Thursday, August 09, 2018

出国旅行万岁 ! Ultime giornate a Taibei (X)


Rientro a Taibei da Yilan in treno e qui resto per altri tre giorni, prima del mio aereo per Manila. Cos'altro vedere nella capitale taiwanese? Innanzituto vado a farmi divorare da nostalgia e malinconia assieme nel campus della 国立台湾大学 Taiwan National University. Un campus semplice come tanti ne ho visti e vissuti, fatto di spazi verdi, giardini cinesi, dormitori studenteschi ed edifici per le lezioni e la ricerca. Voglia di piangere. Avere vent'anni e' stata una grandissima figata.
Poi un giro nel Museo della storia dell'universita' (fondata dai giapponesi e successivamente fulcro di avanguardie culturali e battaglie per i diritti politici e civili) e il 人类学博物馆 Museo di antropologia, che contiene informazioni, immagini e oggettistica delle gia' menzionate 15-16 tribu' aborigene di Taiwan. Curiosamente, trovo oggetti e vestiti tradizionali indossati dai ragazzi e dagli anziani Atayal che ho conosciuto giorni prima a Huaxi.
Nel pomeriggio incontro, presso una gelateria nel centro di Taibei, due mie ex colleghe cinesi conosciute quando lavoravo all'Istituto Confucio di Macerata. Piccolo il mondo; e piu' viaggi, piu' te ne rendi conto.
In serata dovrei far ritorno a casa di E., che e' purtroppo malata. Vengo cosi' ospitato a casa di suoi parenti.

Il giorno dopo prendo un treno per 基隆 Jilong, una citta' di quasi 400.000 persone a nord-est di Taibei, secondo porto del paese per importanza. Il fascino delle navi merce e delle gru da carico. Ho il virus della camminata e la strada mi porta a costeggiare il porto fino a scovare un piccolo cimitero francese, dove sono seppelliti i resti di alcuni soldati che qui persero la vita durante la 中法战争 Guerra sino-francese del 1884-1885. Comincio poi a salire in collina tra il verde tropicale e cartelli "Attenzione pericolo serpenti" fino a raggiungere il 杠子寮炮台 Forte di Gangziliao, costruito dai giapponesi nel 1904. Panorama mozzafiato sul mare e sul porto di Jilong, e soprattutto quel che resta di antichi edifici divorati dalla giungla; sembra di stare nel set di Tomb Raider. 
Dopo il tramonto scendo giu' in citta', per godere della vibrante fiumana di persone del 庙口夜市 mercato notturno di Miaokou e fare una passeggiata sul lungo fiume.

Il giorno dopo ancora torno a Taibei per visitare 中央研究院 l'Accademia Sinica, celebre istituzione per la sinologia internazionale, e li' incontrare T., vecchio compagno di studi a Pechino, che ora vive e lavora in questa sede come ricercatore. Piccolo il mondo, dicevamo.
In serata i parenti di E. mi portano in un ristorante a far cena taiwanese e passare in compagnia le ultime ore, prima che un volo notturno mi porti a Manila.

Qualcuno/a forse si chiedera': perche' andare nelle Filippine? Potrei rispondere che da Taibei si raggiungono con meno di due ore di aereo e che il volo andata e ritorno costa poco piu' di cento euro. Potrei aggiungere che delle Filippine non so nulla e non sono mai stato. Potrei anche dire che ho avuto il piacere di avere un'alunna di origine filippina, che molto ci ha parlato in classe di usi, costumi, cultura e cibo locali. Ma sarei poco credibile.
Nelle Filippine vado perche' oltre dieci anni fa a Pechino ho letto "Magellano" di Stefan Zweig. Biografia del grande esploratore portoghese, capo della spedizione navale destinata a fare il primo giro del mondo. Ferdinando Magellano pero' non fece mai ritorno in patria perche' venne ucciso dagli aborigeni nel 1521. Proprio in un'isola delle Filippine. 

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