Sunday, May 08, 2011

INCONTRI COI CINESI (I): quei tagli sulle braccia

Per cominciare a conoscere una società, e per cominciare a farlo fuori dai circuiti più dotti e ortodossi della produzione letteraria, credo sia importante “sporcarsi le mani” ed entrare a diretto contatto con essa. Vale a dire entrare a contatto con gli individui dei quali una società (in senso lato) è composta. “Società cinese” significa ben poco, poiché essa è tutt'altro che omogenea o ben definita. Di seguito riporto l'incontro con giovani cinesi che vivono a Pechino, narrando il tempo passato insieme e cercando di descrivere la persona con le poche informazioni e le tante sensazioni che il tempo trascorso insieme ha fermato nella mia testa.

Xiaohua (nome inventato) ha 18 anni e studia International Business nella mia stessa università. Viene da una grande città nel centro della Cina. Suo padre è un uomo d'affari, sua madre lavora in fabbrica. Vive a Pechino da circa otto mesi. E ci si trova bene, perché (pur amandoli) ha un pessimo rapporto coi genitori, specialmente con la madre.

Ci siamo conosciuti una sera, di fronte al mio dormitorio. Passava di lì per caso, da sola. Si è fermata a conoscere questi quattro stranieri ubriachi. Forse si stava annoiando. Di sicuro non sapeva dove andare, visto che il suo dormitorio aveva già chiuso e non aveva un posto dove passare la notte. Mi è piaciuta subito, carina, coraggiosa, incazzata, fumatrice. È rimasta seduta con noi, divorando sigarette e parlando di minchiate varie. Qualche giorno dopo mi ha invitato ad uscire. E stasera ho passato un paio di piacevoli ore con lei.

Al liceo era una brillante studentessa. Avrebbe voluto studiare cinese classico, ma la madre l'ha costretta ad iscriversi ad una facoltà che le permetta di fare soldi facili in futuro. Storia sentita migliaia di volte, frustrazione dei giovani cinesi figli unici, pressati dai genitori per studiare il più possibile e diventare ricchi e famosi. Noia e tristezza mortale alle mie orecchie.
Non sente la madre da quattro mesi, da quando cioé ha lasciato casa dopo una mega litigata con la madre. Vive malissimo questa cosa, ma almeno a Pechino si sente alla larga dalla famiglia.
Ha un blog. Nei suoi ultimi post parla molto del suo ex fidanzato, suo compagno di classe. Le manca, ma ha deciso lei di mollarlo: dice che non la amava. Così ora si sente sola ed è contenta di aver conosciuto alcuni di noi studenti stranieri. Parla tranquillamente di temi “hot”, sembra molto delusa dai rapporti sociali. Come biasimarla! Parla volentieri anche di libertà, sesso, politica. Ha deciso che questa estate resta a Pechino perché non vuole vedere la madre. E non ha soldi per andare a viaggiare, perché gli unici soldi che riceve sono quelli che le passa la madre. Ha lavorato part-time come insegnante di inglese per una bambina cinese, ma non le è piaciuta molto questa esperienza.

Sul braccio sinistro ha delle cicatrici di tagli che si è fatta da sola, al liceo, quando la madre la picchiava e odiava famiglia e società. Ora invece di tagliarsi fuma. In tutta la sua classe è l'unica a fumare. Fumare e tornare a casa dopo la chiusura della porta del dormitorio è qualcosa di poco usuale per una studentessa cinese 18enne.

E di lei mi ha colpito questa ambivalenza tra apertura mentale postmoderna e profonda presenza dei soliti valori tradizionali cinesi. Un mix che non è raro tra ventenni cinesi, ma in lei questo assume una connotazione particolare, perché vive la cosa molto male. Da lei ho imparato una cosa che prima ignoravo: in molte famiglie medio-borghesi cinesi (e magari non solo in Cina) è la donna a tenere le casse della casa e decidere sulle spese. Questa mi mancava.

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