Discorso non molto serio sul giudizio e la vergogna

Ok, proviamo a vedere se c’è una qualche forma di relazione tra ciò che chiamiamo “giudizio” e ciò che ci crea vergogna. Allora, di “giudizio” il sito sapere.it dice: “ogni affermazione che, superando la semplice constatazione di fatto, esprime un’opinione, un apprezzamento: dare, pronunziare un giudizio su qualcuno, qualcosa; rimettersi al giudizio altrui; a mio, tuo, suo giudizio, secondo la mia, tua, sua opinione”. Dunque giudicare è necessario, una società senza giudizi sarebbe una società fatta di automi, priva di capacità intellettuali e di facoltà analitica. Siamo condannati a giudicare e a essere giudicati. Ovviamente non sempre (anzi, quasi mai) i giudizi degli altri ci andranno a genio: rassegnatevi, non ci sono alternative.

Del giudizio forse non capiamo una cosa abbastanza basilare: ogni volta che, ad esempio, mi vesto io sto accettando un giudizio. In base a cosa scelgo di infilarmi so che riceverò un certo tipo di giudizio. Che sia positivo, negativo, neutro: quel giudizio è lì fuori e mi aspetta. Lo fa il trans. La prostituta di mestiere. La fighetta al bar. Il tamarro in discoteca. L'impiegato in ufficio. Il professore in aula. Il punk al concerto. Il nudista nudo. Giudizi accettati. Basta essere nemici dei giudizi! Lo sfigato non è chi è giudicato ma chi giudica. Cioè tutti noi. Non possiamo fare a meno di giudicare.

Di “vergogna” leggiamo “sentimento di mortificazione derivante dalla consapevolezza che un’azione, un comportamento, un discorso ecc., propri o anche di altri, sono disonorevoli, sconvenienti, ingiusti o indecenti: sentire, provare vergogna di (o per) una colpa, un errore”.

Detto questo, il prossimo passo viene da sé: il legame tra giudizio e vergogna. Siamo soliti vergognarci dei giudizi altrui. Nessuno si vergognerebbe in un'isola deserta perché non ci sarebbe nessuno a giudicarlo.
Visto che nell'epoca del post berlusconismo una morale in base alla quale capire cosa sia giusto e cosa sbagliato va ri-costruita e re-inventata, vorrei concludere con una domanda, una sola: di cosa pensi ti dovresti vergognare? Una lista, come aiuto, come ispirazione:

di essere troppo grasso
di essere troppo magro
di essere troppo
di essere italiano
di non essere italiano
di essere gay
di non essere gay
di essere cattolico
di non essere cattolico
di avere le unghia sporche
di aver votato
di non aver votato
di avere ammazzato un uomo
di avere ammazzato una donna
di avere ammazzato un cane
di avere
di non avere
di avere pagato le tasse
di non avere pagato le tasse
di avere la panza
di essere calvo
di vestire di marca
di non vestire di marca
di dormire per strada
di dormire all'Hilton
di mangiare alla Caritas
di mangiare carne
di andare al cimitero
di non andare al cimitero
di rubare
di rubare per hobby
di rubare per fame
di rubare per il Partito
di rubare per te
di rubare perché la benzina costa e la Ferrari di benzina ne vuole tanta
di leggere questo blog
di leggere Famiglia Cristiana
di giudicare
di non giudicare
di essere burino (tradotto dal romano significa “campagnolo”)
di fare uso di droga
di darla via facilmente
di non darla via facilmente
di avere il fidanzato/la fidanzata
di non avere il fidanzato/la fidanzata
di essere vergine
di non essere vergine
di essere ricco
di non essere ricco
di non parlare lingue straniere
di essere laureato
di essere un proletario
di essere un borghese
di essere un militare
di essere in galera
di essere in galera per associazione mafiosa
di essere un giudice
di essere un comunista
di essere un fascista
di essere un pedofilo
di essere nato nel 1921
di non aver chiesto lo scontrino
di essere stato pagato
di avere pagato
di avere copiato la tesi di laurea
di avere dato dieci minuti di sesso per 50 euro
di avere messo al mondo dei figli
di essere

Mettete la crocetta dove vi sembra più consono. Nessuno vi vede, nessuno vi giudica. Io solo di una cosa non mi voglio vergognare: di essere.
Vergogniamoci di vergognarci.
Il giudizio, la vergogna e quella di tua madre.