24 aprile: Canton (prima parte)
Scrivo dall’aeroporto di Canton, a breve un volo per
Pechino. Mi tremano le gambe alla sola idea, rivedere la mia sempre tanto amata
Pechino! E nel frattempo ho scoperto che anche la stanchezza può essere
un’ottima compagna di viaggio.
A Canton avevo vissuto nel lontano autunno del 2006. Tre mesi in compagnia di tre amiche italiane per un tirocinio al consolato italiano. Non mi è mai piaciuta questa città, e non ci ho messo molto a ricordarne i motivi: 1) clima troppo umido, 2) lingua e cultura (leggi “lingue e culture”) troppo diverse dalla Cina che conoscevo io, 3) grande smog che ti si appiccica addosso nonostante le tre docce giornaliere, 4) assenza quasi totale di attività culturali, rimpiazzate da quelle commerciali 5) una ossessione per il cibo che finisce per disgustarti 6) una comunità internazionale fatta di imprenditori e puttanieri, gente che non sa neanche di stare in Cina e passa il tempo tra piscine e ristoranti di lusso. Sembra insomma di stare nel Vietnam colonizzato dall’uomo bianco, tutto così diverso dalla Pechino dove vivevo io…
A Canton avevo vissuto nel lontano autunno del 2006. Tre mesi in compagnia di tre amiche italiane per un tirocinio al consolato italiano. Non mi è mai piaciuta questa città, e non ci ho messo molto a ricordarne i motivi: 1) clima troppo umido, 2) lingua e cultura (leggi “lingue e culture”) troppo diverse dalla Cina che conoscevo io, 3) grande smog che ti si appiccica addosso nonostante le tre docce giornaliere, 4) assenza quasi totale di attività culturali, rimpiazzate da quelle commerciali 5) una ossessione per il cibo che finisce per disgustarti 6) una comunità internazionale fatta di imprenditori e puttanieri, gente che non sa neanche di stare in Cina e passa il tempo tra piscine e ristoranti di lusso. Sembra insomma di stare nel Vietnam colonizzato dall’uomo bianco, tutto così diverso dalla Pechino dove vivevo io…
Tuttavia Canton è un nome importante per questo blog.
“Secondo me sinologia” è infatti stato aperto proprio a Canton, sei anni e
mezzo fa.
Tre mesi di tirocinio che non definirei come i più felici
della mia vita, ma tre mesi in cui (e forse me ne rendo conto solo ora) feci
tante esperienze e viaggi. Ad esempio:
- capii cosa significa lavorare in un ufficio diplomatico,
come funzionano i visti per i turisti cinesi, come organizzare degli eventi,
come contattare i “VIPs”, e via dicendo;
- feci la mia prima esperienza come interprete
italiano-cinese per degli uomini d’affari durante la grande fiera di Canton;
- ricevemmo una delegazione di politici e industriali
italiani. Niente di particolarmente entusiasmante, ma è fico vedere dal vivo
volti che di solito vedi solo in televisione. Ricordo Prodi, Di Pietro,
D’Antoni, Mussi, Montezemolo. Di Pietro altissimo, Montezemolo un signore;
- cominciai a frequentare tipe cinesi conosciute via
internet. Un insuccesso dopo l’altro, ma interessante per capirne di più di
tecnologia e relazioni sociali. Non credo ci fosse Facebook, a quel tempo;
- ribeccai quella che poi ri-divenne la mia compagna di
strada per qualche tempo. Andammo insieme in viaggio prima a Wuhan e poi a Hong
Kong;
- andai in viaggio da solo (ma con tante tante birre in
tasca) a Macao e a Guilin. Storica foto con autoscatto, nudo con baffo e
dreadlock nel fiume vicino Yangshuo. Quando eravamo ancora giovani, belli e
pazzi dentro;
- mi misero cinque punti in testa in un ospedale pubblico
alle quattro di mattina, al termine di una rissa scoppiata per colpa mia in una
discoteca di Canton. Me ne vergognai molto, avevo bevuto fino a perdere
completamente il controllo dell’assenza di controllo. Avere amiche che ti vogliono
bene e ti vengono a raccogliere in strada all’alba fa la differenza.
E questo è quanto. Quanto alla Canton di oggi invece…
(alla prossima puntata)
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