Diario di viaggio (VI): dunque, di questo Brasile...
Abbiam quindi deciso di lasciarci il Brasile alle spalle, tempo dunque di tirar giu' qualche considerazione (chiedo scusa in anticipo ai brasiliani e a chiunque viva/conosca il Brasile, premettendo che le mie sono considerazioni di un passante italiano a zonzo per appena due settimane tra Rio de Janeiro e Foz do Iguacu')...
Bere. Al contrario dell'Irlanda, i brasiliani non si gonfiano di birra ma vanno di caipirinha. La caipirinha esteticamente parlando assomiglia al mojito, e' un cocktail fatto con ghiaccio, zucchero, lime e cachaca, un liquore a base di zucchero di canna. Il liquore in se' e' un po' stomachevole, va per lo meno allungato con una gassosa. A quanto ho sentito, in Brasile i superalcolici possono avere al massimo 51% di alcool, di fatti una nota (ed economica) marca di cachaca si chiama proprio ''51''.
Gastronomia. Nei primi giorni abbiamo avuto qualche difficolta' col cibo, considerando che i ristoranti erano eccessivamente costosi e i supermercati pieni di roba importata. Col tempo abbiamo cominciato ad apprezzare quello che la cucina brasiliana ha da offrire, dal açaí na tigela (una specie di gelato al frutto in questione) al pao de queijo (panini rotondi con formaggio), dal bolinho de bacalhau (palle fritte con baccala') ai frutti tropicali come la goiaba o il guarana'. Trovate delle foto di cibo brasiliano nei post precedenti. Mangiano piu' riso dei cinesi (il classico riso e fagioli, piatto povero tipico anche in altri paesi americani) ma bevono meno caffe' di italiani o irlandesi, nonostante qui il caffe' lo producano in quantita' abominevoli. Manca il pane, ovvero hanno per lo piu' pancarre' stile americano e poco pane simile a quello che trovi nei supermercati italiani (e che qui chiamano ''baguette'' manco fossimo a Parigi). Chiamano ''calabresa'' un tipo di salame e qualunque cosa contenga quel salame, dalla pizza alla pasta. A tavola bevono soprattutto guarana', una bevanda gasata al sapore di frutta.
Trasporti. In autostrada si va tra i 90 e i 120 km/h e credo costi piu' o meno uguale a noi. La benzina costa poco piu' di un euro a litro, il diesel sugli 80 centesimi di euro e il gas sui 60. In Brasile non hanno treni. Cioe', hanno le ferrovie ma le usano solo per il trasporto merci. Quindi si viaggia in auto o in bus. Le stazioni dei bus sono molto apprezzabili, nel senso che mancano di quella calca di persone, viaggiatori, mendicanti, senzatetto, taccheggiatori e poliziotti di cui in generale le stazioni sono ben fornite. In confronto alle stazioni cinesi sono deserte. In confronto alle stazioni italiane sono pulite e, come direbbe il borghese medio, "offrono un buon servizio". I biglietti non sono proprio economici ma i bus sono piuttosti comodi, ad esempio le 21 ore tra Sao Paulo e Foz do Iguazu' ci sono quasi volate tra chiacchierate, letture, musica e lunghe dormite. Anche qui, nessuno ci ha rubato gli zaini (che avevamo dato per dispersi) o asportato reni o cornee. Particolari sono le biglietterie: ce ne e' una per ogni compagnia, quindi tu non vai a comprare il biglietto "per" ma vai a comprare il biglietto "da", in base agli orari e le tariffe che le compagnie fanno. Il personale non sempre mastica l'inglese, ma magari la tipa al tuo fianco pur essendo brasiliana vive a Boston, parla inglese e ha due occhi come stelle. Qui un paio di indirizzi web per cercare le tratte on-line:
www.buscaonibus.com.br
www.novorio.com.br
Religione. Si', i brasiliani sono decisamente religiosi e votati al culto di immagini e personalita' delle varie interpretazioni del cristianesimo. Soprattutto sono religiosi agli occhi di due agnostici razionalisti materialisti dialettici anti-clericali magnapreti come noi. Tuttosommato qui la religione non e' piu' fastidiosa di quanto non lo sia in Italia. Inoltre ci piacerebbe sapere cosa direbbe Gesu' di Nazareth di tutto questo culto della sua personalita'... Probabilmente ne sarebbe stomacato, visto che a mio avviso cosa conta e' il messaggio e non il messaggero, ma io non posso certo parlare per conto di dio visto che altri gia' lo fanno per me.
