Wednesday, August 19, 2015

Malacca paura nessuna: a Chumphon, dove termina la penisola.


I treni tailandesi sono famosi per arrivare spesso in ritardo. Basta sapercelo. Nel frattempo, superato il confine tra Malesia e Tailandia senza troppi problemi, un anziano in uniforme che non parla inglese mi compare davanti nel vagone e mi mostra una banconota da 20 bath (moneta locale, un euro equivale a circa 38,6 bath). E' uno sbirro e da me che sono un turista straniero vorra' una mazzetta: il problema e' che non ho soldi tailandesi e ho finito quelli malesi. Cerco di farglielo capire ma lui scuote la testa e mi lascia i 20 bath. Il ragazzo malese di fronte a me parla un po' di tailandese e mi fa capire che i soldi sono per me, un rimborso sul prezzo del biglietto. E' la prima volta in vita mia che attraverso una frontiera senza pagare dei soldi ma ricevendone. Mi sono gia' innamorato della Tailandia...

In Tailandia venni gia' dieci anni fa: un lungo viaggio zaino in spalla per il sud-est asiatico, con una decina di amici italiani, spagnoli e giapponesi, concluso poi con un "on the road" in solitaria (Bangkok-Pechino via terra in una settimana; questo blog nel 2005 ancora non esisteva e non ho cronache di quello splendido viaggio). Stavolta e' diverso: non sono in Tailandia tanto per visitare luoghi ma per visitare amici e stare con loro. Il primo e' B., un maceratese che vive da tempo a Chumphon, piccola cittadina costiera che dista 550 chilometri circa dal confine malese e 468 chilometri da Bangkok, al nord.

Il treno fa un paio d'ore di ritardo e arriva alle cinque di mattina alla stazione di Chumphon dove trovo ad aspettarmi B. Con lui e sua moglie sono stato cinque piacevolissimi giorni a rilassarmi, mangiare, bere, far festa, andare al mare, passeggiare nella giungla e cazzeggiare, esattamente come in vacanza bisognerebbe fare. Ho anche attraversato in pulmino l'istmo e raggiunto la cittadina di Ranong, famosa per le terme artificiali di acqua caldissima, al confine con la Birmania.
Il cibo tailandese e' fenomenale e ricco di varieta' regionali, esattamente come quello cinese. Qui mi sono nutrito per lo piu' di pesce arrosto, carne di pollo, spaghetti in brodo, schifezze della strada, verdure piccanti e il famoso "riso appiccicoso". Grosse scorpacciate di frutti tropicali gia' visti in Cina e nel sud-est asiatico, con l'aggiunta del rambutan (una specie di litchi peloso) e il magostano.
In Tailandia, oltre alla birra Chang, Leo e Singha, si beve per lo piu' whisky con ghiaccio e soda o coca. Pero' io consiglio soprattutto il rum di canna da zucchero SangSom e il Siam Sato, una bevanda a base di vino di riso a bassa gradazione alcolica che costa solo 90 centesimi di euro per bottiglia da 66 cl. Come sapore rimanda un po' al soju coreano. Ma la grande scoperta di questo viaggio e' un dolce tabacco tailandese fumato nelle foglie di banano, rollato senza colla o altre componenti chimiche: viva la natura!

Alla TV il pugilato tailandese (muay thai) e il calcio inglese. Giorno di festa e' stato quello per la festa della mamma che qui fanno coincidere con il compleanno della regina. Si', abbastanza triste. Ma da queste parti sono fortemente in fissa con la monarchia e si trovano immagini enormi, bandiere e celebrazioni dei reali praticamente ovunque: in citta', nelle campagne, lungo le strade, nelle case, negli uffici, nelle stazioni. Disgustoso. Un culto della persona che ricorda quello dei tempi della Rivoluzione culturale in Cina.

Passati i cinque piacevolissimi giorni in compagnia di B. e dei suoi amici, riprendo il treno da Chumphon per arrivare in nove ore circa (12 euro il biglietto) a Bangkok.
Auguri alle mamme, regine escluse!