Friday, August 15, 2014

Diario di viaggio (X): il furto sulla diligenza nel far-west di Mendoza...

Sta appena albeggiando sul pullman che da Salta ci porta alla citta' di Mendoza quando F., mio compagno di viaggio, mi dice che non ritrova il suo portafogli... Mi sveglio (deve dire che si dorme discretamente bene su questi bus latino-americani) e noto che a bordo siamo rimasti in una decina di persone, nonostante a Salta fossimo almeno cinquanta. F. ha ragione, il portafogli non si trova. Perse alcune decina di euro e due carte di credito: per fortuna il passaporto e' altrove. Fisso fuori dal finestrino il paesaggio desolato e desolante, sembrano i set per un film del far-west. Solo che qui non siamo in Texas o in Messico, bensi' nell'Argentina centrale. Quando viaggi in due condividi praticamente tutto: l'allegria e gli scazzi, il piacere e la fatica, le mutande e lo spazzolino da denti, 24 delle 24 ore giornaliere, i libri, la musica, i pensieri, l'intimita', la stanchezza, la fame, il freddo, lo zaino, gli abbracci, la strada, il materasso e, soprattutto, i soldi. Quando uno si perde qualcosa e' un guaio per entrambi. Continuo a fissare fuori dal finestrino, tanto non c'e' molto che possiamo fare... Il pullman si ferma, si avvicina il conducente che ci informa sulla sosta di mezz'ora per poi arrivare a Mendoza in tre ore circa. Il tipo ha i baffi lunghi e volge lo sguardo a me: "voi italiani! Chi di voi e' F.?". Guardo mio cugino, capisco subito: almeno il portafogli l'anno ritrovato. E cosi' e', senza soldi, ma almeno con le carte e altro ciarpame in ordine. Mi balena per la testa il fatto che a trovarlo e intascarsi i soldi siano stati proprio i due autisti della compagnia, ma vi evito i dettagli e preferisco pensare che tutto sommato ci e' andata bene.

Arriviamo finalmente a Mendoza dopo una nottata in bus. Ce l'avevano descritta come una meravigliosa citta'... Sara' che e' domenica pomeriggio e in giro non c'e' nessuno, fa un freddo cane e anche i negozi sono chiusi, ma a me questa grigia metropoli ricorda solo la Bulgaria. Facciamo un giro per le strade principali, non riusciamo neanche a trovare un posto dove dormire, cosi' torniamo in stazione. Li' becchiamo per caso un ostello gestito da un italo-argentino che parla perfettamente italiano con accento piemontese. Ci spiega che Mendoza non offre molto, se non delle gite fuori porta a fare trekking per le montagne e visitare paesaggi (dicono) incantevoli, non ancora soffocati dal turismo di massa. Capiamo che e' il caso di tagliare subito la corda e riceviamo la bella notizia che tanto aspettavamo: la frontiera andina col Cile e' aperta e possiamo raggiungere in bus Santiago la mattina dopo!

La sera cazzeggiamo tra ostello e stazione, per poi fermarci "per una birra" (che poi diventano sempre ed irrimediabilmente ventinove) nel peggiore bar di Mendoza, coccolati dalle due cameriere andine un po' in la' con gli anni ma sempre molto affascinanti sotto i loro lunghi capelli neri...

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