Friday, March 08, 2013

Il primo ricordo della tua vita

Qual è il primo ricordo della tua vita? L'immagine di te che collochi in assoluto come più lontana nel tempo?

C'ho pensato qualche ora fa mentre guardavo un'intervista ad Emanuele Severino, "il più grande filosofo italiano vivente" secondo Umberto Galimberti.

Il primo ricordo che Severino ha di se stesso è di lui bambino sotto ad un tavolo.
Curioso. Probabilmente è anche il mio. Mi ricordo piccolo, accovacciato sotto al tavolo da cucina nella casa dove sono nato e cresciuto, a Macerata. Difficile dire quanti anni avessi. Ricordo però che era il tramonto, per me il momento più malinconico della giornata. Vedevo il sole calare dietro le colline oltre la finestra. Venivo sommerso da un senso di angoscia e spavento. Lo ricordo fin troppo bene. E ricordo anche che succedeva spesso.

Questa immagine se la gioca con un'altra vecchissima. Sono in un paese vicino Macerata, a casa dei miei nonni materni. Io sono in cucina a giocare con quella che fu la compagna di mio nonno paterno. Una signora che ricordo con molto affetto e che, ovviamente, chiamavo "nonna". Ero in braccio a lei, seduto sulle sue ginocchia, a sfogliare un libriccino colorato, quei quaderni che i bambini usano per imparare i nomi delle cose colorando nei riquadri.

Forse ce ne è ancora un'altra. Sono sempre nella mia casa di Macerata, in grembo a mio nonno paterno. Un tipo magro, con gli occhi vispi e i baffi come mio padre. Morì quando ero piccolissimo. Ho questo ricordo di me che giocavo col suo pomo d'Adamo, per me una curiosa pallina che andava su e giù per il collo di questo signore sulle cui gambe poggiavo.

Non saprei dire quale delle tre immagini sia più antica nel tempo. Di certo, la prima è quella di cui sono più sicuro, che meglio ricordo e che più forte sento.

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