Thursday, October 09, 2014

Sugli Istituti Confucio




Ieri sul sito China Files è comparso un articolo sui primi dieci anni dalla fondazione degli Istituti Confucio. Tra i 465 sparsi oggi in 123 nazioni c'è anche quello di Macerata. Promozione della lingua e della cultura cinese o propaganda politica filo-cinese? Recente (luglio 2014) è il caso dell' "incidente" alla EACS (European Association for Chinese Studies) in Portogallo e la chiusura dell'Istituto Confucio in due importanti università e centri di ricerca americani. Io riporto qui sotto il commento di una ragazza italiana (immagino studentessa o ex studentessa di cinese):

"Il problema degli istituti Confucio è serio, perché a differenza degli istituti di altri paesi, sono integrati nelle università, e per ragioni politiche è difficile che i direttori degli istituti lo ammettano più apertamente di così, ma la propaganda e la censura c'è, ed è molto evidente, così com'è evidente che va a toccare non solo i corsi del Confucio ma anche materiali prodotti in ambito accademico.
Faccio un esempio concreto: prendiamo i libri "Il cinese per gli italiani", prodotti tra gli altri dagli stessi Masini e De Troia - per i quali ho tanta stima come professori - e soprattutto il corso avanzato, che contiene testi più approfonditi su tematiche di attualità, società, economia ecc. Uno ad uno i testi sullo sviluppo economico cinese, la "parità" tra i sessi, la politica di controllo delle nascite, lo sviluppo urbano ecc, non solo dipingono ritratti molto lusinghieri delle realtà cinesi, in termini che sembrano presi dalle riviste dell'Istituto Confucio, ma evitano proprio di menzionare qualunque problema reale riguardante il tema stesso, in alcuni casi distorcendo la realtà a tal punto da diventare, a mio avviso, falsità. E noi studenti ci beviamo queste balle, abbiamo fiducia nei nostri professori, e non mettiamo troppo in discussione quello che ci viene detto, in fondo vogliamo studiare la lingua, dobbiamo concentrarci a fare i compiti e passare gli esami. Non parliamo neanche del fatto che davvero si *evita* di parlare dei temi veramente tabù. Sinceramente, mi aspetterei più integrità intellettuale da parte di questi insegnanti, perché la loro responsabilità educativa è grande.
Sono nata in un regime socialista e sono molto familiare con la dialettica e le modalità di propaganda culturale del partito/governo, e sinceramente mi fa arrabbiare e nauseare che oggi, a distanza di tanti anni, mi debba confrontare con questi stessi problemi in ambienti che dovrebbero essere veramente liberi da tali influenze. D'altro canto capisco quanto siano delicate le questioni politiche e quanto sia sottile la linea che separa la compiacenza dalla collusione. Bisogna rimanere vigili e non permettere che la situazione sfugga di mano. Per quanto possa/voglia offrire un'immagine ammaliante, la RPC rimane un regime totalitario, e forse il più pericoloso tra tutti, proprio perché poggia la propria esistenza sulla capacità di persuasione - qualcuno direbbe lavaggio del cervello - dei propri cittadini in primis, e ora anche del rest del mondo. A livello economico abbiamo già perso, il pericolo ora è che accettiamo questa nuova narrativa melense che ci offrono."
Mihaela Blómsdóttir



Fonte:
http://china-files.com/it/link/42122/10-anni-di-istituti-confucio-promozione-o-propaganda

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