Wednesday, April 23, 2008

Per tutto questo qualcuno dovremmo pur ringraziare


Non che me ne sia fregato mai molto del 25 Aprile, forse perchè mi disturba lo sventolare del tricolore, mi sa di nazionalismo bigotto. Amo invece il Primo di Maggio. E ricordo che quando vivevo a Roma (città dove forte è la presenza nera) i fascisti scrivevano sui muri "25 aprile: non si festeggiano le guerre civili". Non sono abbastanza pronto per affrontare una discussione su resistenza e revisionismo, se andrebbe rivisto e reinterpretato il tutto o meno, se c'è effettivamente un monopolio della sinistra, se sia tutta una gran balla di euforismo. Il dibattito lo lascio a storici, intellettuali, accademici. E alla memoria di che c'è stato soprattutto. Ecco, io partirei dalla memoria. Sin dalle scuole elementari ci parlavano di lotta partigiana e resistenza. Ho sentito e conosciuto dei partigiani. Mai la controparte. Ma se oggi la controparte la rappresenta Berlusconi mi viene solo da ridere. So che la costituzione italiana è stata scritta sulle ceneri del fascismo e della monarchia, ispirata da valori di democrazia e libertà. Non importa se per me la costituzione è carta straccia, se mi guardo allo specchio vedo un venticinquenne che su quegli ideali di libertà, democrazia, rispetto, solidarietà e tolleranza è cresciuto e cerca di concretizzarli nella vita di ogni giorno, in Italia come all'estero. Il 25 aprile è per me il giorno del dito medio a chi questi ideali li disprezza per imporre il proprio assolutismo, la propria violenza, la propria arroganza. Lo scettro e la camicia nera.

Credo che forse andrebbe riaperto un dibattito su cosa parole come "resistenza", "libertà", "democrazia" significhino oggi per gli italiani in Italia, in Europa, nel mondo. A partire dalla memoria di che c'è stato e da chi ha raccontato. Se il partito di Berlusconi si chiama "Popolo della libertà" e se la Lega Nord fa il pieno di voti tra gli operai, qualche domanda dobbiamo porcela. Invece alle persone come Selva e Lombardo, che il 25 Aprile vorrebbe abolirlo, rispondo con la poesia di Piero Calamandrei al criminale nazista Albert Kesselring:

Lo avrai camerata Kesselring / il monumento che pretendi da noi italiani / ma con che pietra si costruirà / a deciderlo tocca a noi. / Non coi sassi affumicati / dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio / non colla terra dei cimiteri / dove i nostri compagni giovinetti / riposano in serenità / non colla neve inviolata delle montagne / che per due inverni ti sfidarono / non colla primavera di queste valliche ti videro fuggire. / Ma soltanto col silenzio dei torturati / Più duro d'ogni macigno / soltanto con la roccia di questo patto / giurato fra uomini liberi / che volontari si adunarono / per dignità e non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo. / Su queste strade se vorrai tornare / ai nostri posti ci ritroverai / morti e vivi collo stesso impegno / popolo serrato intorno al monumento / che si chiama / ora e sempre RESISTENZA

3 Comments:

At 10:35 PM, Blogger LaBizzara said...

" Noi ci siamo sacrificati per il bene dell'Italia". Un gongolante Ignazio La Russa post elezioni rispondeva così a chi gli chiedeva delle sorti del suo partito dopo la fusione con il pdl. Secondo me dobbiamo ringraziare chi non si è voluto sacrificare per il bene dell'Italia ma ha pensato solo al suo orticello ed ora non ha più neanche quello, la politica è mediazione e compromesso, l'integralismo è una brutta bestia, qui non si trattava di rinnegare l'ideale ma di impedire ad un delinquente di rovinare il paese.
E penso che forse dovrei ringraziare un pochino anche te, perchè se ho capito bene non saresti andato a votare se fosti stato in italia. Vabbe ora è fatta,
scusa il mio sfogo ma qua ancora c'è da patire, Alemanno sindaco di Roma mi fa venire i brividi, speriamo bene.
Salutami Pechino,

ora e sempre,

Valerio

 
At 12:19 PM, Anonymous Anonymous said...

necessita di verificare:)

 
At 12:24 PM, Anonymous Anonymous said...

Si, probabilmente lo e

 

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