Il signor autogol in rovesciata sotto il sette dell'onestà intellettuale
C'è una parte del mio lavoro di docente universitario che più odio: quella del burocrate.
Abbiamo un software che "scopre" tutti i temi degli studenti scopiazzati qua e là. Insomma, ci informa per tutti i casi di plagio. Che purtroppo sono molti, moltissimi. E che purtroppo dobbiamo segnalare, punire e ri-educare.
"Mi raccomando, non copiate. Quando riprendete una frase da altri testi mettete tutto fra virgolette e aggiungete una nota alla fine. Non copiate, poi mi tocca annullarvi il tema e rischiate di essere espulsi dall'università". Evidentemente non sono credibile, visto che tanto gli studenti ci provano sempre. Specie le matricole.
E, una volta sgamati, una volta trovati con le mani nella marmellata e i pantaloni calati, mi tocca fare il poliziotto burocrate. Parte la mail di segnalazione, fredda e meccanica come un governo tecnico, dove informo lo studente di averlo colto in flagranza di reato e invitandolo nel mio ufficio per una spiegazione. E qui parte il concorso alla "scusa più divertente e originale".
"Non sapevo che questo significasse copiare". Non male.
"Ero depressa perché un mio amico si è suicidato". Mi dispiace. Ma cosa c'entra?
"Ero troppo impegnata con altri temi". E quindi hai deciso di copiare proprio per questo corso?
"Non sapevo che... che... non sapevo". La legge non ammette ignoranza.
"Vabbé, ma questo non è copiare, ho solo riportato cose generali che tutti sanno". Sì, con parole altrui da testi altrui. Senza segnalarlo. La prossima volta usa una fotocopiatrice, così risparmiamo tempo entrambi.
"Verrò espulsa dall'università? La prego non mi cacci dall'università!". Veramente io cerco di portarcela la gente, non di cacciarla via. E non sopporto vedere gli studenti in lacrime.
"Non mi annulli il tema, altrimenti non posso iscrivermi al corso di master". Ok, ma pensarci prima no!?
"Ero assente quando ha spiegato come citare le fonti". Non si preoccupi, lo imparerà quando ripeterà questo corso.
Quest'anno il premio è andato a uno studente del primo anno. Alla domanda "come spiega queste copiature non opportunamente citate?" l'accusato rispose: "Ero in Francia." Ora sì che tutto è più chiaro.
In realtà poi ci sarebbe anche un modo per non farsi sgamare dal software. Un metodo semplice e intuitivo. Ma me lo tengo per me, altrimenti sarebbe un signor autogol in rovesciata sotto il sette dell'onestà intellettuale.
Non si finisce mai di imparare, dagli studenti.
Abbiamo un software che "scopre" tutti i temi degli studenti scopiazzati qua e là. Insomma, ci informa per tutti i casi di plagio. Che purtroppo sono molti, moltissimi. E che purtroppo dobbiamo segnalare, punire e ri-educare.
"Mi raccomando, non copiate. Quando riprendete una frase da altri testi mettete tutto fra virgolette e aggiungete una nota alla fine. Non copiate, poi mi tocca annullarvi il tema e rischiate di essere espulsi dall'università". Evidentemente non sono credibile, visto che tanto gli studenti ci provano sempre. Specie le matricole.
E, una volta sgamati, una volta trovati con le mani nella marmellata e i pantaloni calati, mi tocca fare il poliziotto burocrate. Parte la mail di segnalazione, fredda e meccanica come un governo tecnico, dove informo lo studente di averlo colto in flagranza di reato e invitandolo nel mio ufficio per una spiegazione. E qui parte il concorso alla "scusa più divertente e originale".
"Non sapevo che questo significasse copiare". Non male.
"Ero depressa perché un mio amico si è suicidato". Mi dispiace. Ma cosa c'entra?
"Ero troppo impegnata con altri temi". E quindi hai deciso di copiare proprio per questo corso?
"Non sapevo che... che... non sapevo". La legge non ammette ignoranza.
"Vabbé, ma questo non è copiare, ho solo riportato cose generali che tutti sanno". Sì, con parole altrui da testi altrui. Senza segnalarlo. La prossima volta usa una fotocopiatrice, così risparmiamo tempo entrambi.
"Verrò espulsa dall'università? La prego non mi cacci dall'università!". Veramente io cerco di portarcela la gente, non di cacciarla via. E non sopporto vedere gli studenti in lacrime.
"Non mi annulli il tema, altrimenti non posso iscrivermi al corso di master". Ok, ma pensarci prima no!?
"Ero assente quando ha spiegato come citare le fonti". Non si preoccupi, lo imparerà quando ripeterà questo corso.
Quest'anno il premio è andato a uno studente del primo anno. Alla domanda "come spiega queste copiature non opportunamente citate?" l'accusato rispose: "Ero in Francia." Ora sì che tutto è più chiaro.
In realtà poi ci sarebbe anche un modo per non farsi sgamare dal software. Un metodo semplice e intuitivo. Ma me lo tengo per me, altrimenti sarebbe un signor autogol in rovesciata sotto il sette dell'onestà intellettuale.
Non si finisce mai di imparare, dagli studenti.
2 Comments:
....interessante...il mito della originarietà batte il mito della originalità....
e nessuno dei due riesce mai a battere in ritirata a favore dell'autenticità...(altro mito da combattimento..)
pensa quel software quante soddisfazioni possa aver dato all'ansia da prestazione di chi, avendo smarrito il senso, eppure educa gli altri al consenso....
interessante..
la genialità dell'algoritmo che pervade e salva l'insensualità del derelitmo*...
colui che senza farvi ricorso teme di rinunciare all'upgrade e perdere il rating....
bella cazzata questo software, ammesso che funzioni...
credi che a te possa essere servito, Daniele?
intendo, ne hai fatto uso...?
il sistema ha falle roche e un poco d'amate, e ciò che appare non è....
a volte.
ma forse mi sbaglio...
always respect, Prof.
r
* derelitto aritmico, che però fa rima.
Massacrali, cazzo.
A meno che la scusa non ti faccia ridere. A meno che non se ne bullino. A meno che non dimostrino che sono degli incazzati e non dei banali.
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