E con questo poker calato in casa della Sangiorgiese la matematica dice dieci. Dieci goal in due partite, neanche il Brasile di Pelè. Squadra agguerrita e che non si è mai data per vinta quella avversaria, nonostante chiuda la classifica all'ultimo posto. Campo discutibile, vista mare. Tifoserie piazzate assieme nell'unica gradinata dello stadio, come troppo spesso succede in queste categorie regionali. Il dubbio del fuorigioco nel primo goal, fantastico raddoppio ad appena otto minuti dal fischio iniziale. Partita in discesa e Maceratese che cala notevolmente, fino a risalire nel secondo tempo con una doppietta del solito Carletto, ora alle spalle del capocannoniere nella classifica marcatori con 16 reti all'attivo.
Poteva anche finire così e potevamo tornarcene a casa felici e contenti. Peccato però quegli accesi battibecchi tra opposte tifoserie, degenerate in pesanti offese verbali. Non sto qui a fare la morale, tantomeno su questioni da stadio. Faccio parte di quel gruppo interclassista e intergenerazionale che, in Italia e non solo, crede che ogni partita non sia mai solo una partita e che lo spettacolo non sia solo quello nel campo di gioco durante i novanta minuti.
Mi limiterò solo ad osservare che, come già fatto mesi fa, anche in partite di così bassa categoria forse le due tifoserie andrebbero separate. Così, per il bene di tutti e per godersi in santa pace commenti ad alta voce, sfottò e insulti, che pure fanno parte del calcio. E sono anche abbastanza sicuro del fatto che, in altri tempi o in piazze diverse, il proprietario di un locale in pieno centro storico che si permetta di dire "Falliti!" ai tifosi della squadra del luogo farebbe bene ad emigrare il giorno stesso, onde evitare di saltare in aria con il locale e tutto quanto in esso contenuto. Ma queste sono vecchie abitudini oramai desuete e gravi episodi di tale violenza ormai andati in pensione.
Ti è andata bene.