Friday, August 02, 2019

Viaggio in Colombia (VIII): da Pueblo Bello a Tolu'. Riflessioni colombiane.


Di rientro dalla faticata di Nabusimake e prima di giungere nuovamente a Pueblo Bello, vengo fermato qua e la' da indigeni molto piu' estroversi di quelli incontrati finora. Ad esempio di prima mattina un signore sulla cinquantina mi invita per un caffe' in casa, poi un anziano Teti mi chiede una sigaretta mentre mastica foglie non meglio identificate e borbotta qualcosa, palesemente ubriaco. Poco dopo noto una scuola, alunni in festa e il suono di una campanella. Mi piace pensare che questa sia la prima campanella del mio nuovo anno scolastico. Dove c'e' scuola, per me, c'e' casa. Bambini in strada giocare con i soldatini. A Pueblo Bello mi fermo per far rifornimento di acqua e aggiornarmi in un Internet Cafe', mentre la signora al mio fianco invia denaro in Venezuela e il giovanotto di fronte guarda video porno di donne bianche con le tette grosse. Torno a Valledupar in pulmino e da li' subito un pullman fino a Bosconia, infine un altro pulmino per Santa Cruz de Mompox, dove mi fermo per la notte dopo sei o sette ore filate di viaggio. Mompox (o Mompos) e' una bellissima ex citta' coloniale, con le tipiche case basse e spaziose, costeggiata dal grande Rio Magdalena che sfocia, circa 300 chilometri piu' a nord, proprio a Barranquilla, dove e' iniziato il mio on the road. Ha molti ostelli, ristorantini, negozi di artigianato e musei, ma devo dire di non aver visto molto turisti in giro. Bellissimo il cimitero. Mi ricorda un po' Melaka, in Malesia.  Dopo una notte passata a lottare contro le zanzare e una mattinata ad osservare lo scorrere del fiume, prendo un passaggio in moto fino a Bodega (40 km circa) e poi una chalupa (piccola imbarcazione a motore) per Magangué, dove faccio scorpacciata di frutta tropicale, succhi di frutta e ghiaccio, il meglio del peggio dello street food colombiano. Il caldo e' mortale e purtroppo non vi sono altre connessioni fluviali da Magangué, pero' faccio in tempo ad incontrare per strada il piccolo dinosauro che vedete in foto. Prendo poi un passaggio in pullman per Tolu', 140 km piu' a ovest, tanto per tornare sul Mar dei Caraibi.

Qualche ora dopo pero' il pullman si ferma in una citta' non meglio identificata e ci fa scendere tutti. Periferia estrema di Sincelejo, in un grande snodo stradale fatto di tangenziali, pompe di benzina, fermate dei pullman, tassisti abusivi e terribili hotel a ore. E' quasi tramontato il sole e decido quindi di passare la notte proprio in uno di questi hotel. E' finalmente giunto il momento di una doccia rigenerante e di lavare i miei vestiti. La stanza e' piccola, poco pulita e decadente, ma ha il ventilatore e il "bagno" in camera. Tratto sul prezzo, 8 euro con la possibilita' di lavare e appendere i panni. A mano, ovviamente, visto che la lavatrice non e' a uso dei clienti. Il materasso presenta tracce di sangue e lo scolo della doccia e' otturato, cosi' da avere un dito di acqua sporca in stanza. Ma ci piace cosi'. La sera scendo a mangiare un mezzo pollo asado (ai ferri) da un ambulante e bere qualche birretta gelata in un bar di strada. Il padrone ha un braccio monco, la televisione manda calcio argentino, un litro di birra Aguila costa solo un euro. 
Mi alzo dopo dodici ore di sonno. Sono le otto di mattina e un tipo senza un occhio nell'hotel mi invita a raccogliere i vestiti (ancora umidi) e a togliermi dalle balle. Ma, dico, siamo pazzi? Dove credi di stare amico, a Milano?! Guardati intorno vecchio, siamo nel Caribe, qui la fretta non esiste, il tempo e' una balla inventata dai moderni! Ci resto in effetti un po' male, primo colombiano scortese incontrato sinora. Non faccio polemica, sbaracco e me ne vado. 
"Scusi - chiedo ad un tipo in strada - sa a che ora apre questa tienda?". "Alle 8!". Grazie. Peccato siano le 8.45. Ecco, questi sono i Caraibi. 

La frase che senti piu' spesso in giro (da ambulanti, tassisti, commercianti e non solo) e' "¡A la orden!", che significa "Agli ordini!", nel senso di "Chieda pure!", "Per servirla!", anche utilizzata semplicemente per rispondere ad un "Grazie". 
La moltitudine di bambini, le mamme giovanissime, pochi gli anziani. Qua piu' che chiedere l'elemosina girano con pacchi di caramelle e chiedono "Collabori?", per invitarti a prendere qualcosa in cambio di qualche moneta. L'economia informale e' sorprendente. Ovunque ti giri vedi persone in piedi a lavorare dalle cinque di mattina, ogni tipo di lavoretto o servizio per tirare a campare. Lavori strutturati e contrattualizzati ne vedi pochi, voglio dire, chi paga le tasse? Chi le pensioni? Lo Stato come prende denaro dalle attivita' del tutto informali di questo 70-80% della popolazione? Sciocche domande da turista occidentale medio borghese dipendente del Ministero dell'istruzione. Lunga vita al Terzo mondo!

ma il terzo mondo è sempre quello 
per noi rimane anche il più bello! 
il mito del progresso 
lo butto via chiedendo 
un terzo mondo 
anche per me!

Punkreas - "Terzo mondo"

Il calcio, la musica e la religione come istituzioni popolari. Una delle squadre piu' forti e titolate e' lo Junior di Barranquilla, che veste i colori biancorossi e ha uno squalo come simbolo. Qui un coro che ho trovato in rete:

"Dale Junior de Barranquilla Dale"
https://www.youtube.com/watch?v=4G_jv1IAwDI

Dopo ore passate alla stazione dei pullman a fare people watching e fissare il caos di mezzi, merci e persone, prendo un taxi condiviso per Tolu', dove arrivo un'ora dopo.

"Viaggiare insegna a dare il buongiorno a tutti". Non ricordo dove l'ho letto, ma l'ho pensato in questa mattinata a Sincelejo.

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