavo, gridavo, cantavo, denunciavo, provocavo. Ma non tanto contro i finanziamenti, io ero contro le scuole private in quanto tali. Non ho mai trovato la risposta alla domanda “Ma per che cazzo esistono le scuole private?!”.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. Io ho appena iniziato un dottorato a Pechino, ma la mia formazione degli ultimi vent’anni l’avete e l’abbiamo pagata in Italia. A che serve “produrre cervelli” se poi scappano negli Stati Uniti, Regno Unito o Germania, andando a contribuire alla “ricchezza” di altri paesi?! Qui in Cina mandano stranieri a insegnare inglese negli asili nidi a bambini di due anni, puntano a emancipare e internazionalizzare gli individui sin da piccolissimi; se sei giovane e madrelingua inglese a Pechino trovi lavoro in due ore (e anche se non sei madrelingua… troppi polacchi, kirghizi, tagiki, tedeschi o italiani conosco che si guadagnano da vivere come insegnanti di inglese), perché in Cina nonostante tutto nell’istruzione investono, anche se l’istruzione è quello che è, ancora fredda e conservatrice, anche se molti degli studenti cinesi che conosco si lamentano della formazione scolastica in Cina. Pensi un po’! La Cina manda studenti e ricercatori in giro per il mondo, nelle migliori università europee, nordamericane e giapponesi. Invita studenti da tutte le parti del globo, specie da Asia, Africa, ex Repubbliche Sovietiche. Dà borse di studio, perché il governo cinese sa come investire i propri fondi, sa dove è meglio tagliare e dove no. La scuola, ad esempio, non rientra nel primo campo.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. Ci ripensi signor Ministro, la tolga quella firma dalla legge 133, convinca Tremonti a fare lo stesso; che il cavalier Berlusconi vada a tagliar fondi da qualche altra parte, dalle classi del potere, o che li sborsi lui i soldi per la crisi, i capitali li ha, gli italiani lo hanno eletto, ce li metta lui i soldi, papà Berlusconi caccia i soldi, pagala tu la crisi!! Gli italiani non hanno eletto un senza fissa dimora, hanno eletto l’uomo più ricco e potente dello stivale.
Evviva la scuola signor Ministro, la scuola laica e pubblica. E con questo la saluto signora Gelmini. Un saluto anche dal mio cagnolino. Si chiama NOILACRISINONLAPAGHIAMO.
Friday, October 24, 2008
Terrorismo, intolleranza, problemi etnici e religiosi
Tra i giornalisti che scrivono di Cina il mio preferito era e resta Francesco Sisci, da quando anni fa lessi un suo libro, dove parlava della sua esperienza da studente ventenne in Cina, prima ancora della strage a Tian'anmen. La Cina la vive e conosce. Soprattutto conosce i cinesi e, cosa secondo me importantissima, parla il cinese. E molto bene anche.
Visito spesso il suo blog e l'altro giorno ho scritto un mio commento ad un suo post dal titolo "Caccia al terrorista uiguro". Lo riporto qui:
"sono italiano, vivo in cina. mi piacerebbe sapere come vivono i musulmani in italia. tempo fa lessi di un imam di milano rapito dalla cia in territorio italiano e torturato in egitto. di sicuro una bufala per screditare il governo. ho visto anche immagini di musulmani che vivono regolarmente e lavorano in italia pregare per le strade perche' non hanno un posto migliore dove farlo. di sicuro becera propaganda comunista, magari finanziata proprio dalla repubblica popolare cinese. certamente falsa anche la notizia che nella libera e civilissima francia sia vietato l'uso del velo per le ragazze nelle universita'. e poi da non cattolico in italia si deve viver bene, con la lega nord che porta i maiali a defecare nei terreni dove (non) costruiranno moschee e il re di uno stato straniero (ratzinger mi pare si chiami) che quotidianamente in televisione dice ai ministri italiani come comportarsi in materia di politica, morale, educazione sessuale, eutanasia e via discorrendo. qui in cina la falce e il martello nei tribunali non compare piu', mi dicono che il crocifisso in italia nelle scuole e nei tribunali lo tengono ancora, ma forse solo per scaramanzia.
