Friday, September 16, 2011

APPUNTI DI VIAGGIO: NEW YORK STATE (3)

Svegliarsi all’alba sui tetti di Brooklyn, con accanto C. sotto le coperte, un gatto Siamese ai suoi piedi, uno scoiattolo che si masturba sopra ad un camino e i grattacieli di Manhattan davanti è un’altra di quelle cose che non hanno prezzo.
Saluto C. e mi dirigo alla stazione dei treni Penn Station a Manhattan. Oramai la metropolitana non ha più segreti per me. A New York puoi anche andare in giro nudo, nessuno fa caso a te. Ognuno tira per i fatti suoi. Un barbone nero vestito con tutù turchese a Times Square non fa rumore, ma almeno è rock. Un paio di ore dopo sono comodamente seduto sul treno per Buffalo. Leggo i titoli del giornale del tipo di fronte a me “First Chinese car comes to U.S.”. Vedo che anche qui si parla spesso e volentieri di Cina. L’Eastern River che corre parallelo a Manhattan ha lo stesso colore del Fiume Azzurro in Cina. E anche il paesaggio alle rive del fiume non è tanto diverso. Incredbile davvero.
“L’America è grandiosa, tutto insieme, il bene e il male” tuonava Guccini. Forse la cosa più incredibile di questa America è che è proprio come l’avevi vista nei film. Sembra la parodia di sé stessa. Accanto a me in treno è seduto uno di quegli ispano-americani del Costa Rica, con cappello largo, maglietta abbondante, medaglione d’oro ed hip-hop in cuffia. Legge la Bibbia. In spagnolo. È proprio come nei film. Sembra un film. Sembra di stare su un set di Hollywood. O di Cinecittà. Queste bandiere a stelle e striscie, gli obesi neri, gli obesi bianchi, gli ispano americani con la maglette larghe, le patatine fritte, i taxi gialli, lo slang, i fast food, le banche e i grattacieli. Ci sono tutti. Sembra proprio un set.

È impossibile avere un approccio reale e distaccato con gli Stati Uniti. Sin da piccoli siamo abituati ad essere bombardati da immagini, film, telenovele, cartoni animati fatti da e su gli Stati Uniti d’America. Conosciamo questi posti e questa gente anche senza esserci mai stati, senza aver messo mai piede qui: siamo comunque tutti americani.

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