Diario di viaggio (XII): il paradiso di Valparaiso e “¡Mapuche resiste!”
Valparaiso e' un paradiso di citta',
una delle piu' grandi e belle del Cile. Si raggiunge in un'ora e
mezza di bus da Santiago. Valparaiso colpisce subito: coloratissima,
si affaccia sulla baia che da' sull'oceano, ricorda un po' Genova, ma
meno triste. Nonostante sia inverno il sole spacca le pietre e noi
abbiamo solo voglia di andare al mare. E' una citta' di artisti,
studenti e freakkettoni, si vedono in giro anche i classici punk,
quelli con i capelli colorati e il chiodo, che scollettano moneta ai
passanti fuori dai centri commerciali per comprare bacco e tabacco.
Accanto a loro i fedelissimi cani randagi, che qui come in Argentina
sono ovunque. Valparaiso e' stata danneggiata nei secoli da svariati
terremoti e maremoti, ma l'ultima catastrofe e' stato un grande
incendio avvenuto agli inizi del 2014, che ha lasciato moltissime
persone senza casa.
Ma la cosa piu' bella di questa citta'
e' l'esperienza avuta per una serie di casi con i nostri ospitanti di
Valparaiso: M., D. e A., due ragazze e un ragazzo, due uruguaiani e
una cilena. Li ho conosciuti per puro caso tramite una ragazza che ho
ospitato a casa a Macerata durante una mia assenza (non avendola
quindi mai vista). In altre parole sono stato ospite di ex
coinquilini di una tipa italiana mai conosciuta ma che ha vissuto a
casa mia per una decina di giorni. Strana la vita, no!? Beh, la cosa
ancora piu' incredibile e' l'affetto ricevuto da M., D. e A., che ci
hanno fatto davvero sentire a casa, anzi, in famiglia. La sera ci
hanno portato a bere vino cileno nei bar del centro, mentre il
mattino seguente, prima della nostra ripartenza, sono stati di
compagnia in una zona di mare per nulla affollata e allo stesso tempo
meravigliosa: guardate le foto per credere! Le spiagge erano anche
piene di una strana specie di alga a forma di serpente, che a detta
di M. sono buonissime da mangiare. A. mi ha invece mostrato un cortometraggio da loro realizzato in appoggio alla protesta contro la proposta della destra uruguaiana di abbassare l'eta' minima per l'imputabilita' del reo da 18 a 16 anni. Il video si chiama "¡No alla baja!" e lo trovate qui:
Pic-nic improvvisato e clandestino sul
bus che ci riportava alla stazione, a base di birra e panini. Come in
vera amicizia, seppur appena nata. “Could you be loved” di Bob
Marley in sottofondo, fu in un giorno d'inverno col sole a picco,
stesi sulla spiaggia con lo zaino sotto la testa e il fragore delle
onde che bombardano gli spogli scogli. E' in questi momenti che
converrebbe credere al paradiso e immaginarselo esattamente cosi'.
Per finire, la sfida a bigliardino
Italia-Uruguay. Tocco' a me e F. vendicare Giorgio Chiellini: il
vampiro Suarez non passo' e vincemmo per due partite a una.
Avete mai sentito parlare dei Mapuche?
Io si', ai tempi dell'universita' a Roma partecipai ad una campagna
di boicottaggio contro gli imprenditori trevigiani della Benetton,
colpevoli (tra le altre cose) di aver acquistato le terre dei Mapuche
e aver contribuito al loro sfollamento. Bene, i Mapuche sono una
delle popolazioni indigene locali che vivono tra Cile e Argentina.
Hanno resistito per secoli allo sterminio portato avanti dai
conquistadores spagnoli prima e dai governi cileni poi (vedi foto).
Hanno fama di essere fieri ribelli e oggi le carceri cilene sono affollate di prigionieri politici mapuche. Anarchici e radicali locali
appoggiano la lotta Mapuche e non e' raro leggere sui muri di
Santiago o Valparaiso “¡Mapuche resiste!”. Insomma, anche qui un
piccolo, sano ed onesto genocidio ai danni degli indigeni.
Dobbiamo assolutamente andare a vedere
le terre dei Mapuche, cosi' decidiamo di fare altri 1000 e rotti
chilometri verso sud, attraversare Concepcion, Temuco e Osorno fino a
Puerto Montt, dove inizia la Patagonia: Mapuche, stiamo arrivando!
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1 Comments:
io sono follemente innamorata di Valparaiso!!!
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