a haidian ci vivo. studenti da ogni parte della cina, da ogni parte del mondo. colori, usi, costumi e chador differenti. mai visto intolleranza. mai visto un cinese picchiare un nero o un musulmano in quanto tale. queste barbarie le vedo invece nelle cronache italiane. ma si sa, le televisioni in italia sono in mano ai comunisti, deve essere falsa informazione anche questa. ad haidian non ho mai visto i cartelli di cui le parla dott. sisci, sicuramente ci saranno, ma anche gli stranieri si devono andare immediatamente a registrare appena mettono piede in cina e xinjiang e regione autonoma del tibet sono (appunto) regioni autonome. a kashgar poi ci sono stato. regione magnifica. la diresti afghanistan (quel paese bombordato dai civili, democratici e cattolici americani) piu' che cina, ed infatti pechino e’ lontanissima. vi vive gente semplice, dignitosa, fiera delle proprie tradizioni, ospitale, amante di frutta secca, pane, dolci e (paradossalmente) vino. dobbiamo essere proprio noi italiani o americani a venire in cina a dare lezioni di tolleranza religiosa, di convivenza o di antiterrorismo?! l’ho fatta lunga. ma non apposta. cordialmente
daniele"
Thursday, October 23, 2008
Wednesday, October 22, 2008
Lavoro offresi...
"La criminalità cinese si sta aprendo all'esterno. Per esempio, con lo smercio della droga. E la gestione di case d'appuntamento aperte non più solo a clienti cinesi ma anche a italiani. Non manca qualche forma di collaborazione.Il traffico di stupefacenti, in particolare eroina, è uno dei business principali delle famigerate triadi.Nel corso di diverse indagini abbiamo fatto sequestri di droga. Mai grandi quantitativi. Tuttavia, nemmeno riconducibili al consumo personale. Lo consideriamo un segnale da valutare con molta attenzione. Quanto alle triadi, in Italia non ne abbiamo trovato traccia.Si può parlare di «mafia cinese»?Se intendiamo una organizzazione articolata sul territorio, con una struttura piramidale paragonabile a quella della mafia nostrana o, appunto, alle triadi, la risposta è no. Però sono attive organizzazioni che, per il loro modo di operare, possiamo tranquillamente definire di stampo mafioso. Parecchi risultati li abbiamo ottenuti. Ma fare indagini in questo campo presenta grandi difficoltà.I motivi?Innanzitutto la loro mentalità. Per noi quello cinese è davvero un altro mondo. Poi non abbiamo investigatori di origine cinese. Quindi: nessuna possibilità di infiltrare agenti sotto copertura.Purtroppo. E c'è anche il problema degli interpreti...Questi non dovrebbero mancare.Senta: se io intercetto due pastori sardi che parlano fra loro in dialetto stretto di un sequestro o di un abigeato, qualcuno che riesce a capire cosa si dicono alla fine lo trovo. Ma se due cinesi discutono in uno dei tanti dialetti dello Zhejiang, mi sa dire che cosa ci capisce il nostro interprete, anche se è laureato a Pechino in lingua e letteratura cinese?"
