Friday, August 31, 2007

Dormitori, università e borse di studio











In questo dormitorio sembra di stare in Corea (quella del Sud, si intende): milioni di studenti e studentesse coreane occupano i piani alti e quelli bassi, il salotto e i cessi, le scale all'ingresso e le cucine. Il che non fa molto strano se si considera che un terzo degli studenti stranieri in Cina è coreano.
Il dormitorio non è molto peggio della mia vecchia università. Mi sento abbastanza a mio agio. Non vedo Amil da tre giorni, io passo solo di giorno per controllare la posta, lui credo passi qui solo la notte. Ci sono ancora pochissimi studenti, il grosso verrà in questi giorni a giudicare dal numero di valigie che vedo parcheggiate alla reception. Nel mio piano c'è un'aria piuttosto "napoletana", scarpe frigoriferi armadietti e stoviglie lasciate lungo il corridoio e tendine appese alle porte.
Di una cosa sono strafelice ed straorgoglioso: il viaggio Mosca - Pechino - Kasghar - Lhasa appena terminato. Forse il viaggio più bello della mia vita se visto mascroscopicamente, sicuramete il più grande (23.000 km via terra in meno di un mese). Era proprio ciò di cui avevo bisogno, una bella boccata d'ossigeno prima di immergermi nello studio nella inquinata Pechino. Una bella avventura abbastanza in stile "no pain no fun", che non mi farà rimpiangere lo stare fisso in un posto per i prossimi cinque mesi. Zabe zabe za...
E dopo una grande emozione una feroce (ma non troppo) delusione: in questi giorni di Pechino mi sono beccato con i vecchi amici cinesi e stranieri, soprattutto italiani... dalle parole di chi vinse la mia stessa borsa anni fa (Lavinia, Desiree, Emanuele) ho capito che i miei belli belli progetti di ricerca e studio autonomo se ne vanno belli belli a farsi benedire. All'atto pratico non sono un yanjiusheng (ricercatore) come credevo ma un semplice e banale yuyansheng (studente di lingua) come negli anni passati. Dovrò seguire ancora corsi di lingua cinese ed eventualmente potrò scegliermi qualche lezione extra in classi di studenti cinesi nel dipartimento a cui sono stato affidato (studi sociali). Addio sogni di gloria. In compenso ho conosciuto un ragazzo di Napoli, Nico, che avevo notato al Ministero degli Esteri a Roma a marzo durante i colloqui per la borsa di studio. Nico aveva già studiato in questa università l'anno scorso, e mi ha dato diverse dritte ed indicazioni. Altra spiacevole nota il costo della vita a Pechino, ancora ridicolo se paragonato a Roma, Bologna o Milano, ma in forte crescita negli ultimi tre anni (soprattutto per taxi e affitti, ma anche carne e vestiti). Speravo di riuscire a campare con i 110 euro che mi danno in università al mese, ma penso che dovrò lavorare e anche spesso, dura mettere da parte soldini per un viaggio in Giappone o Corea del Nord che avevo in mente per febbraio... 110 euro al mese significa 3.5 euro al giorno, che a Pechino possono anche bastare, se ti limiti a due pasti, un pacchetto di sigarette proletario, tre biglietti del bus e quattro bottiglie di birra (proletaria anch'essa). Niente taxi, musei, concerti e profilattici per intenderci... Per fortuna mio fratello Seva mi ha già trovato un lavoro: "tagliati la barba, togliti i piercing e hai un posto come venditore di olio d'oliva al Carrefour, posto fisso, due volte a settimane, 4 ore 30 euro... devi solo stare in piedi e sorridere ai clienti, eventualmente vomitare qualche parola in cinese... e sarai con una tipa ecuadorena mozzafiato!". Mmmm... dar subito via il culo al capitalismo mondiale per due lire con cui comprare preservativi e biglietti per concerti punk... non so Seva, magari ci penso...
E per ora è tutto gente. Vi lascio un paio di foto da Lhasa e vado con un'amica cinese a vedere "un'esibizione" non meglio identificata.

2 Comments:

At 3:19 AM, Anonymous Anonymous said...

Perche non:)

 
At 3:20 AM, Anonymous Anonymous said...

good start

 

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