Saturday, August 02, 2014

Pensare camminando: ogni tanto capita di leggere uno scrittore...

"Una mattina, mentre avevo il morbillo, mia madre sali' le scale di corsa col giornale e annuncio' giubilante che il Giappone si era arreso e papa' sarebbe tornato a casa. Guardai la foto della nube a fungo e capii che era accaduta una cosa tremenda"

"Nelle vacanze estive viaggiavo verso est, fino all'Afghanistan, e chissa', mi domandavo, se avrei saputo scrivere un articolo sull'architettura islamica. Ma qualcosa non andava. Cominciavo a pensare che le cose, belle finche' si vuole, possono anche essere maligne"

"Nella mia stanza non scrivo molto. Per scrivere ho bisogno di alter condizioni e altri luoghi. Ma li' posso pensare, sentire musica, leggere a letto e prendere appunti. Posso dar da mangiare a Quattro amici; ed e', tutto considerate, un posto dove appendere il cappello"

"Non che io o i miei amici presumessimo di vincere. L'entusiasmo dell'Alto Comando non fu mai nostro. Combattevamo per ragioni inesplicabili a quei parvenu opportunisti: per noi, bolscevismo e nazionalsocialismo erano due face di uno stesso fenomeno. Ne' combattevamo per la Patria. Combattevamo, in realta', per perdere. Esteticamente, perdere e' sempre piu' sicuro"

"Tutte le strade portavano a Roma, e san Bernardo lamentava che non c'era una sola citta' in Francia o in Italia senza la sua quota di prostitute inglesi, pioniere di una grande tradizione. Alla fine la Chiesa fu esasperata dal fatto che i suoi novizi girassero nudi in pubblico, dormissero nei forni e cantassero strofe goliardiche con titoli come 'L'oracolo della santa bottiglia'. Venne impartito un nuovo ordine: 'Sta' nella tua cella e cammina intorno al chiostro solamente quando ti si chiede di farlo'. Non servi'."


Tratti da "Anatomia dell'irrequietezza", di Bruce Chatwin

p.s. Ai sinologi consiglio soprattutto la lettura del capitolo "L'alternativa nomade".

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