Da un articolo di Angelo Pergolini, Panorama, 28.11.2003
Tuesday, October 21, 2008
Monday, October 20, 2008
L'Orchestra Sinfonica di Roma in tour per la Cina
Nelle ultime due settimane ho seguito, come interprete, l'Orchestra Sinfonica di Roma in tour per la Cina (Pechino, Chengdu, Dujiangyan, Shanghai) per una serie di concerti di musica classica il cui incasso è stato devoluto in beneficienza alle vittime del terremoto del Sichuan (12 maggio 2008, 80.000 morti circa). Gran bella esperienza, non c'è che dire. Non sapevo pressoché nulla di orchestre, violini, trombe, allestimento palco, effetti sonori, tourneé etc... Nonostante qualche piccola grande difficoltà e una trentina di problemi all'ordine del giorno, diciamo che è stata una gran cosa anche e soprattutto per me, per le cose che ho imparato e la gente che ho conosciuto. Senza scendere nei particolari del viaggio e meno ancora sui lati pochi chiari e poco da far conoscere che ci sono dietro anche (e soprattutto) a operazioni di beneficienza (oramai nulla è consentito che non sia marketing e profitto), mi permetto qualche annotazione:
- Dormire è decisamente da mediocri, da falliti, da sfigati. Non ho mai dormito così poco in vita mia come negli ultimi tredici giorni. Ed è giusto così, me l'hanno insegnato questi grandi ragazzi italiani tecnici del palco dell'orchestra sinfonica: un'ora di sonno a notte, due pacchetti di sigarette al giorno, qualche bicchiere di troppo la sera, il resto lavoro e baldoria quando possibile. Fino a che un infarto non ti incontra per la strada, a ricordarti che non sei fatto di acciaio inox, ma di carne e ossa come tutti gli altri.
- Quando firmi un contratto guardatene bene da accettare di essere a disposizione per 24 ore al giorno. Specie se sei in sei a fare da interprete a 130 italiani che al 95% mettono piede in Cina per la prima volta.
- Ho rivalutato di molto gli italiani. Specie i giovani. Abbiamo quella particolare arte di prendere per culo anche la situazione più difficile e le circostanze meno auspicabili, quel sorriso in bocca che la fa da padrone, quel "Ma vattene a fare in culo!" o anche "E 'sti gran cazzi!" facile facile che aiuta nella vita di tutti giorni, specie nel lavoro. Quel gusto per il cibo e per i brindisi fino a sentirti male che ci rende non unici ma quasi nel mondo. Quella battuta sempre pronta e lo scherzo dietro l'angolo che ci rende così insopportabili e al tempo stesso amabili e benvoluti, e che forse ci allunga anche la vita. L'han detto un po' tutti: dagli organizzatori cinesi alle prostitute nei locali, passando per le cameriere dei ristoranti sette stelle.
- Mi accorgo sempre più di come nel mondo in generale e in Cina in particolare ci siano troppi ricchi troppo ricchi, troppi poveri troppo poveri e troppo squilibrio e ingiustizia sociale. Che quando il professore di politiche sociali mi dice che il coefficiente di Gini in Cina aumenta in maniera sempre più preoccupante ha ragione, cazzo se ha ragione. La Cina di Pechino e Shanghai sta diventando la capitale mondiale dello spreco e del consumismo inutile e selvaggio. Non andremo molto lontano, sento già il botto. A proposito di questo, un articolo di Sisci su Asia Times Online.
- Spaventosa ma anche gratificante l'esperienza in ospedale: mentre eravamo a Chengdu una mattina improvvisamente un ragazzo ha una sorta di infarto, dopo minuti di panico totale, grida e ambulanza, eccoci in un pronto soccorso cinese, io unico interprete, il moribondo, un amico italiano, diverse dottori e infermiere che non sempre parlano il cinese che conosco io, tariffe da pagare in continuazione (evviva la sanità pubblica italiana, che anche se carente e schifosa almeno è in gran parte GRATUITA, specie nelle situazioni di emergenza!) e alla fine la situazione che si normalizza, arrivano i rinforzi, telefonate all'ambasciata, un interprete cinese, un'altra ragazza da far visitare, il cuore che torna a battere normalmente. Morale della favola: in tre abbiam passato la notte in una stanza d'ospedale, girandoci e rigirandoci in una comodissima poltrona formato chihuahua, a mangiar frutta e sparare cazzate all'italiana mentre le giovani infermiere venivano a cambiar la flebo e pretendere che capissi parole come "diabete" e "coronarie otturate". Il giorno dopo tutti via a gambe levate, un sigaro per festeggiare l'evento.
