Diario di viaggio (VIII): Manifestazione pacifica contro l'occupazione militare israeliana a Al Masada.
Venerdi' e' il giorno sacro ai musulmani. La domenica dei cristiani, il sabato degli ebrei. Dal 2006 ogni venerdi' in Palestina si organizzano varie manifestazioni non violente nei territori occupati o a ridosso del muro, in ogni caso di fronte ai soldati israeliani. Vi prendono parti i civili palestinesi, gli attivisti, varie organizzazioni, giornalisti e simpatizzanti da ogni parte del mondo. La manifestazione di oggi e' cominciata alle due di pomeriggio, nel villaggio di Al Masada, a sud di Betlemme. Al corteo di civili, con molti bambini, kefie e bandiere della Palestina, si sono uniti fotografi e giornalisti (ne ho conosciuti almeno quattro italiani), il gruppo catalano di Holy Land Trust, vari attivisti e gli Anarchici Contro il Muro (Anarchists Against the Wall, un gruppo di attivisti israeliani che avevamo gia' contattato e cui ci appoggeremo a una volta a Tel Aviv, dove hanno la sede, uno squat). Quelli (anzi, "quelle", visto che erano tutte ragazze) di AATW erano armati di fischietti, tamburi e altri strumenti di percussione, che han suonato assieme ad altri bambini del luogo durante tutta la dimostrazione. Essendo loro israeliane ho chiesto ad una di loro cosa pensa, secondo lei, un soldato israeliano nel vedere comunita' internazionali solidarizzare con la popolazione palestinese contro l'occupazione. Risposta: "Secondo me un soldato non pensa: e' un soldato". Ottima risposta, scemo io che lo chiedo ad un'anarchica. Riformulata la domanda, la tipa di AATW mi dice che il loro movimento e' molto isolato e malvisto dagli israeliani, che diventano sempre piu' radicali nel loro sionismo e militarismo. Proprio quello che non volevo sentire. Tra bandiere, tamburi, cori in arabo e sermoni di palestinesi piu' anziani, il corteo e' arrivato di fronte al check point che blocca la strada, dove quattro jeep e una quindicina di soldati israeliani (che avresti detto russi, polacchi o arabi) ci sorridevano divertiti, armati di mitra e giubbotto anti proiettile, fumavano e fissavano il culo alle belle palestinesi. Dietro di loro vari fotografi dell'esercito facevano foto ai dimostranti. I bambini palestinesi erano in prima fila, le braccia alzatate e il simbolo della vittoria, bandiere della Palestina e dell'Autorita' Palestinese. Non sono state tirate pietre e non ci sono state provocazioni. La manifestazione e' durata un'oretta scarsa in tutto, abbiamo avuto l'occasione di conoscere i vari attivisti e dimostranti, soprattutto parlare con gli altri ragazzi e ragazze internazionali.
Prima e dopo la manifestazione abbiam avuto un paio di riunioni organizzate da Holy Land Trust, dove discutiamo sempre e ci confrontiamo su tattiche di resistenza, concetti di violenza e non violenza. "Violenza e' il mezzo con il quale qualcuno ti ruba la terra e il mezzo con il quale te la riprendi" ha detto una ragazza palestinese. E ancora giu' un lungo elenco di testimonianze riguardo alle sofferenze ed ingiustizie subite da questi palestinesi. Si chiedono (e mi chiedo) come mai le comunita' internazionali non fanno nulla per loro a livello politico e non impongono a Israele lo stop all'occupazione militare e al furto della terra.
Il nostro viaggio proseguira' domani verso Hebron, Palestina meridionale, sempre con i catalani e Holy Land Trust.
0 Comments:
Post a Comment
<< Home