Secondo me sinologia 汉学与疯狂:体现当代中国 Sinology's Not Dead
Blog senza presunzioni di uno studioso di cultura e società cinese. Troverete qui reportage dalla Cina, racconti di viaggio, pagine di diario, serate goliardiche, sviolinate politico-ideologiche, dibattiti intellettuali e non so cos'altro ancora. 大家好! 我是中国文化与当代社会的一位意大利博士研究生。我爱旅游,写作,看书。其次,我爱这两句话:"世界人民大团结万岁!" 与 "革命不是请客吃饭!"。Welcome everybody in this small free space regarding Chinese culture and society, international politics, academic world, travels and much much more.
Thursday, June 19, 2025
No alle guerre, sì al lavoro dignitoso...
Domani sarò a scuola, a correggere le prove scritte delle candiate e dei candidati all'Esame di Stato. Altrove, lavoratrici e lavoratori di tutta Italia saranno in sciopero per lavoro e salario dignitosi, contro ogni guerra, contro il genocidio in Palestina.
Il corpo in aula, la mente in piazza con voi.
Fonte:
https://www.radiondadurto.org/2025/06/19/il-20-giugno-e-anche-sciopero-nazionale-dei-metalmeccanici-indetto-da-fim-fiom-uilm-cortei-in-tutte-le-regioni/
Tuesday, June 17, 2025
Monday, June 16, 2025
Sunday, June 15, 2025
Friday, June 13, 2025
Tuesday, June 10, 2025
La mia sul referendum.
Provo a dire la mia sul referendum dei giorni scorsi, sul quorum non raggiunto, sul flop della strategia della C.G.I.L. e dei partiti di sinistra, sul fallimento della democrazia. Coerentemente col mio essere sedicente anarchico, non voto. Ho votato una sola volta alle elezioni provinciali, nel lontano 2003, per un partito che non credo neanche esista più: i "Verdi" di Paolo Cento e Alfonso Pecoraro Scanio. Un peccato di gioventù. Di fatto, non credo nel voto, non credo che democrazia significhi andare alle urne una volta ogni quattro o cinque anni. Trovo più plausibile l'idea di chi dice, ad esempio, "Se votare cambiasse qualcosa sarebbe illegale" (la saggista russa Emma Goldman) o "La differenza tra democrazia e dittatura è che in democrazia prima ti chiedono di votare" (lo scrittore statunitense Charles Bukowski). Passano i secoli e con essi l'umanità, cambiano le forme di governo ma le strutture di potere restano pressoché inalterate, i pochi esercitano potere sui più, che accettano, subiscono, obbediscono in maniera più o meno silente. Forse vivere in una democrazia occidentale è meglio di vivere in una teocrazia asiatica, ma questo "meglio" andrebbe poi analizzato per bene, e credo che il metro per misurare il benessere di un cittadino/suddito sia il suo livello di felicità individuale e collettiva e non penso esista uno strumento per misurarli. L'uso e l'abuso di alcool, droghe e medicinali non gioca certo a favore di una felicità e di una soddisfazione personale. Se sono ancora attuali e discussi gli scritti di Karl Marx, vuol dire che la gerarchia servo/padrone non è stata poi così tanto scalfita negli ultimi due secoli. E gli anni a venire non lasciano ben sperare (dovrebbero?!).
Tutta questa manfrina per ribadire un concetto semplice e del tutto personale: non voto. Al tempo stesso, però, credo che uno strumento come il referendum sia quanto di più possibile vicino all'idea di una democrazia diretta in un paese liberale, post-moderno e post-industriale della grandezza e della complessità italiana. Insomma, qui almeno ti chiedono un parere personale su una questione ben precisa, dove la risposta è "sì" o "no". Poi si fanno i conti e si vede da quale parte pende la bilancia, dove si posiziona la maggioranza, quale l'esito di questa specie di sondaggio secondo il maggior numero di preferenze. Non si delega qualche rappresentante politico, non si passa un piccolo potere, non si sceglono i propri capi né i propri padroni.
Rispolvero quindi la mia tessera elettorale, inutilizzata da dieci anni, per scoprire/ricordare di aver votato due volte, proprio ai referendum: quello sull'articolo 18 e quello per l'acqua pubblica. A memoria, il primo non raggiunse il quorum, il secondo sì. Bello il referendum, voglio dire, meglio di niente, no?! Conseguentemente, mi aspetterei una grande adesione ai non numerosi referendum avuti in Italia (83, dal 1946), ma scopro che circa la metà non hanno superato il quorum. Insomma, la partecipazione è scarsa, dilagano palesemente menefreghismo e boicottaggio. Peccato.
Osservando i dati dell'ultimo referendum, quello dell'8 e 9 giugno sui temi del lavoro e della cittadinanza, mi chiedo però se non siano in crisi due pilastri del pensiero politico italiano. Attenzione all'articolo 1 della Costituzione della Repubblica italiana, che recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." A occhio e croce sono saltati due punti fondamentali del primo articolo, così come teorizzato dai padri costituenti negli anni '40 del secolo scorso: il lavoro e l'esercizio della sovranità.
Del lavoro non sembra importare niente a nessuno. O meglio: datemi un cazzo di lavoro, ditemi quale culo devo pulire per 36 ore a settimana e datemi abbastanza per pagarmi affitto, bollette, tasse, mangime per gatti e un abbonamento a Sky. Se c'era una possibilità di limitare precarietà e insicurezza sul lavoro, ce la siamo giocata. Evidentemente, non importa alla maggior parte degli aventi diritto, o comunque non è questa la priorità.
Tantomento interessa l'esercizo della sovranità. La parcentuale dei votanti alle elezioni e ai referendum raggiunge i minimi storici. Chi non va a votare non è interessato alla politica o è schifato da questa politica. Il giocattolo della democrazia si è rotto, non funziona più, non corrisponde a quanto pensato, scritto, formalizzato e normato dal 1948 ai giorni nostri. Sarà quindi il caso di riconsiderare il tutto e trovare nuove strade di democrazia ed esercizio della sovranità?
Sunday, June 08, 2025
Friday, June 06, 2025
Tuesday, June 03, 2025
La vita ha il proprio senso nel vivere...
Un non tanto breve viaggio per le vie di Macerata e i personaggi del posto...
"Macerata, l'Acropoli delle Marche" di Luigi Maria Perotti https://www.youtube.com/watch?v=pYBfj2SowTI