Diario di viaggio (II): A volte, le persone speciali
Il viaggio si fa sempre piu' spirituale grazie soprattutto all'incontro con una delle ragazze piu' interessanti che abbia mai conosciuto: Masuda. Egiziana ventiduenne, musulmana senza velo, compagna di studi di Chiara in Giappone e sua grande amica. Sono riuscito a farla ridere due volte in quattro giorni. Ma la seconda volta il mio cuore ha battuto piu' forte di quanto mi aspettassi. E cosi' mi sono innamorato della prima egiziana con laurea in letterature comparate che passava.
Masuda ci ha fatto da guida ed interprete per i musei, le strade, le mosche e le piramidi de Il Cairo. L'abbiamo torturata con pressing di confronto culturale e dibattiti filosofici che forse non si aspettava da tre barboni italiani con la merda nel cervello. Pensa degli europei che abbiano perso l'umilta' e le buone maniere. Ma noi facciamo eccezione. Masuda ci ha ad esempio spiegato che le donne nelle moschee pregano dietro agli uomini non per un fatto di sottomissione ma perche' in caso contrario gli uomini si distrarrebbero. Con Masuda impari il senso piu' profondo di relativismo culturale. E quanto, nonostante i luoghi comuni e l'apparenza, anche i piu' fanatici musulmani egiziani sono in realta' dei gran porci da poter sfidare il piu' coatto dei romani. Masuda mi ha raccontato di quando studiava in Giappone e vide cadere la neve per la prima volta in vita sua. Tutta eccitata fece alla sua nuova compagna di stanza: "Guarda!! Nevica!!". E la tipa: "E allora?! Ma da dove vieni?!". "Egitto. E te?", rispose Masuda. "Alaska". Questione di punti di vista. E di geografia. Decisamente.
Ma il massimo di Masuda e' l'ospitalita' che ci ha riservato a casa sua. E il massimo della spiritualita' e' l'ambiente che si respira tra la sua famiglia. Masuda ha due fratelli e due sorelle. La madre, egiziana, ha un dottorato ad Harvard. Il padre, tedesco, insegna filosofia all'universita'. la casa e' piena di libri, quadri, artigianato e oggettistica di chiaro riferimento religioso. Sono tutti musulmani, con un grande senso di solidarieta' umana e attenzione per il prossimo e le problematiche sociali. Il te' in Egitto lo bevono fumante e zuccheratissimo (mettono tanta quantita' di zucchero quanta ne serve per fare si' che il cucchiaino si regga in piedi nel bicchiere) e ne abbiamo bevuto moltissimo seduti sui tappeti e i cuscini di casa, scambiando relative esperienze e improvvisando dispute filosofiche. Ho parlato di calligrafia con un artista scozzese, di aborto con la mamma di Masuda, tradotto caratteri giapponesi da un libro d'arte con Masuda. Il top e' stato un film di un regista iraniano, "Balab-azir" mi sembra fosse il titolo, uno dei film a piu' alta spiritualita' che abbia mai visto. In persiano con i sottotitoli in tedesco, prontamente tradotti in inglese da Masuda e dalla sorella. "Come puo' la morte terminare qualcosa che non ha mai avuto inizio?!". Forse abbiamo qualche speranza per una vita dopo la morte. E poi le poesie di Rumi, scrittore persiano del XIII secolo. Robe da passarci le notti sopra.
Volate le tre notti che abbiamo passato con Masuda e la sua famiglia. A questa ragazza auguro tutto il bene del mondo, perche' credo se lo meriti davvero.
2 Comments:
leggere l'intero blog, pretty good
La ringrazio per Blog intiresny
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