Diario di un prof: 조선말
Una delle cose più eccezziunaaaaale del lavorare all'università è che puoi seguirti gran parte dei corsi di altre discipline, conferenze, dibattiti, corso di formazione e aggiornamento gratis. "Gratis" è la parola più dolce e soave, "gratis" è l'opera più bella di tutto il creato.
E quindi, quando non sono occupato con l'ordinaria amministrazione o rincorso da studenti inferociti, me ne vado felice e contento a sedermi nei banchi e ascoltare la lezione di turno. E' piacevole anche solo il fatto di stare sempre in movimento tra il "di qua" e il "di là" della cattedra: studente e docente allo stesso tempo. Ne parlavo proprio con un'amica sinologa un mese fa a Parigi.
Per questo semestre seguirò, tra gli altri, il corso di lingua coreana.
Lo consiglio ai sinologi: il coreano, come altre lingue orientali, ha molto in comune col cinese. Ha un alfabeto (e quindi non c'è bisogno di memorizzare miliardi di caratteri come nel cinese), che è molto meno confuso e sofisticato rispettato a quello (quelli) della lingua giapponese. E' parlato da quasi ottanta milioni di persone, dentro e fuori la penisola coreana. La pronuncia è divertente, molte parole sono simili al mandarino.
Non ho ancora imparato a scrivere coreano al computer, perché a parte l'installazione del programma la tastiera ha un ordine diverso, e quindi non posso mostrare quanto fico io sia col coreano. Però ho imparato che "voglio un bacio" si dice "ppoppo chu se yo" e "vino" è "podo ju" (letteralmente "alcool d'uva", come nel cinese "putao jiu").
Non ho intenzione di imparare il coreano (e neanche voglia di mettermi a studiarlo), ma mi interessa capirne la struttura e le dinamiche di base, per paragonarle al cinese e al poco giapponese che conosco.
Inoltre è divertente vedere come una parola in coreano possa significare tutt'altro in lingue diverse, cioè paragonare un termine ad altri significanti e significati di lingue precedentemente studiate.
Studiare una lingua straniera ti avvicina alla sua cultura e alla comprensione di questa; quando sono in classe di coreano tre cose mi vengono sempre in mente: il "soju" (un liquore simile alla vodka, a base di riso o patate), il "kimchi" (le tradizionali verdure speziate) e la genuina bellezza delle ragazze nordcoreane.
안녕!!
E quindi, quando non sono occupato con l'ordinaria amministrazione o rincorso da studenti inferociti, me ne vado felice e contento a sedermi nei banchi e ascoltare la lezione di turno. E' piacevole anche solo il fatto di stare sempre in movimento tra il "di qua" e il "di là" della cattedra: studente e docente allo stesso tempo. Ne parlavo proprio con un'amica sinologa un mese fa a Parigi.
Per questo semestre seguirò, tra gli altri, il corso di lingua coreana.
Lo consiglio ai sinologi: il coreano, come altre lingue orientali, ha molto in comune col cinese. Ha un alfabeto (e quindi non c'è bisogno di memorizzare miliardi di caratteri come nel cinese), che è molto meno confuso e sofisticato rispettato a quello (quelli) della lingua giapponese. E' parlato da quasi ottanta milioni di persone, dentro e fuori la penisola coreana. La pronuncia è divertente, molte parole sono simili al mandarino.
Non ho ancora imparato a scrivere coreano al computer, perché a parte l'installazione del programma la tastiera ha un ordine diverso, e quindi non posso mostrare quanto fico io sia col coreano. Però ho imparato che "voglio un bacio" si dice "ppoppo chu se yo" e "vino" è "podo ju" (letteralmente "alcool d'uva", come nel cinese "putao jiu").
Non ho intenzione di imparare il coreano (e neanche voglia di mettermi a studiarlo), ma mi interessa capirne la struttura e le dinamiche di base, per paragonarle al cinese e al poco giapponese che conosco.
Inoltre è divertente vedere come una parola in coreano possa significare tutt'altro in lingue diverse, cioè paragonare un termine ad altri significanti e significati di lingue precedentemente studiate.
Studiare una lingua straniera ti avvicina alla sua cultura e alla comprensione di questa; quando sono in classe di coreano tre cose mi vengono sempre in mente: il "soju" (un liquore simile alla vodka, a base di riso o patate), il "kimchi" (le tradizionali verdure speziate) e la genuina bellezza delle ragazze nordcoreane.
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