Thursday, August 09, 2018

出国旅行万岁 ! Pazza, Manila (XI)


Arrivare all'aeroporto internazionale di Manila alle 4 di notte con un'ora scarsa di sonno e senza mai aver messo piede nelle Filippine e' ritenuto moderatamente hardcore dall'Organizzazione mondiale della sanita'.
Cosa sapete voi delle Filippine? Ecco, neanche io. Il presidente, Rodrigo Duterte, e' noto a livello globale per il pugno di ferro contro droga, drogati e spacciatori. Ho letto qualcosa su Manila turistica. E mi fermo qui.

Nella capitale sono ospite di I., ragazza locale conosciuta su Couch Surfing, un social network tipo Facebook, dove invece di pubblicare foto e minchiate varie si chiede e offre ospitalita'. I. vive a Manila Est e mi ha dato delle dritte su come arrivare. Ma tra il dire, il fare e le 4 di notte c'e' un abisso di distanza. Esco dall'aeroporto alla ricerca di un bus per la piu' vicina stazione metro. Una signora mi fa notare che il primo bus arriva alle 6 e mi consiglia di prendere un jeepney. Cosa e' un jeepney? Quello che vedete in foto, una specie di taxi collettivo a prezzo popolare. Ne assalga uno, in giro c'e' un sacco di gente, di auto, di traffico e di smog, nonostante il buio. Pago gli otto pisos della corsa (un euro equivale a circa sessantuno pisos) e poco dopo un ragazzo mi aiuta a scendere alla fermata giusta: stazione di Taft. Buio pesto, caos di persone; e non sono neanche le 5 di mattina! Quella che qui chiamano LRT/MRT e' una rete di tre linee metropolitane, piu' simili a linee ferroviarie; servono un'area metropolitana di circa dieci milioni di persone. Scendo a Doroteo Jose, esco dalla stazione ed entro nell'altra per la connessione con l'altra linea; 30 minuti piu' tardi sono a Santolan, la stazione piu' a est e ultima fermata. Nel frattempo si e' fatto giorno. Dall'aeroporto a qui ho speso meno di un euro di trasporto. Chiedo indicazioni stradali e copro a piedi gli ultimi 2-3 chilometri fino a casa di I. Le strade sono piene di auto, taxi, bus, motorini, mototaxi e jeepney. I marciapiedi di pedoni e venditori ambulanti. La casa di I. e' un capolavoro architettonico in uno spazio verde del grigiore manilano / manilese che dir si voglia.
I. ha tutta l'aria di essere una ragazza eccezionale, cosi' come tante persone che si conoscono su Couch Surfing. Mi prepara il caffe' espresso piu' buono mai bevuto a est di Trieste. Spariamo giu' qualche sigaretta parlando del piu' e del meno, in compagnia della sua cagnolina. Poi I. esce per andare a lavoro e io muoio per qualche ora sul materasso nel soppalco.

Riprendo vita nel primo pomeriggio, lavo i miei vestiti, rapida doccia e via fuori a mangiare qualcosa. Torno a piedi a Santolan e da li' prendo la metro / treno per il centro citta'. Prime impressioni? Il traffico di Bombay, l'inquinamento di Pechino, i sorrisi di Bangkok, i prezzi di Addis Abeba. Mercatini e cibo di strada a non finire. Chiese qua e la', il quartiere musulmano, le indicazioni in lingua inglese. I venditori di ghiaccio, le sigarette sfuse, i galli da combattimento, i bambini che giocano in strada, i cani randagi. La birra Red Horse, i massaggiatori sui marciapiedi, i cazzi di gomma, le noccioline all'aglio fritto e peperoncino. Bolgia di persone, traffico terrificante, mi perdo per le vie del centro per poi tornare a Santolan che inizia a piovere.
Pazza, Manila. 

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