Sunday, November 30, 2014

C'era una volta la domenica...



Da piccolo non amavo particolarmente la domenica: se da una parte è vero che di domenica non si andava a scuola, dall'altra di mattina ero anche costretto ad andare alla odiatissima messa. Io volevo solo starmene al caldo delle coperte o a vedere i cartoni animati in TV, ma i miei mi trascinavano di forza in chiesa, dove spesso arrivavo in lacrime. Stessa sorte toccava alla mia sorellina. Per un periodo della mia vita sono stato cristiano e cattolico, ma anche allora odiavo la messa domenicale.
Ricordo in particolare due cartoni animati a cui ero sottratto in nome di Dio: i Ducktales e Carmen Sandiego...

https://www.youtube.com/watch?v=lrz0bssVd7w

https://www.youtube.com/watch?v=5aYuJTTPCx0

Meglio andava quando la domenica mattina avevo messa con gli Scout alla chiesa dei Salesiani. Mi divertivo di più, perché parlavo tutto il tempo con i compagni e ogni canzone era un coro tipo quelli allo stadio. Poi dopo la messa e prima del pranzo si giocava nel campetto dell'oratorio. Fantastico.

Ho cominciato ad andare allo stadio attorno ai 13 o 14 anni. Allora il tifo era molto sentito e i ragazzi più grandi ti spingevano ad andare in curva già alle medie. Non ricordo bene cosa facessi la domenica pomeriggio prima di quell'età. I miei genitori di solito prendevano l'auto e andavano o a trovare amici e parenti nella provincia di Macerata, oppure a visitare qualche paesino o fare passeggiate lungo la costa. Di solito anche io andavo con loro. Al tramonto o comunque nel tardo pomeriggio saliva automatica la malinconia, la stessa malinconia descritta divinamente dal poeta di casa nostra nella sua "Il sabato del villaggio":


diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

La domenica sera speravo solo che il tempo si fermasse, speravo di poter stare ancora in casa a cenare coi nonni e vedere la TV, detestavo il solo pensiero del "giorno dopo", dell'andare a scuola e dover trovare giustificazioni per i compiti non fatti o fatti male.

Poi uno cresce, e da studente universitario la domenica è solo un giorno come un altro, un giorno che puoi tenere tutto per te a fare quello che più ti piace. In Cina poi la domenica neanche esiste come la intendiamo noi: non è il giorno di un Dio, non è un giorno di riposo, chi vuole lavorare lo fa e allora trovi negozi aperti e mille attività. Per gli ebrei il giorno santo è il sabato, per i mussulmani è il venerdì. Insomma, cultura che vai, non-domenica che trovi.

Ora che sono tornato in Italia e ci vivo da lavoratore (precario, ma pur sempre lavoratore) la domenica è tornata ad essere giornata di riposo, di stadio, di teatro, di cantina, di cenoni e di cento altri modi per ammazzare noia e malinconia.
E vi dirò: un pochino mi mancava.

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