Thursday, August 02, 2018

出国旅行万岁 ! Taiwan, on the road. (VIII)


Arrivo quindi in treno a 花莲 Hualian, ridente e colorata cittadina di un centinaio di migliaia di abitanti sita nella costa orientale di Taiwan. Qui resto per due notti nel piu' totale e sfrenato cazzeggio: pisolini al parco, letture in spiaggia, camminate, internet cafe', disinteressato gironzolare qua e la'. Non credo ci sia molto da fare / vedere in giro, cosi' mi limito a visitare due spiagge, una a sud oltre il solito sbarramento di risaie e cani randagi, e una a nord che si chiama 七星潭 Qixingtan. Questa in teoria sarebbe meta turistica, ma l'atmosfera nel paesino e' decisamente decadente, nonostante qualche gruppo di turisti cinesi ad osservare alba e tramonto, pescare di frodo e fare un po' di immersioni. Nessuno in acqua a fare il bagno, perche' le onde sono forti e la spiaggia composta di pietre e sassi. Solita combriccola di cani randagi e un ennesimo padiglione.

Tuttavia qui la principale attrazione e' il 太鲁阁 Parco nazionale delle Gole di Taroko. Piacevole il passaggio (per quanto niente di eccezionale) attorno al fiume Liwu, con diverse grotte, cascate, pagode, templi e altre pacchianate qua e la'. Il percorso sara' lungo una trentina di chilometri, inizio a percorrere la strada promettendomi di non farne piu' di una decina, memore delle sventure dei giorni scorsi e a causa delle ferite ai piedi ancora doloranti. Ovviamente ci prendo gusto e macino quasi meta' del percorso, quando un ragazzo in scooter si ferma per darmi un passaggio fino alla stazione di 新城 Xingcheng. "Scusa se ti lascio qui, ma in centro citta' ho paura di trovare la polizia". Grazie per avermi fatto sentire di nuovo 15enne. Stazione moderna e completa di servizi, nonostante siamo in mezzo ad un grande villaggio del tutto anonimo, non fosse la vicinanza a Taroko.
Il gentilissimo ragazzo che mi ha risparmiato una bella sfacchinata, ha la pelle scura e gli occhi piu' rotondi del classico cinese 汉 Han. Sara' mica arrivato a Taiwan su un barcone? No, anzi, e' un "aborigeno", cioe' un nativo, un autoctono, un locale, insomma un membro delle comunita' che abitavano l'isola di Taiwan organizzati in "tribu'"; prima di spagnoli, olandesi, cinesi Han e tutti gli altri. In cinese li chiamano 原住民. Suona meglio di 少数民族, usato nella Repubblica popolare per indicare le 55 minoranze etniche diverse dalla Han.
Queste dell'est sono infatti le terre ancora abitate in gran parte dagli aborigeni che, come dicevo, hanno lingua, usi, costumi e credenze diversi dai cinesi Han.
Bene, andiamo allora alla scoperta di questi aborigeni: abbracciamo l'antropologia "fai da te" con fare sospetto e l'istinto suprematista dell'uomo bianco europeo.

Prendo la ferrovia in direzione 南澳 Nan'ao. In treno si avvicina un signore sulla sessantina, pelle scura e occhi incredibilmente azzurri. Mi fa, in mandarino: "Ti ho visto ieri alla stazione di Hualian. Dove sei diretto? Sei un 背包客 backpacker? Stai facendo un reportage?". E' un ingegnere in giro per lavoro e sfodera subito la sua fiera appartenenza aborigena. Arrivati alla stazione di Nan'ao mi offre un 冰, cioe' una specie di granita al sapore di frutta, usata dai locali come forma di refrigerio. Mi invita poi a prendere un bus, colorato e gratuito, che fa il giro di Nan'ao e delle campagne circostanti. In bus sono l'unico passeggero, ma dopo un po' sale un'allegra comitiva di bambini e ragazzini accompagnati da tre maestre. Beata fanciullezza, inutile dire che divento subito l'attrazione da circo del bus. Mi chiedono se sono sposato, cosa faccio a Taiwan e cosa penso dei taiwanesi. Restano male quando dico loro che non e' il caso di diventare amici su Facebook e che non sono cattolico. Stanno infatti andando ad una celebrazione religiosa cristiana e appartengono alla 泰雅族 tribu' Taiya. Nella loro lingua "grazie" si dice qualcosa come "ohuaisu"; in cinese e' "xiexie". Vedi un po' tu...

Carini da queste parte. Oltretutto la musica pop malinconica cinese del bus e questo paesaggio di vecchi palazzoni, foresta tropicale, insegne di commercianti e frenetica vita della strada mi ha messo una nostalgia cane della mia vita in Cina. Termino il tour di Nan'ao con una foto alla dea 妈祖 Mazu dei migranti cinesi nel Sud est asiatico, statua che sovrasta la piazza di fronte la stazione. Prossima destinazione 苏澳 Su'ao, cittadina a pochi minuti di treno. Vorrei arrivare in spiaggia, ma il porto e' l'unico ingresso al mare, di fianco ad esso lunghe gallerie che bucano le montagne circostanti. Ambiente poco turistico ma decisamente genuino. Ci sono anche delle terme, pubbliche e gratuite, divise tra uomini e donne; ma non mi sembra il caso di sfoderare il mio fisico sudicio di strada e provato da dure giornate di on the road. Inizia a far buio, lampi e tuoni a distanza. Di solito non cammino di notte. Ma stavolta faccio un'eccezione e divoro i 15 chilometri per giungere a 罗东 Luodong, attraverso parchi e piste ciclabili tra la Highway 9 e la linea ferroviaria.

Daje, sparatevi un po' di punk taiwanese:

现在的一切
让我开始怀疑起过去
我们还是朋友吗
成长就是这样吗

BB 彈 - 去台北
https://www.youtube.com/watch?v=NEe_cj7hpbs

p.s. Ai tropici pogano in infradito. Davvero troppo avanti questi taiwanesi.

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