A proposito di vacanza: una giornata a C., Tailandia meridionale
Vacanza per me significa innanzitutto andare a letto ubriachi all'alba dopo una notte di festa e di emozioni, per poi svegliarsi al tramonto e fare colazione alle nove di sera con latte di cocco e frutta tropicale. Il giorno seguente mi alzo invece di buon'ora per andare a fare una lunga passeggiata in quella che qui chiamano campagna ma che da noi chiamerebbero giungla. In vacanza non puoi che essere di buon umore e proseguo fischiettando tra banani e palme da cocco. Non faccio neanche in tempo a percorrere trecento metri che incontro T., il vicino di casa francese del ragazzo che mi ospita. E' in scooter e mi offre un passaggio fino al prossimo villaggio. Come non accettare?! Ficata, "gli anni in motorino sempre in due"! Arrivato nella piccola cittadina mi siedo su un marciapiede e osservo la gente vivere. Le bambine che escono da scuola, l'artigiano che ripara una moto, la signora che arrostisce banane, il cane svaccato a terra, la mamma che esce dalla farmacia. Molti colori, poco rumore, tanti sorrisi. Tailandia paese del sorriso: a me ha sempre convinto poco, ma non si può negare che qui sorridono molto più che in Italia. Sarà forse perché sono uno straniero, un uomo bianco, un viso pallido, un "farang" in lingua locale, un "laowai" in cinese, un "mzungu" in swahili. Mi viene voglia di scrivere, tiro fuori il mio quaderno ma non trovo la penna; sono stato capace di perderne due finora. Meglio così. Entro nel centro commerciale di fronte a me: aria condizionata, commesse in uniforme, fiume di negozi. Ho la stessa reazione che ho normalmente in un centro commerciale in Italia, Cina, Irlanda: senso di soffocamento, conati di vomito, voglia di uscire il prima possibile. Le commesse sono molto curate e carine, io però voglio solo una penna. La signorina al banco del pesce mi fa capire che le vendono al terzo piano. Chissà se qui i piani li contano come in Cina, ovvero senza il "piano terra" italiano. Trovo comunque le penne, 15 centesimi di euro l'una, prezzo più che onesto. Uscendo noto diversi trans: persone nate maschio e cresciute donna. In Italia farebbe strano vederle lavorare come commesse; se docenti, sicuramente molti genitori avrebbero da ridire sulla loro presenza. In Italia a loro è permesso un unico mestiere: quello del marciapiede. Qui sembrano più che accettate e perfettamente integrate anche nella sfera professionale. In Italia siamo ancora nel Medioevo per molte cose, questa è una di quelle. Esco dal mostro commerciale e mi siedo su una panchina. C'è una leggera brezza, ottima contro il caldo afoso di oggi. Alcuni tailandesi seduti vicino a me, di fronte a noi il mostro commerciale e via vai di motorini. Passano due gnocche spaziali. Poi arriva uno scooter con quattro persone a bordo: padre, madre e due figli. Passa una poliziotta e mi sorride. Penso che starò qui a cazzeggiare ancora un po'. Poi chissà tornerò a fare due passi in campagna. Per poi andare al mare. Penso che oggi sia una splendida giornata. Una splendida giornata per non fare un cazzo.
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