Viaggio in Colombia (III): di questo fine settimana a Barranquilla.
Arrivato alla stazione dei pullman di Barranquilla, mi riposo un po' per poi prendere un taxi per casa di C. e di W., il suo compagno. Tratto il prezzo, meno di sei euro per dodici chilometri circa. C. e' a lavoro, W. mi aspetta dal terrazzo a braccia aperte: finalmente a casa! Una piccolo appartamento nella zona nord della citta', con due inquilini e un ventilatore sempre acceso per resistere al caldo caraibico. Il tempo di una doccia e sono di nuovo in strada, ad accompagnare W. ad un colloquio in universita'. Poco dopo passiamo a prendere C. all'uscita dal lavoro. Fa strano ma da' sempre una gran gioia riabbracciare un'amica all'altra parte del mondo. Con loro e una loro amica siciliana passero' il fine settimana, a zonzo per la citta', alla scoperta di Barranquilla.
Qui sotto alcune osservazioni collezionate in 48 ore di Colombia da uno che di Colombia non sa niente.
Un pranzo a base di fette di banana fritte, formaggio di mucca e insalata di avocado, pomodori e cipolle. Le serate per bar dove mettono salsa a tutto, a sfondare le orecchie e negare la comunicazione orale. Pero' che spettacolo vedere bar semi pieni di persone tra i 20 e gli 80 anni di eta' ballare assieme in coppia senza tregua, finche' la musica non finisce, finche' c'e' moneta per un'altra birretta gelata. Le strade dei quartieri bui e poco raccomandabili, i cani con tutte le malattie cutanee e non solo. La poverta' come punto di riferimento. Ad essere ghettizata qui sembra essere la classe ricca o benestante, non quella povera, non "il popolo". Dalla mattina alla sera gli spazi pubblici sono pieni di persone di diversa eta' che sono li' "a buscar la vida", a inventarsi lavoretti di servizio per tirare a campare. Dal lavavetri al parcheggiatore abusivo, dal questuante agli ambulanti che sono tantissimi e vendono di tutto. Impressiona la cortesia e la gentilezza dei colombiani. Forse e' un luogo comune che ho letto o sentito chissa' dove, ma anche l'ultimo dei pezzenti quando si rivolge a te lo fa con garbo e saluta con educazione. I colombiani sembrano dare piu' tempo e attenzione all'altro di quanto non veda fare nei paesi europei. Saranno i Caraibi, sara' questo caldo che non conosce cambio di stagione, sara' l'oceano o il colore dei quartieri, l'atmosfera di festa o la mancanza di voglia di farsi divorare da orari e lavoro contrattualizzato. La favela di Villa Caracas, piena di immigrati in fuga dal Venezuela, dove W. ci ha portato a conoscere alcune attiviste. Una grande abbuffata di pesce in un ristorantino in legno tra il mare e il Rio Magdalena, principale fiume colombiano. Una romantica passeggiata lungo lo spiaggia e poi un intero pomeriggio a prendere il sole sul lungomare, un lungomare ahime' pieno di immondizia e un mare non cosi' chiaro e pulito come pensassi. L'Adriatico di Rimini, per intenderci. I peggiori bar dei peggiori barrios, di coca e mignotte, di salsa e passione, di rhum fatto in casa e silicone, di pirati e balenottere. Il calcio, ovviamente. La birra Club Colombia, la birra Aquila. Le sigarette nazionali esportazione senza filtro Piel Roja.
Ma le sigarette meritano un discorso a parte. Odio le sigarette e il vizio del fumo, solitamente cerco di non fumare e non fumo. Pero' in viaggio la sigaretta mi accompagna sempre e adoro comprare e consumare ogni marca e tipo di sigaretta locale. In Cina o a Taiwan, ad esempio, e' una pacchia, cosi' come nei paesi del Mediterraneo o del Medio Oriente, dove fumare e' quasi un obbligo per gli uomini e trovi tabacco in ogni dove e per ogni prezzo. Pensavo fosse lo stesso anche qui, ma mi sbagliavo. Si vede poca gente in giro fumare, le sigarette le vendono per lo piu' sfuse gli ambulanti agli incroci delle grandi strade o le puoi chiedere nei supermercati, dove le tengono "nascoste" in degli scaffalini vicini le casse. Costano relativamente poco (un euro il pacchetto da dieci, due euro quello da venti) ma trovi solo brand americani, tipo Marlboro, Lucky Strike o Chesterfield. Le Piel Roja credo siano una delle poche eccezioni, infatti non e' facile trovarle in giro.
Il weekend e' cosi' volato via che quasi non me ne sono accorto. Stamattina ho salutato amici e neo coinquilini e ho ripreso lo zaino per andarmene a zonzo nel nord est colombiano. La temperatura e' alta, cosi' come il morale. Speriamo la fortuna mi sorrida, da queste parti mi pare di capire ce ne sia bisogno.
¡A la calle, marica!
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