Diario di viaggio(IV): la Las Vegas del medio oriente e considerazioni sull'Egitto
Usciti dall'Egitto al tramonto siam entrati via terra in Giordania all'alba da Israele. Passare dall'Egitto ad Israele e' come passare da Napoli al Principato di Monaco. Alla frontiera ci han accolto giovani e bellissime quanto poco simpatiche poliziotte israeliane. Controllo zaini e passaporti, raffica di domande stile test psicologico, ma mi aspettavo di peggio. "La frontiera con la Giordania e' chiusa fino a domattina, dove passerete la notte?". "A casa tua c'e' posto?!". La bella israeliana in divisa non ha gradito la simpatia. Conosciamo un giovane scoppiato che ci propone di andare a bere birra in spiaggia. Diciamo che abbiam voglia di passare la notte in attesa di un bus per la Giordania e ci da' un passaggio in taxi verso la frontiera giordana, dove dormiremo su scomode panchine. Il breve tratto di strada che separa l'Egitto dalla Giordania e' la citta' israeliana di Eilat. Una Las Vegas nel deserto: discoteche, pub, luci che illuminano a giorno, belle macchine, strade pulitissime, ragazze in top e minigonna... e noi che veniamo da una settimana tra donne coperte dal velo e cammelli. Stacco interessante.
Entrati in Giordania all'alba troviamo un paese che ancora ha il re e il cambio con l'euro che e' circa 1 a 1. Costosissimo insomma, per i nostri gusti da viaggiatori squattrinati. La citta' di Aqaba e' decisamente piu' pulita e ricca di quelle viste in Egitto. Non c'e' gente accampata per strada ne' mendicanti, diversi uffici turistici che ci aiutano a prendere il primo pulmino per Wadi Musa, il villaggio dove ci troviamo ora. Il nostro cammino dovrebbe proseguire per Petra, poi Mar Morto e finalmente Palestina Palestina!!
Che dire dell'Egitto?! L'Egitto ha ottanta milioni di abitanti di cui venti vivono nella capitale. Il dieci per cento della popolazione e' cristiana, di cui la principale comunita' e' quella copta. Notevoli le differenze tra gli egiziani del nord (piu' simili ai siciliani) e quelli del sud (piu' simili ai sudanesi). Anche qui hanno notevoli problemi con i migranti, uno stato sociale assente, una legge che non esiste e una societa' regolata dal buon senso della tradizione islamica. A occhio e croce un cinquanta per cento delle donne indossa il velo che copre capelli ed orecchie, un venticinque per cento non porta velo e il restante venticinque per cento porta quello integrale, simile al burqa afgano, che qui chiamano "dujab" o qualcosa del genere. Masuda sostiene che l'uso del velo non era tipico fino a qualche anno fa e che viene dai paesi piu' conservatori della penisola arabica. Le donne del mondo sono tutte belle, ma alcune sono piu' belle di altre e credo che le donne di qui siano fra queste. Il narghile' si chiama "shisha" e ne fumano in ogni dove. Non ho visto molti bazar ma tantissime mosche e chiese cristiane copte ed ortodosse. Qui le comunita' di etnie e religioni diverse convivono da millenni, lo straniero non fa paura e il fratello non lo si caccia di casa. Capre, cammelli, asini, bambini ed immondizia riempiono le strade. Il Cairo e' una citta' inquinatissima e piena di sporcizia, ma secondo Chiara la situazione non e' molto diversa da Napoli. Cosa stranissima non ho trovato turismo di massa, solo qualche pullman di turisti che compare e scompare e qualche viaggiatore zaino in spalla. Forse perche' e' bassa stagiona, forse perche', come qualche commerciante mi ha detto, la crisi si sente anche qui. La cucina egiziana non credo sia nulla di eccezionale: gli ingredienti sono comuni a quelli degli altri paesi dell'area mediterranea e onestamente preferisco la cucina turca, cinese o italiana. Di frutta ne hanno un casino e squisiti sono i succhi di frutta che compri per strada dagli ambulanti. L'acqua sarebbe meglio comprarla in bottiglia, ma nelle moschee e lungo le strade trovi acqua che gli egiziani bevono e non muoiono. Ovviamente commercianti, albergatori e tassisti provano sempre ad incularti, ma in generale la gente e' onesta, cordiale e disponibile. L'Egitto ha lo stesso governo da decenni e la situazione era migliore durante il socialismo di Nasser, quello che se non ricordo male nazionalizzo' il canale di Suez dandola in culo al colonialismo inglese e francese. Grazie Nasser, bombardaci il Vaticano. Anche Il Cairo ha purtroppo degli slums. Ed e' piena di gatti. Per fortuna gli italiani sono sempre ben voluti dappertutto, sara' la simpatia o sara' Del Piero, a noi italiani danno sempre un aiuto in piu' rispetto a tedeschi, coreani o yankees. I beduini non sembrano andare troppo d'accordo con il resto degli egiziani. Stili di vita troppo diversi credo. Quest'anno il ramadan inizia il 20 agosto, ma tanto noi non mangiamo di nostro. E su queste note chiudo e riapriro' fra qualche giorno. Spero.
Buonanotte signori, viva l'anarchia!
2 Comments:
necessita di verificare:)
imparato molto
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