Danze e cinema. Il Brasile ballerino lo abbiamo notato poco in giro, forse per la bassa stagione, forse perche' non e' Carnevale, forse perche' siamo usciti poco la sera e nei luoghi sbagliati... Fatto sta che di samba, forro', bossanova e simili non abbiamo visto o ascoltato gran che. Riprendendo una frase detta da una mia amica con riferimento piu' sociale/economico che non musicale/culturale, per molte cose ''in Brasile stanno ancora alla Lambada''. Attrici famose del cinema brasiliano sono Fernanda Montenegro, Gloria Pires, Fernanda Torres e Natalia Timberg. Registi cito solo il grande grandissimo Glauber Rocha.
Calcio. Anche qui, e' normale vedere in giro magliette delle squadre (una su tutte quella rosso-nera del Flamengo di Rio, "la mas querida") e sentire parlare di calcio, ma niente di piu' di quanto non accada in Italia. Stesso discorso per la nostra esperienza di tifo in curva con gli ultras del Santos: bella e coinvolgente, ma tuttavia molto simile a quanto si vive negli stadi italiani. Non segnalati casi di suicidio post-mondiale, nonostante il 7 a 1 e il 3 a 0, ripeto, 7 a 1 e 3 a 0. Numerose invece le scritte sui muri delle citta' contro la FIFA, i mondiali e il governo.
Lingua. All'inizio una tragedia nonostante il vocabolario italiano-portoghese e la conoscenza dello spagnolo, poi piano piano meglio. I brasiliani da noi conosciuti si sono rivelati cortesi e ben disposti, nonostante la barriera linguistica, ad aiutare viaggiatori in difficolta'. Curioso che usino il "ne'" finale come i piemontesi e per dire "si'" vi siano almeno quattro modi: "si'", "ta", "iissu", "eh". "Grazie" si dice "obrigado" e suona tipo "mbriaco".
Politica. Non mi sono informato molto, mea culpa. Ho solo sentito dire della dittatura militare durata dal 1964 ai primi anni novanta. Da allora governi di destra e sinistra sempre al servizio dei potenti e mai degli strati piu' bassi della societa'. Notizia interessante: in Brasile il voto e' obbligatorio e se non si va a votare si paga una multa... Mai sentita idiozia piu' grande!
Sport. Il Brasile e' famoso per il calcio ma molti altri sport sono molto seguiti, tipo le arti marziali e la pallavolo. Durante un pranzo a Santos abbimo conosciuto un ex pallavolista brasiliano che ha giocato negli anni ottanta in Italia col Modena e disputato vari campionati mondiali, tra cui molte prtite nella Cina di quegli anni. Vivesse a Macerata lo inviterei certo a parlare di Cina all'universita'... Peccato!
E' impressionante il numero di palestre, centri di arti marziali (soprattutto di jujitsu) e negozi di cosmetici che si notano in giro. Ci sono negozi con su scritto ''farmacia'' o ''drogheria'' aperti fino a tardi che vendono solo prodotti per la pelle e la pulizia del corpo. Al loro interno hanno anche bilance da usare gratuitamente. Una sera con F. ci siamo messi davanti ad una ''farmacia'' a fissare la gente che passava e scolare birra: in una mezzoretta abbiamo contato almeno 30 persone di ogni eta' entrare e pesarsi per poi continuare la passeggiata. Tuttavia non direi che i brasiliani curino eccessivamente il loro aspetto fisico o estetico...
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