Tuesday, October 16, 2012

Diario di un prof: la mia su Twitter

E' ufficiale: sono un amante dei corsi di formazione. Specie di quelli gratuiti. Quasi meglio delle conferenze.

Di tecnologia, computer, internet e social network "mi raccapezzo poco", come direbbe mia nonna. Ovvero sopravvivo a malapena. Il corso di ieri riguardava proprio i social network e l'utilizzo di Twitter.

Non sono andato tanto per imparare ad usarlo (ho l'account da un paio di anni ma lo utilizzo pochissimo), più che altro per capirci qualcosa del gran battibecco che trovi facilmente on-line sul rapporto tra social network, corporazioni e privacy nei tempi del mondo digitale. Il fatto cioè che grandi social network come Facebook o CouchSurfing siano diventati i padroni dei dati (foto, informazioni personali, messaggi, ecc...) che mettiamo on-line, e di cosa questo significhi per gli utenti.

Il corso è stato interessante ma estremamente tecnico: ho imparato come usare Twitter (figo, devo dire) ma niente riguardo ai miei dubbi filosofico-esistenziali sui social network.

Di Twitter penso che sia uno strumento molto utile (ma da usare sempre con raziocinio e coscienza) per tutti quelli che lavorano nel campo dell'informazione, quindi giornalisti, blogger, attivisti politici e via dicendo. Di fatto su Twitter trovi informazioni dieci minuti prima di leggerle sui media ufficiali, tipo Repubblica o Corriere. Gli utenti Twitter, per lo meno così a me sembra, sono molto più seri e professionali della cloaca massima di Facebook. Non trovi tutte le stronzate e gli spam di merda varia di cui è pieno Facebook. Twitter non mi sembra popolare e di largo uso e consumo come Facebook. Ma proprio per questo potrebbe essere fonte di colossali notizie false o corrotte. Ad esempio, se io scrivessi nel mio account Twitter "Barack Obama ucciso durante una visita in Palestina", infiocchettando e contestualizzando non tanto la notizia quanto il mio account (cioè la credibilità della fonte) sono sicuro che un giornalista di provincia coglione riprenderebbe la notizia divulgandola.

Quindi, Twitter lo vedo utile per il reporter o l'attivista esperto, abbastanza marginale per l'utente internet medio, che si legge Repubblica o scrive messaggi infantili su Facebook (qualcuno come me, insomma).

Non credo che chiuderò il mio account di Twitter, anzi quasi quasi lo abbellisco, comincio a postare informazioni a manetta, faccio spam di notizie sulla Cina e magari mi creo anche un account su Weibo (il Twitter cinese).
Quale modo migliore per abbandonare la vita "reale" e darsi totalmente (anima e corpo, oramai) al mondo virtuale...




L'idea più brillante invece l'ho sentita di recente da uno studente, una cosa che potrebbe risolvere molti problemi in tempi di crisi economica: legalizzare la corruzione e tassarla.
Geniale.

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