APPUNTI DI VIAGGIO: NEW YORK STATE (8)
Anarchici. Li trovi ovunque.
New York, Lower Manhattan, primo pomeriggio. Gironzolo infreddolito cercando di decidere se fare due ore di fila per vedermi Ellis Island e il suo museo degli immigrati. Anche no. Preferisco dirigermi a Ground Zero e vedere cosa resta delle Torri Gemelle. Noto una presenza poliziesca non indifferente in strada, un andirviene di persone, fotografi e movimenti vari. Wall Strett è sbarrata da un lungo cordone di poliziotti. Finalmente arrivo a Ground Zero. Non è una piazza. È una piazza occupata. Un migliaio di giovani, anarchici, socialisti, marxisti, pacifisti, anti-capitalisti, veterani di guerra, punk, freakkettoni, studenti. C’è un po’ di tutto. Radicali bianchi americani uniti.
La protesta è iniziata poche ore prima, organizzata in rete contro il sistema delle lobbies bancarie e militari, per un’economia che tenga più conto dei bisogni della società. “Di chi sono le strade? Le strade sono nostre!”, “Le tasse facciamole pagare ai ricchi” e “Anti, anti, anticapitalismo!” erano alcuni degli slogans. Numerose le bandiere e i cartelloni. Moltissimi giornalisti e videomaker, tra cui due giornaliste del Corriere.
Fin qui tutto normale. Una qualsiasi protesta anticapitalista come tante ce ne sono nel mondo e in Italia. Sono stato ad osservare, discutere e marciare con questi ragazzi per diverse ore. Almeno un paio di cose mi hanno colpito:
- l’atteggiamento civile e pacifico della protesta. Niente scontri né provocazioni, nonostante gli sbirri disarmati a portata di mano e le banche agli angoli della strada. Per non parlare del palazzo a Wall Strett dal quale si affacciava un balcone con signori in giacca e cravatta con bicchiere di vino in mano e dito medio in nostra direzione nell’altra;
- l’atteggiamento civile e pacifico dei poliziotti. Non ci hanno provocato né disturbato. Si sono limitati a seguirci con lo sguardo e regolare il traffico. Nessuna violenza. Un paio di arresti senza far male a nessuno nei confronti di due ragazzi che avevano preso di mira un McDonalds:
- I gruppi di manifestanti che spontaneamente si sedevano in circolo ad esprimersi uno dopo l’altro sui vari temi della protesta. Un vero esempio di democrazia diretta e partecipazione civile. Un ordine quasi fastidioso sotto la bandiera rossa e nera dell’anarchia.
In particolare mi sono fermato a parlare a lungo con un collettivo anarchico di studenti di una università del Massachusetts. Mi hanno offerto del cibo vegano e chiesto molte cose sul ruolo dei sindacati in Italia e sulle proteste studentesche in Europa. Un bel momento di scambio e dialogo, anche se la loro giovanissima età mi ha riportato alla memoria i miei anni di manifestazioni per le vie di Roma: sempre presente e pronto a protestare, ma con poche idee da proporre in testa, se non la non meglio identificata “rivoluzione sociale”.
E così è stato. Viva l’anarchia, abbasso Wall Street!
1 Comments:
punkabbestia nel mondo crescono...
http://www.corriere.it/gallery/economia/09-2011/wall/1/troppa-cupidigia-indignatos-wall-street-_64b82cec-e1d8-11e0-87d5-1f893d7963e9.shtml#11
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