Wednesday, August 06, 2014

Diario di viaggio (V): meravigliosita'!

Salutati con grandi abbracci e un po' di commozione le famiglie italo-brasiliane che in questi giorni ci hanno ospitato, nutrito, accudito e divertito, abbiamo portato i nostri stracci e le riposate ossa alla stazione di Santos per prendere il pullman per Foz do Igacu', cittadina brasiliana a 1.000 chilometri di distanza, al confine con Argentina e Paraguay. Ventuno ore dopo, in un pullman che per qualche motivo condanna i passeggeri alla tortura del gelo chiamata "aria condizionata", eccoci nella ridente Foz. Mi aspettavo molti giovani viaggiatori zaino in spalla, attacchi di commercianti e mendicanti, tassisti abusivi, taccheggiatori e compagnia pro-turistica al seguito, ma ancora una volta la triste realta' e' un'altra: tutto tace, tutto e' fermo, poca gente in giro, non ci si incula nessuno (neanche i borseggiatori). Da uomo bianco col logo "turista-portafoglichecammina" stampato in faccia non venire presi di mira neanche dai borseggiatori un po' dispiace... Capisco la bassa stagione e la crisi, pero un po' dispiace... Oltretutto siamo passati dai meno 5 gradi del pullman ai 22 gradi di Foz: alla faccia dell'inverno!

Prendiamo un ostello a due passi dalla stazione, una camera in doppia per 25 euro a notte. Motivo della nostra visita a Foz do Iguacu' sono le famose cascate di Iguacu', seconde per altezza al mondo solo a quelle di Vittoria tra Zambia e Zimbabwe , scoperte nel 1541 dal conquistador spagnolo Alvar Nunez "Testa di Vacca" (tanto per continuare con le risate, "cascate" in castigliano si dice "cataratas", come quelle che ha nonna agli occhi...!). Le cascate di Iguazu' sono una delle "Nuove sette meraviglie del mondo naturali" e, a mio avviso, si meritano appieno il titolo. Secondo Platone infatti, "È proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia; né altro cominciamento ha il filosofare che questo" e cosi' con mio cugino ci siamo fermati ad osservare l'imponente visione e riflettere sul significato della vita, sull'andamento dei topi mannari presenti nel parco e sui 50 reais pagati all'ingresso (circa 13 euro). I brasiliani pagano meno della meta' e volendo puoi risparmire i 2 euro e 50 del bus e farti i 12 chilometri dall'ingresso alle cascate a piedi. Il parco e' ovviamente affollato di turisti (a noi e' andata bene, vista la bassa stagione) e offre ogni tipo di divertimento, dalle canoe alle arrampicate a quegli sport estremi che finiscono in "-ing" e piacciono tanto alle persone fighe quali io e mio cugino (grazie a dio!) non siamo. Il parco si trova a 30 minuti di bus da Foz, apre alle 9 e chiude alle 5 di pomeriggio e lo riconosci dal frastuono delle cascate che ascolti gia' a chilometri di distanza. Se non volete bagnarvi troppo portatevi un impermeabile, qualche panino e dell'acqua, visto che il tour dura almeno un paio d'ore. Nel cammino verrete spesso infastiditi da api, farfalle e altri volatili; evitate di dare da mangiare ai topi mannari (quelli che vedete in foto), che non temono gli umani e anzi mozzicano.

Terminata la visita alle cascate abbiamo fatto una passeggiata lungo il fiume Parana' che divide Foz dal Paraguay. Anche qui tutto tranquillo e gente cordiale, nonostante viva in baracche nell giungla tra il fiume e la citta'. La sera abbiamo speso gli ultimi denari in birra e frutta, per poi prendere una decisione fuori programma: non torniamo piu' sulla costa atlantica e anzi abbandoniamo il Brasile e ce ne andiamo nei luoghi di cui non sappiamo neanche pronunciare il nome: Paraguay stiamo arrivando! 

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