Sunday, August 19, 2018

出国旅行万岁 ! Filippine, on the road (XIV)


Il giorno dopo mi sveglio puntualmente all'alba e con la prima luce del giorno riesco ad individuare la strada nella foresta che scendendo porta da Tagaytay a Talisay, sul Lago di Taal. Una quindicina di chilometri. La pioggia arriva piu' volte, poi il caldo asciuga i vestiti. C'e' molta umidita' e foschia, l'isola del vulcano si lascia intravedere a tratti nel grande lago. Decido di non andare sull'isola perche' il trekking in infradito con questo tempo sarebbe solo uno spreco di soldi, tempo ed energia. Preferisco allora continuare la passeggiata pianeggiante costeggiando il lago tra campi di mais, banani e palme, e poi proseguire lungo la Statale fino alla citta' di Tanauan. I classici quindici chilometri sotto il sole per giungere a questa realta' urbana da quasi 200.000 abitanti. Li' ad attendermi c'e' un acquazzone di quelli storici, che mi obbliga a proseguire per la citta' ancora piu' grande di Calamba in jeepney. Con quasi mezzo milione di abitanti, Calamba e' un caos di strade, traffico e baraccopoli che portano all'enorme Lago di Laguna, il piu' grande delle Filippine. C'e' anche una vecchia ferrovia abbandonata. Il pane dolce e le pannochie di mais a non finire. Resto sempre allibito dalla quantita' di scuole e alunni in divisa che trovi in giro. I piu' anziani si riferiscono a noi stranieri bianchi con il saluto "Hey Jo'!", in ricordo degli anni del colonialismo yankee. In serata prendo un jeepney per Santa Rosa e da li', il giorno dopo, un bus per Manila. L'autista del jeepney mi chiede di sedere accanto a lui e inizia, con un inglese stentato, a raccontarmi della sua vita: 37enne vedovo con tre figli, prima faceva lavoretti saltuari, poi con tutte queste bocche da sfamare si e' messo a fare l'autista e spendere 10-12 ore al giorno in mezzo al puzzo terrificante di smog delle metropoli filippine. L'aspettativa di vita di chi come lui e' sempre in mezzo al traffico non supera i 60 anni.

Nella capitale vado a visitare i quartieri centrali di Ermita e Malate. Sono queste le zone dei turisti stranieri, del commercio sessuale, dei lady bar, dei karaoke, dello shopping, del divertimento e simili. Diversi senza fissa dimora e bambini in strada. Non ho visto scene particolarmente tristi, niente vecchio ciccione occidentale per mano con bambine del posto, per interderci. Ma mentre passeggiavo perso nei miei pensieri una trans mi ha afferrato per un braccio, spaventandomi al punto che le ho chiesto scusa una decina di volte. Non so cosa volesse, forse offrire del sesso per soldi. Se ne e' andata divertita. Vicino al lungo mare agitato e sporco di Malate, faccio la conoscenza dei un venditore di strada. Gli offro una sigaretta e facciamo due chiacchiere. E' di Puerto Galera, ma vive a Manila perche' qui si fanno affari migliori. Con la moglie e la figlia di sei anni dormono in strada perche' la baracca dove vivevano e' andata a fuoco.

Ma la cosa piu' interessante di questa giornata e' stata anche la piu' inaspettata: un combattimento tra galli in uno spiazzo non lontano dalla fermata metro. Una cinquantina di uomini di ogni eta' riuniti attorno ad una piccola arena, dove i pennuti si scannano tra loro. Gran confusione, grida e urla, scomesse pesanti e soldi che girano come neanche alla Borsa di New York. C'e' anche chi vende sigarette o caramelle, bambini al seguito, la pisciata sempre libera. Qualcuno si accorge di me, un signore anziano si avvicina e mi spiega un po' il contesto, dicendo che questo e' un combattimento di galli rionale, con regole un po' diverse dal solito e puntate tra amici di quartieri. I compagni di merende, insomma. Al centro ci sono tre o quattro persone che gestiscono le scommesse, urlano piu' degli altri, aizzano i galli e il pubblico. Uno di loro, cappellino nero e tatuaggi abbondanti, mi da' il cinque quasi a portarmi via il palmo della mano. Il combattimento in se' dura veramente poco, forse meno di un minuto, e vedi poco perche' tutti sono praticamente sopra i galli. Alle zampe hanno legata una specie di lama, probabilmente per farsi piu' male. Non so chi sia l'arbitro. vedo solo banconote girare e applausi. Al secondo incontro, uno dei due galli ne esce ridotto male: ha la testa penzolante e un grumo di sangue che esce dal becco.
Gli animalisti avrebbero lavato tutti con del napalm.
Qui un video preso a caso dalla rete, per darvi un'idea:
https://www.youtube.com/watch?v=hXliWzFGwyg

In serata torno a trovare gli amici dell'info shop anarchico nel quartiere Guadalupe. Insieme abbiamo chiacchierato ancora un po' della guerra alla droga nelle Filippine (che e' stata di fatto una guerra ai poveri, con 20.000 esecuzioni da parte della polizia di Duterte, principalmente di ragazzi di strada) e di movimenti sociali nel sud est asiatico. Poi cena assieme, film e birra fino a tardi. Vi lascio qui i loro contatti, utile punto di riferimento a Manila per tutti gli interessati e tutte le interessate ai vari temi quali l'anarchismo, il femminismo, l'ambientalismo, discorsi di uguaglianza e solidarieta' internazionale, lotta a classismo, razzismo, sessimo, neocolonialismo e capitalismo. Astenersi comunisti col Rolex e sindacalisti in Ferrari:
https://etnikobandidoinfoshop.wordpress.com/
https://www.facebook.com/ebinfoshop/

Saluto gli amici e il giorno dopo mi dirigo al NAIA (Ninoy Aquino International Airport), che ha diversi terminal distanti tra loro, quello internazionale di solito e' il numero 3, che raggiungo a piedi dalla stazione di Taft (sette chilometri circa) tra mercati rionali e baracche. Un volo notturno di due ore mi porta di nuovo a Taibei.

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