- Spaventosa anche l'idea di Cina con la quale la gran parte dei musicisti è arrivata a Pechino: pensavano di trovare l'Africa, di non poter mangiar niente di commestibile e usare acqua in bottiglia anche per lavarsi i denti. Pensa come è ridotta l'informazione in Italia! Non sanno ancora che l'Africa sta proprio in Italia, ma forse i nostri ragazzi alla fine del tour torneranno a casa con un'impressione ben diversa di Cina, e un'esperienza in primis piacevole tra Pechino, Chengdu e Shanghai.
- I musicisti, come tutti gli artisti, sono gente mooolto particolare, particolarmente originali, eccentrici, simpatici pazzoidi, gente con la quale mi piace passare il tempo, affatto noiosi, mai scontati. Potresti forse confonderli con persone normali quando vanno in giro a fare shopping. Ma appena mettono piede in una sala di teatro e, mano allo strumento, salgono sul palco, lì vedi la differenza. C'è un preciso momento che si chiama "i 10 minuti di panico" che inizia quando, nella giornata delle prove, tutti i musicisti siedono sul palco e cominciano ad accordare gli strumenti e tirare fuori problemi, questioni, lamentele, e finisce appunto una decina di minuti dopo. In questi seicento secondi può accadere di tutto, zuffe, insulti, pianoforti spezzati a metà (come è effettivamente capitato), luci spegnersi, persone rotolare, il tutto in assenza del direttore d'orchestra (che arriva poco dopo) e in una bolgia totale di chaos musicale dettata dal fatto che ogni singolo musicista si aliena e comincia a suonare per cazzi suoi, sovrapponendo il suono a ogni altro nella sala. E' quella che si chiama comunemente "anarchia". E tu sei lì a cercare di tradurre e risolvere in un modo o nell'altro ogni singolo problema. E il giorno dopo, il giorno del concerto, quando ascolterai i brani dell'orchestra (che oggi si esibisce anche grazie al tuo lavoro), tutta in gran tiro, frack e violino quasi fosse il bisturi di Mozart, quando il silenzio piomba nel teatro e le luci si spengono, il maestro dà il via e parte l'overture del Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, allora tu senti il sangue bollire forte nelle vene e tiri fuori la bottiglia di vino rosso che tieni nascosta tra le gambe, ti giri e con uno spintone fai al borghesotto cinese che ti siede di fianco: "Non sente che roba!? Non si sente fiero di essere italiano?!" e il poveretto sconcertato "Ma io sono cinese" e allora tu "Per questi sei minuti siamo tutti italiani. Evviva Gioachino Rossini!". Per capire meglio, guardatevi questo mini video.
- Bello soprattutto vederli suonare nelle zone ancora di pioggia e macerie nelle aree terremotate del Sichuan, a Dujiangyan, 70 km dall'epicentro, dove ogni tre case una non c'è più e la gente porta ancora in faccia la tragedia del sisma, della morte, della distruzione. "La musica non ha bisogno di essere tradotta" e "La musica non ha confini, la musica non ha barriere" ha detto alla fine del concerto all'aperto il presentatore cinese di fronte ad un pubblico di quasi 2.000 presenti, comuni cittadini di Dujiangyan. Molta commozione, per tutti.
Questo è quello che avevo da scrivervi sulla mia esperienza con l'Orchestra Sinfonica di Roma, esperienza difficile da dimenticare. Per maggiori info, hanno scritto di questi spettacoli su Il Tempo, Il Giornale, Ansa, Rainews e alcune importanti riviste di musica (i giornalisti sono stati con noi per tutto il tempo), pagine web cinesi (qui, qui, qui, qui e qui) e italiane (qui e qui), solo per citarne alcune (d'altronde, come ho detto e ripeto, il tutto ha ovviamente un fine commerciale e di mercato, un grosso investimento per un altrettanto grosso ritorno di immagine e finanziario ).
E ora basta interpreti per un po'. Torno a fare il dottorando. E ad ascoltare musica classica su YouTube. Viva Verdi, viva Puccini, viva Rossini, evviva l'Italia sinfonica!