Wednesday, January 09, 2019

Capodanno on the road in Corsica (V): da Corte a Bastia. E "a casa".







Bastia. Prime luci dell'alba, copiosa passeggiata di riflessione sul lungomare. Visito la cittadella, ancora deserta. Chiara l'influenza genovese medievale. La cattedrale, l'ex monastero, il palazzo del governatore ora museo cittadino. I gabbiani alti nel cielo, gli addetti alla pulizia stradale, le anziane a fare la spesa. Entro in un bar, caffè e pasta al cioccolato due euro, un altro grande classico. Vivacità. Anziani che entrano ed escono salutando i presenti con uno scambio di mano e baci alla guancia. Come nei paesi arabi. Come in Italia. Il signore davanti a me è già al secondo bicchiere di pastis (liquore all'anice allungato con acqua e ghiaccio). Anche io vorrei invecchiare così. Anche io vorrei ascoltare quello che si dicono questi anziani e leggere il giornale, ma purtroppo la mia (non) conoscenza del francese non me lo permette. Il campanile là fuori annuncia le ore 9. Se in paradiso non c'è il bar io non ci voglio andare. 

Dopo aver fatto un giro di quasi tutte le chiese e una buona overdose di opere d'arte cristiana, mi spiaggio per diverse ore a leggere, fissare le onde del mare e schiacciare un pisolino. Alle 17 il centro brulica di persone. Faccio anche io un giro per negozi e bar. Le bevande più consumate sono, oltre al pastis, il vermouth Mattei e lo sciroppo alla menta Get. In serata trovo uno spazio discreto e riparato non lontano dagli scogli. E' il rumore delle onde la miglior ninna nanna.

In conclusione, la Corsica non appare poi così diversa da una regione italiana del centro sud. A tratti aspra e selvaggia, gioviale e indifferente nelle zone urbane. Anche qui, purtroppo, la moda di buttare le cicche a terra e telefonare mentre si guida. Autisti compresi. Bellissima l'abitudine a salutare tutti i passanti o i presenti al bar, anche quelli che non conosci, con un semplicissimo "Bonjour!". Nelle Marche lo fanno solo i neri fuori dai supermercati, nella speranza che lascerai loro qualche moneta. I corsi amano molto i chien (i cani) e se ne perdono anche tanti, a giudicare dagli annunci di cani scomparsi che ho visto in giro. Cosa ho mangiato di buono in Corsica? In realtà ho mangiato poco e mai nei ristoranti, perché dopo il tour de force dei cenoni natalizi, tutto avrei voluto fare in Corsica tranne che abbuffarmi di cibo o sedermi a tavola. Però ho consumato qua e là ottimi pompelmi rosa del Messico o del Sudafrica, gallette vietnamite di riso e tapioca, patatine al wasabi, cetrioli spagnoli, pomodori del Marocco e, ovviamente, la mitica baguette
Consiglio la Corsica? Ovviamente sì! Ma, probabilmente, meglio con un clima meno rigido e, soprattutto, se automuniti. 

Alle 7:30 mi imbarco sulla nave crociera della Corsica Ferries. Quella solita strana sensazione, un misto di ansia e malinconia, che si ha quando si ritorna a casa. Non così dissimile dalla solita strana sensazione che si ha quando si parte. 
Quattro ore dopo sbarco a Livorno. Pasta alla crema, cappuccino, ilManifesto. Non mi era mancata l'Italia, ma da qualche tempo il viaggio mi piace di più se prima o poi c'è un ritorno "a casa".

Alle giornate più dure,
alle giornate più belle.
Alla strada.
E per strada "non intendo la carriera".      

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